Avantasia
The Mystery Of Time

2013, Nuclear Blast
Power Metal

Un gioiellino di proporzioni... epiche: è tornato Avantasia!
Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 20/03/13

Tobias Sammet è l’artista tedesco che oggi, più di ogni altro, merita un posto tra i grandi musicisti dell’heavy metal europeo contemporaneo. Non solo cantante stimato ed encomiabile frontman, ma anche grande compositore, produttore e persona eccezionale: raro, di questi tempi, trovare qualcuno che possegga una sola di queste qualità, figuriamoci collezionarle tutte in un sol colpo.

Avantasia procede nel suo percorso discografico, alternandosi con gli Edguy che a loro volta hanno recuperato la via maestra con l’ultimo “Age Of The Joker”: segno di una ritrovata forma compositiva che Tobias, lo anticipiamo con enorme piacere, confermerà con "The Mystery Of Time".

Chiusa la prolifica parentesi di “Angel Of Babylon” e “The Wicked Symphony”, Sammet ritorna alla singola release e a un disco che è discendente diretto dell’era Avantasia di seconda generazione, quella iniziata con "The Scarecrow", che aveva sacrificato il power metal tout court a favore di un’impostazione più groove e rock oriented pur senza abbandonare l’alta velocità. Il neonato è un lavoro che denota il solito grande impegno realizzativo, a cominciare da un suono monumentale e all’importante aggiunta di una vera orchestra sinfonica che conferisce un forte senso compiuto all’intera opera.

Tra gli artisti assenti spicca un nome, quello di Jorn Lande, che il sottoscritto reputa quasi indispensabile per la buona riuscita di Avantasia. Niente paura, perché il colpo è stato ben ammortizzato dall’ingaggio di molti altri cantanti di caratura internazionale e funzionali al progetto: non sorprende affatto la scelta di Joe Lynn Turner (Rainbow, Deep Purple), una delle migliori voci rock di tutti i tempi, forniscono le necessare garanzie quelle di Biff Byford (Saxon), di Ronnie Atkins (Pretty Maids) e di Eric Martin (Mr. Big). Grandi conferme quelle di Bob Catley (Magnum) che trasforma in oro tutto ciò che canta e di Michael Kiske (Unisonic, Ex Helloween), l’unico vero insostituibile come ci svelerà Tobias Sammet nell’intervista a noi dedicata.

Musicalmente l’album non si discosta di un millimetro dalle ultime tre uscite, l’elemento di spicco è sempre la melodia che, come in passato, andrà a catalizzare gran parte dell’interesse degli ascoltatori. Non ci sono filler, e questo è già di per se un punto da “game/set and match”, e c’è un dosaggio perfetto di brani radiofonici, anthem da stadio, ballate, classici del power e suite leggermente più intense. Partiamo proprio da queste ultime, “Savior In The Clockwork” e “The Great Mistery”, che portano via oltre 20 minuti del disco: la prima di stampo più classico dove ogni piccolo elemento ruota nella perfetta spirale melodica ricreata da Toby, la seconda invece una meravigliosa ripresa degli Avantasia dei primi due dischi, con un ritornello che ricorderà, ai più attenti e conoscitori, un piccolo frangente dell’indimenticabile “The Seven Angels”. Tra le ‘perle del power’ segnaliamo “The Watchmakers' Dream” cantanta dallo strepitoso Turner, e l’accoppiata “Where Clock Hands Freeze” e “Dweller In A Dream” nelle quali ritroveremo un Michael Kiske formato “Eagle Fly Free”, quello che volevamo un po’ tutti no? Bene anzi benissimo “Black Orchid” che sembra essere un omaggio alle magnificenze orchestrali degli ultimi Nightwish, un po’ meno riusciti (anche se più che sufficienti) i due lentoni “Sleepwalking” (primo singolo che deve molto, troppo a “Lost In Space”) e “What's Left Of Me”: in perfetta linea stilistica, ma in passato è stato fatto di meglio o ancor più chiaramente… è già stato fatto.

Ci siamo. "The Mistery Of Time", nonostante “l’assenza rumorosa” di Jorn Lande, è il miglior disco della nuova generazione di Avantasia: esteticamente perfetto, privo di riempitivi, poetico. Segue una linea melodica di assoluta coerenza e si compone di testi che, una volta ancora, assumeranno un ruolo preminente e gratificante. Aspettiamo a braccia aperte Tobias Sammet e il suo “circo” il prossimo 16 aprile a Milano, dove finalmente potremo goderci un spettacolo degno della musica che lo rappresenta, e anche qui dubbi non ne abbiamo… Masterpiece.



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