Cradle Of Filth
Bitter Suites To Succubi

2001, Abracadaver
Gothic

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 20/09/10

Stessa formazione del precedente “Midian” (incredibile ma vero), ma disco di ben altro spessore. “Bitter Suites To Succubi” è di fatto un EP vitaminizzato composto da sei pezzi nuovi (dei quali due strumentali), tre ri-arrangiamenti di brani tratti dal primo LP della band ed una cover dei Sisters of Mercy. Più che di una parentesi creativa, si tratta di un prolungamento del pruriblasonato “Midian”. Non ci sono temi portanti che valgano un’analisi dal punto di vista concettuale, ma ciò non toglie che il disco abbia momenti interessanti da offrire, almeno per i fan.

“Sin Deep My Wicked Angel” fa il pari con la intro “At The Gates Of Midian”. Con la classe di sempre, la band riesce a trasportarci in un ambiente dove i sensi vengono confusi ed una generale impressione di perversione e malsanità viene intessuta tramite suoni sintetizzati. La potenza d’apertura di “All Hope In Eclipse” fa ben sperare riguardo al resto del disco, sebbene lo spessore lirico del pezzo sia ben al di sotto degli standard ai quali i Nostri ci hanno abituato. Quasi un anthem dai sapori black metal ante litteram, il brano anticipa quel piglio epico che sarà la chiave di volta del successivo LP “Damnation And A Day”. L’approccio sonoro è però decisamente meno ruvido, meno furioso, e nel complesso la sensazione di sintetico data dalla produzione rende il risultato molto meno convincente. Supportata a suo tempo anche da un pacchiano videoclip (ma non poteva essere altrimenti), “Born In A Burial Gown” avrebbe potuto forse essere qualcosa più di un singolo apripista, se maggiore attenzione fosse stata prestata ai contenuti, anziché alla forma. Il risultato è una “From The Cradle To Enslave” meno orecchiabile ma ancora più esemplificativa degli aspetti più superficiali della band. Niente di nuovo sotto il sole: troppo poco interessante per rappresentare il singolo di riferimento di un vero e proprio LP, troppo curata per essere solamente una B-side.

La scelta dell’impronta sonora è di gran lunga l’elemento più determinante di questo lavoro e lo si può facilmente capire proseguendo con l’ascolto. “Summer Dying Fast” costituiva uno dei pezzi da novanta dell’ormai storico “The Principle Of Evil Made Flesh”. Complici i suoni grezzi e la voce ancora stentata, nella sua prima apparizione il brano era pervaso da un aura tragica e struggente che nella nuova incarnazione si dissolve come neve al sole, per tramutarsi in una distorta interpretazione dalle tinte forti. Tecnicamente impeccabile, ma non regge assolutamente il paragone con l’originale. La furia non manca, ma quando è il momento di soffermarsi nella dolorosa contemplazione della fine, i suoni sintetizzati plastificano ciò che un tempo era fatto di carne e sangue. La cover dei Sisters Of Mercy è un piacevole intermezzo heavy metal, supportato anch’esso da un videoclip, questa volta ispirato al Nosferatu di Murnau, ma che trasmette francamente poco se privato delle immagini. “The Principle Of Evil Made Flesh” riesce tutto sommato meglio nell’operazione di ringiovanimento del brano. Il risultato è comunque avvolto da una sensazione di sintetico, ma questa volta meno disturbante. Al tono drammatico si sostituisce quello un po’ folle dei nuovi Cradle Of Filth e la produzione scarna fino alla fame tipica dell’epoca, trova qui lo splendore del tecnicolor. Ciò non toglie che in molti continuino a preferire il più elegante e dignitoso bianco e nero…

“Suicide And Other Comforts” è la perla dell’EP. Malinconica come mai era capitato prima nella carriera dei vampiri di Suffolk, la tessitura del pezzo si dipana piacevolmente in un incipit sofferto con un Dani Filth che si produce in note di basso profondo su un delicato pianoforte. Per la prima volta il testo sembra voler mettere anche a nudo l’uomo e i motivi di tanta fascinazione per il lato oscuro della vita. La band non impiega molto ad unirsi alle danze ma per quando duri possano essere i suoni, la delicatezza del contenuto non viene mai a mancare. “I hear Her voice from where the grave defies Her, Siren song to sing along, no finer. Suicide notes, harmonised in a minor. Strike a chord with misery…”. Come già in passato l’estremo sacrificio diviene pensiero consolatorio di fronte alla perdita dell’amata. “Oh God, how easy now the sacrifice, My life, to have Her with me…”. “Dinner At Deviant's Palace” è poco più dell’ennesimo scherzo di grande effetto. Negli anni le accuse di satanismo si sono riversate sull’ambiente della musica rock in ogni modo possibile. Una delle accusa più “tradizionali” è certamente quella di infilare nelle canzoni messaggi subliminali, versetti satanici e chi più ne ha più ne metta. Allender, chitarrista della band, raccoglie l’idea si diverte qui infilando una registrazione del Padre Nostro campionata e riprodotta al contrario. Alla santa inquisizione l’ardua sentenza… “The Black Goddess Rises II” è la rivisitazione più riuscita del disco: non perde quasi nulla in flavour e guadagna parecchio in resa sonora. L’Ep termina con l’ultimo estratto originale “Scorched Earth Erotica” che, come i suoi predecessori, ha tanto da dire solo nel momento in cui viene accostato alle immagini del videoclip, tratte per la maggior parte dal lungometraggio “Cradle Of Fear” di Alex Chandon. Una strana commistione tra metal estremo, heavy ed electro-dark, un brano gradevole da ascoltare di tanto in tanto ma che fatica ad imprimersi nella memoria.

A completare il corredo ci sono, almeno nell’edizione speciale, il video promozionale di “Born In A Burial Gown”, il trailer del film di Chandon ed una divertente (?) galleria del grottesco. Si tratta di un periodo, questo, in cui i Nostri hanno un po’ saturato il mercato nel tentativo di cavalcare l’onda di un successo. Il risultato è una quantità di prodotti non sempre all’altezza e spesso evitabili. Questo EP ne è un esempio lampante, must assoluto per i fan accaniti ma assolutamente dimenticabile per chiunque altro!

L’anno successivo vedranno la luce anche un live di pregevolissima fattura (“Live Bait For The Dead”), sia per quanto riguarda la resa sonora, sia per la confezione, ed una raccolta assolutamente inutile, mal concepita e mal prodotta intitolata “Lovecraft & Witch Hearts” (oggetto di controversie tra la band e la vecchia etichetta).



01. Sin Deep My Wicked Angel
02. All Hope In Eclipse
03. Born In A Burial Gown
04. Summer Dying Fast
05. No Time to Cry" (Sisters Of Mercy Cover)
06. The Principle Of Evil Made Flesh
07. Suicide And Other Comforts
08. Dinner At Deviant's Palace
09. The Black Goddess Rises II
10. Scorched Earth Erotica

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