Green Day’s American Idiot (Marco Iacomelli)

Nel 2004 i Green Day sganciarono la granata con la pubblicazione di American Idiot. Nel 2009 l'idea del musical americano a Broadway, ora grazie a Marco Iacomelli l'arrivo in Italia in una nuova edizione esclusiva. Anteprima nazionale il 21 e 22 gennaio 2017 al Teatro Coccia di Novara, dal 26 gennaio al 12 febbraio ben 15 repliche al Teatro della Luna, Assago, Milano.

Articolo a cura di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 08/12/16

Se dovessimo ripercorrere la carriera fulminante di Green Day attraverso i premi che li hanno consacrati alla stampa e alla celebrità, recupereremmo velocemente i 6 Grammy Awards, il Grammy Best Alternative Album per Dookie, il Best Rock Album per American Idiot, il premio Record of the Year per Boulevard of Broken Dreams (sempre da American Idiot), Best Rock Album, la volta dopo, con 21st Century Breakdown. Ma è sul premio più particolare che vale la pena soffermarsi, sul Best Musical Show Album per American Idiot: The Original Broadway Cast Recording.


Nel 2010 il musical di American Idiot, tratto dall'omonimo album della band, diventato anche un film, ha debuttato a Broadway. Il musical è stato nominato per diversi premi tra cui 2 Tony Awards per Best Musical e Best Scenic Design.


L'uomo che sta dietro alla versione italiana del groundbreaking musical del decennio è Marco Iacomelli, fondatore della Scuola Teatro Musicale, in collaborazione con Fondazione Teatro Coccia di Novara e  Reverse Agency, con il sostegno di Fondazione CRT. Ha creato un cast di cantanti e musicisti, giovanissimo, attraverso workshop ed audizioni aperte a tutti, senza particolari requisiti, se non una sconfinata passione per i valori che questa esperienza trasmette: molti appassionati sono diventati professionisti. Lo raggiungiamo telefonicamente a New York, nel giorno del ritorno dopo due settimane di lavoro a distanza su quello che, nei primi giorni del nuovo anno, sarà un appuntamento inedito, per non dire storico, della stagione teatrale italiana.


Nel 2004 i Green Day sganciarono la granata con la pubblicazione di American Idiot. Nel 2009 l'idea del musical americano a Broadway, ora grazie a te l'arrivo in Italia in una nuova edizione esclusiva. Cosa è significato trasportare sul palco teatrale la Punk Rock opera che ha segnato più generazioni, a 13 anni di distanza dal fenomeno mediatico e culturale che fu quel tipo di mainstream?


L'edizione teatrale è una sorta di continuazione del concept album, in quanto anche il lavoro drammaturgico è stato eseguito da Michael Mayer e dai Green Day stessi. Tieni presente che anche 21st Century Breakdown è incluso nella storia, e il musical potenzia la narrazione coinvolgendo visivamente ed emozionalmente in modo speciale, sia rispetto all'ascolto del disco, che ai live set. L'esperienza è nuova e formativa, sia per gli spettatori che per i protagonisti.


American Idiot è la storia di tre amici d'infanzia, ognuno alla ricerca di un senso e di un posto nel mondo dopo gli eventi dell'11 settembre. Si apre con un gruppo di giovani che vivono nella periferia di Jingletown, arrabbiati e stufi della società in cui sono inseriti. Il musical si concentra quindi sui tre protagonisti, legati da una forte amicizia: Johnny, Will, e Tunny. I tre non ce la fanno più a vivere nel loro contesto sociale così Johnny va a comprare dei biglietti dell'autobus per fuggire dalla città. Al contempo, Will apprende che Heather, la sua fidanzata, è incinta, così Johnny e Tunny partono senza di lui.


[M] Il libretto e la partitura sono fedelmente replicate anche nella versione italiana del musical, che integra alla prima edizione di Broadway un allestimento personalizzato, lasciando spazio artistico alla personalità del nostro cast. Trasmetteremo quindi una sensibilità ad argomenti più vicini alla nostra nazione, condividendo in ogni caso un'avventura che ha spazi e tempo ben definiti.


Mentre Johnny vaga per la città e languisce di desiderio per una donna che ha visto attraverso la finestra dell'appartamento, Tunny trova difficile adattarsi alla vita urbana: si rende conto che la sua generazione è stata stordita dai media ed è diventata totalmente apatica così viene sedotto da uno spot televisivo per l'esercito e si arruola. Frustrato dalla partenza del suo amico e dalla sua incapacità di trovare una ragazza con la quale divertirsi, Johnny evoca un alter ego ribelle di sé stesso, chiamato "St. Jimmy", ed inizia una vita sregolata e piena di eccessi.


[M] Crudo, reale, consistente: l'apporto della musica è tutto nel racconto dell'avventura, ed è un elemento che rappresenta un'unicità. Siamo i primi a portare in Italia questo genere, che fa parte di noi. Il musical contemporaneo è questo, non c'è spazio al musical di repertorio. Ecco perché a gennaio 2017 oseremo, porteremo in patria ciò che qui a New York è la quotidianità. Qui si sperimenta, quasi si gioca con l'arte, e un risultato importante è l'esportazione di questo prodotto prezioso che è giusto condividere anche in Europa, specie in questo momento politico di connessione tra i due continenti. È lo stesso dell'era Bush e sono curioso di cosa potrà scatenare, nel cuore degli spettatori, la visione, la condivisione, appunto, di questa esperienza.

 

 

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Portare il musical in Italia è una scommessa e forse l'azzardo più importante della tua vita professionale. Da fan della band e da produttore, cosa ti ha spinto a compiere questo passo?


E non solo. Da fan loro, da fan del teatro, da fan delle rivoluzioni, posso dire di avercela fatta. Voglio scommettere sul futuro e sulle potenzialità inespresse dei ragazzi, giovani artisti emergenti che lavorano con me, sia dei nuovi progetti teatrali. In Italia è difficile farlo e abbiamo deciso di essere i precursori: l'accoglienza è stata ottima e le repliche a Milano lo dimostrano con grande entusiasmo. Ringrazio anche il Teatro Coccia che ha da subito capito con intelligenza le nostre intenzioni. Alla mia richiesta di organizzare un'anteprima, hanno risposto con classe e lungimiranza: "Facciamo Opera, ma proporremo un Musical Punk. Il vostro".


Da fan delle rivoluzioni: c'è un punto dello spettacolo a cui sei più legato, o che ti emoziona più delle altre?


C'è un momento nel musical simile a qualcosa che accade a tutti noi nella vita comune, in cui i tre protagonisti sembrano aver toccato il fondo. Da quel punto si può solo risalire. È il momento in cui si canta "Wake me up when September ends". Ci si aggrappa alla speranza, questo messaggio fa parte di me. Il momento del riscatto è quello più bello. Ecco perché questo è uno spettacolo per tutti, senza limiti di età, senza limiti di emozioni.


La produzione italiana di Green Day's American Idiot è la terza in tutto il mondo, l'unico musical nella stagione 2016/'17 originale ispirato a un concept album, con liriche in inglese. Marco Iacomelli, fondatore della Scuola Teatro Musicale, in collaborazione con Teatro Coccia di Novara e Reverse Agency, con il sostegno di Fondazione CRT nel 2015 hanno acquisito i diritti per la produzione e distribuzione del Musical in Italia.




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