Cradle Of Filth
Evermore Darkly...

2011, Peaceville Records
Gothic

Niente nuove, buone nuove! Felici di ritrovare la passione di una band dei tempi andati.
Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 24/10/11

Niente nuove… buone nuove! Questo è di gran lunga il miglior modo per riassumere il contenuto dell’ultima proposta dei vampiri del Suffolk. Fatta eccezione per il singolo “Thank Your Lucky Scars”, tutto quanto potrete trovare tra questi solchi è storia già raccontata. Eppure lo spettacolo vale il prezzo del biglietto.

Superata l’introduzione narrativa ad opera, si direbbe, dell’ormai sempre fedele cenobita Doug Bradley (Pinhead di "Hellraiser"), si passa subito all’unica vera e propria novità dell’EP. “Thank Your Lucky Scars” non aggiunge nulla a quanto fatto dall’ottimo “Darkly, Darkly, Venus Aversa”, uscito solo lo scorso anno. Ci ritroviamo una volta di più sui lidi ormai tanto cari ai Nostri, fatti di blast beats e liriche che lasciano senza fiato. Il pezzo si rivela all’altezza delle ultime produzioni, ben al di sopra di quanto sentito nel periodo “Thornography”, ma nonostante questo non è qui che sta il vero motivo d’interesse di questo “Evermore Darkly...”.

Nella sua versione demo, scopriamo che “Forgive Me Father (I Have Sinned)” non solo non perde quell’orecchiabilità che ne ha fatto a pieno merito il singolo apripista dell’ultimo LP, ma rivela anche una dote thrash insospettata. Ripulita dalla patinatura in eccesso questo pezzo riesce a regalare sensazioni che, dispiacere di molti, da ormai lungo tempo i Cradle of Filth avevano accantonato. Il ritornello rimane catchy come e più di quanto non fosse mai stato quello di “From The Cradle To Enslave”, primo storica concessione alla melodia più immediata, ma spogliata di una buona parte del lavoro di post-produzione (buona parte intendiamoci, tutto non sarebbe credibile), “Forgive Me Father…” riscopre una band persa nelle pieghe del tempo. Grezza, imprecisa, ricca di linee e cambi vocali in cui ogni inflessione e ogni cambio di registro appaiono evidenti come la rivettatura sul fasciame di una vecchia nave… ma proprio per questo incredibilmente piacevole.

La messa sul mercato delle versioni demo è un’operazione che ha sempre acceso in chi vi scrive più di una perplessità, quale che sia la band che sceglie di farlo o i pezzi scelti per la pubblicazione. Quanto di quello che ci viene passato per un demo lo è davvero? Che utilità potrà poi avere poter sentire la versione “non finita” di brani che ormai abbiamo imparato a conoscere ripuliti e raddrizzati? Chicche per estimatori e addetti ai lavori? Forse sì, ma più probabilmente solo un piccolo trucco per raggranellare qualche soldo in più. La band di Dani e compagni non è mai stata immune al fenomeno, anzi. Negli anni i demo non sono mancati, su EP come questo o come b-side, a dire il vero il più delle volte materiale piuttosto gratuito. Questa volta però il gioco vale la candela.

Improvvisamente sembra di ritrovare una band d’altri tempi ed anche per chi ne ha amato le incarnazioni più recenti, è difficile non provare un certo piacere in questo viaggio nel tempo. “The Persecution Song” e “The Spawn Of Love And War” ci riportano se non alle sonorità di “Cruelty And The Beast” almeno a quelle di “Midian”. Come è ovvio il tutto suona molto sporco (stai a vedere che si tratti davvero di una demo!?), ma sembra davvero di ritrovare la furia seminale ed appassionata dei giorni andati. Come a dire che sotto tanto trucco e parrucco il cuore oscuro della corruzione batte ancora. L’extended version di “Lilith Immaculate” aggiunge poco o nulla a quella già nota e caleremo un velo pietoso sul remix techno di “Forgive Me Father” passando direttamente al pezzo conclusivo della collezione. “Midnight in The Labyrinth” dovrebbe essere il titolo della raccolta di pezzi riarrangiati in versione orchestrale di prossima pubblicazione, anticipata dalla storica “Summer Dying Fast”. Il pezzo purtroppo non convince completamente, con un adattamento da film della Hammer (storica casa inglese) manca un po’ di quel pathos drammatico che invece ci saremmo aspettati.

Discorso a parte fa ovviamente il DVD, che costituisce forse la vera proposta centrale del box. L’elegante titolo del documentario on the road, dice in fin dei conti molto del suo contenuto. Per quanto affascinante possa sembrare la vita del musicista, la verità è che il tour è fatto di disagi, orari improbabili e condizioni di vita a volte ai limiti del sopportabile. Tutto questo viene ottimamente immortalato dall’ora scarsa di riprese fatte tra Russia ed Europa. Fortunatamente però non si tratta solo di brutture. Come da tradizione di casa Filth non mancano i siparietti spassosi anche se il quadro è di una band ben più professionale di quanto si potrebbe essere portati a credere. Segue la selezione live tratta dalla data al Graspop Festival. Una set di titoli storici portati in scena con tutta la furia e la convinzione dei tempi andati.

Come detto niente nuove, buone nuove. Felici di ritrovare la sanguinaria seminale passione di una band dei tempi andati che avevamo un po’ perso di vista. Solo quel remix…



CD

01. Transmission From Hell
02. Thank Your Lucky Scars
03. Forgive Me Father (I Have Sinned) - Demo
04. Lilith Immaculate (Extended Length)
05. The Persecution Song - Demo
06. Forgive Me Father (I'm In A Trance)
07. The Spawn Of Love And War - Demo
08. Summer Dying Fast ('Midnight In The Labyrinth' Breadcrumb Trail)

 

DVD

- You Can't Polish A Turd, But You Can Roll It In Glitter (Documentary)
- Graspop performance 2011:
01. Humana Inspired To Nightmare (Intro)
02. Heaven Torn Asunder
03. Honey And Sulphur
04. Lilith Immaculate
05. Her Ghost In The Fog
06. Nymphetamine
07. The Principle Of Evil Made Flesh
08. Ebony Dressed For Sunset
09. The Forest Whispers My Name
10. Cruelty Brought Thee Orchids
11. From The Cradle To Enslave
12. Summer Dying Fast (Orchestral Outro)
- Lilith Immaculate (Promo Video)

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