Biffy Clyro (Simon Neil, James Johnston, Ben Johnston)
Poche ore prima della loro partecipazione alla seconda data torinese del Summer Stadiums Tour dei Muse, la band scozzese si è resa disponibile per una round table incentrata sulla loro ultima uscita: “Opposites”.
Articolo a cura di Costanza Colombo - Pubblicata in data: 04/07/13
“Opposites” è stata la pausa di cui avevamo bisogno. Eravamo arrivati al burnout.” Così Simon Neil, cantante e songwriter dei Biffy Clyro, contestualizza il periodo in cui è stato composto il double album uscito lo scorso gennaio. “Per la prima volta avevamo a disposizione abbastanza materiale per realizzare un progetto del genere. Eravamo così stanchi che è stato fondamentale staccare, eravamo arrivati al punto di dimenticare i nostri sentimenti e il fatto d'essere degli individui. Pensavamo a noi soltanto come membri della band. E' da 15 anni che suoniamo e da 10 che facciamo tour veri e propri ma stavolta il tour si era protratto troppo a lungo.” Riguardo al titolo e al significato dell'opera, Neil aggiunge: “La prima parte (“The Sand At The Core Of Our Bones”) tratta di quel momento in cui ci si ferma a riflettere sulla propria identità e su come si sia finiti per ritrovarsi a vivere in una condizione che non riesce a renderci felici. La seconda (“The Land at the End Of Our Toes”) è invece focalizzata sul cercare di capire come uscire da tale situazione e riconquistare la propria positività reagendo in maniera propositiva. Il contrasto tra queste due metà è la ragione per cui si intitola “Opposites”, non perché sia costituito da un disco acustico e uno più rock.

Il tema di fondo è quindi ancora una volta il contrasto interiore già presente in “God & Satan” e “Mountains” che, come spiega Neil, è parte integrante sia di sé che della band. “Quando scrivo canzoni voglio esprimere esattamente quel che provo in quel momento e in quel periodo della mia vita. Dipende tutto se sono di buono o cattivo umore. A volte non è bello quel che trasmetto, ma penso che i due lati della personalità si completino a vicenda. Credo sia molto evidente nei miei testi, a volte nutro speranza, altre no. Cerco solo di essere onesto.

Altro lampante esempio di dualità nella produzione dei Biffy Clyro è il contrasto tra la dolcezza di certe melodie e la violenza di alcune liriche e immagini. “A volte la violenza può essere intesa come una sorta di contrario dell'amore ma c'è anche dell'altro. In particolare, nei video (si riferisce al pestaggio in “Biblical” e all'incidente stradale in “Opposite”) intendiamo mostrare un certo tipo di realtà, far vedere come talvolta possano essere la vita e l'amore. Nell'album ci sono emozioni positive ma nei video abbiamo scelto di esprimere quei frangenti in cui ti senti letteralmente a pezzi e arrivi a punire te stesso. Quello che vogliamo esprimere con la nostra musica è come i brutti momenti servano a rendere anche migliori quelli più importanti.

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A seguire, Neil ammette che, quando uscirono i primi due album, alcuni non riuscivano a comprendere quello che stavano cercando di fare, poi aggiunge: “Comunque penso che stia a noi non essere travisati. Essendo al sesto album credo che ormai sia facile comprenderci per chi vuole farlo. Quando iniziammo, eravamo agitati e infastiditi quando venivamo fraintesi. Adesso cerchiamo di non preoccuparcene. Ovviamente c'è chi dice che siamo dei grandi e chi ci considera una merda ma del resto si tratta di opinioni. A questo punto la direzione nella quale ci stiamo dirigendo è chiara, soprattutto a noi, ed è questo quel che conta. Nei primi due dischi avevamo un approccio totalmente diverso poiché avevamo una gran voglia d'esprimerci e quindi cercavamo di riversare tutto quel che avevamo dentro nella nostra musica per paura che fosse la nostra unica chance. Poi col passare del tempo, si matura, ci si rilassa e ci si rende conto di potersi permettere una maggior sperimentazione.

La discussione si sposta poi dai contenuti al making of di “Opposites”. E' noto che, prima di iniziare a registrare, fossero già pronte 45 canzoni ma soltanto 24 sono state scelte. Alla domanda se ci sia o meno l' intenzione di impiegare le restanti per il loro prossimo lavoro, Neil risponde: “No. Quando scriviamo delle canzoni durante la composizione di un determinato album non ha senso riutilizzarle successivamente. Questo perché sono state create in un preciso momento della nostra esistenza e quindi sono strettamente collegate a certi stati d'animo che magari, nel lasso di tempo che intercorre tra un album e l'altro, possono mutare. Uno, due, tre anni, possono cambiarti la vita.

“Opposites” è stato registrato nello studio The Village di Los Angeles, in California, celebre per aver dato i natali ad alcuni dei capolavori del rock firmati Fleetwood Mac, Rolling Stone e Pink Floyd. Una tale circostanza non poteva non influire sullo spirito con cui i Biffy Clyro hanno affrontato la creazione del loro ultimo lavoro. “Noi siamo una piccola band scozzese - dichiara con sincera modestia Neil - e l'entrare in quella stanza, dove sono stati registrati i classici, ti fa venir voglia di farne uno o almeno impegnarti al massimo per raggiungere quel traguardo. Credo che per noi, il fatto di arrivare ogni giorno e vedere gli Stones, e tutti gli altri, alle pareti abbia funzionato da stimolo a livello mentale, diversamente da altre band che magari si sarebbero fatte intimorire da una situazione del genere. Ti fa venir voglia di dare il meglio. La musica è una cosa bellissima, può riuscire a fare grandi cose, lo sapete anche voi. Spesso succede che il solo fatto d’ascoltare il tuo disco preferito riesca a cambiarti la vita. Non c'è bisogno che sia stato fatto da una grande band, basta ascoltare il giusto album, della giusta band, al momento giusto. E ciò può davvero cambiare le cose ed è quello che noi abbiamo provato a realizzare.

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I lavori si sono svolti sotto la supervisione del produttore GGGarth Richardson che aveva già curato la produzione di “Puzzles” e “Only Revolutions”. Il legame instauratosi tra Richardson e i Biffy Clyro è descritto da James Johnson: “Dopo averci lavorato a stretto contatto per cinque mesi, Garth è ormai diventato un membro della famiglia. Abbiamo imparato molto da lui e lui ha imparato molto da noi.” “Soprattutto lo slang scozzese”. Aggiunge scherzando Neil. “Era il suo primo doppio album - riprende il bassista - ed è stata una bella sfida anche per lui.
    
Il sospetto che Los Angeles abbia influenzato non solo il mood della band ma anche lo stile degli ultimi due video è confermato da Neil: “Per noi è inusuale girare dei video del genere dato che sono i primi nei quali recitiamo invece che suonare. Volevamo provare qualcosa di nuovo e credo che le canzoni in questione fossero adatte a qualcosa di cinematografico. E' chiaro che siamo stati fortunati a trovarci a Los Angeles perché di certo in Scozia non sarebbe stato possibile realizzarli così, né tanto meno girare scene come quella dell'incidente stradale. E' stato carino tentare qualcosa di nuovo ma credo che per il prossimo video torneremo a qualcosa di più rock.

Per alcuni degli artwork associati a “Opposites”, la band si è affidata, come già in passato, alla comprovata esperienza di Storm Thorgerson (universalmente noto per l'artwork di “The Dark Side Of The Moon” dei Pink Floyd). Riguardo alla ragazza ritratta, celata dalle rose rosse, sulla copertina del singolo di “Opposite” Simon ammette: “Di tutte le opere di Storm è quella che preferisco. Rappresenta la bellezza che riesce a uscire da noi stessi e fiorire al di fuori della nostra interiorità.” A conferma che ogni copertina simboleggi un preciso concetto, Neil aveva in passato dichiarato come l'albero piegato nell'artwork di “Opposites” sia una riflessione sulla forza delle radici su cui si basa la band. Riguardo a tale metafora, Neil aggiunge: “C'è stato un momento in cui quell'albero era spoglio, proprio come nell'immagine, e a tenerci uniti sono stati i tanti anni condivisi in passato. Certamente, quel che ci auguriamo è che quei rami possano rifiorire.” Il riferimento ai dissidi interni associati ai problemi di alcolismo del batterista Ben Johnson è palese.     

Altro aspetto che contraddistingue la band scozzese è il suo sound eclettico che spazia da pezzi come “Spanish Radio” a “Machines”, passando per “Bubbles”. “Abbiamo sempre voluto essere una rock band, ma per noi è fondamentale provare a muoverci attraverso aree diverse e fare quel che altri gruppi a volte non fanno temendo di essere definiti ridicoli, ovvero sperimentare. Fin dai nostri primi album, abbiamo invece inserito parti dance, magari nel bel mezzo di una canzone, e tanto altro che ha funzionato alla grande. L'unico esperimento che non è andato a buon fine è stato quello del coro gospel… decisamente inappropriato per tre ragazzi scozzesi!

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Il futuro prossimo dei Biffy Clyro li vedrà protagonisti del Leeds festival in quanto headliner della prima serata. A loro l'impegnativo compito di suonare dopo i Nine Inch Nails, prospettiva che non può che impensierirli. “La realtà è che siamo terrorizzati, tra l'altro il nostro chitarrista Mike, è un loro fan sfegatato ed è atterrito - confessa Neil - comunque credo che ci faremo valere, a modo nostro. Sarà dura ma noi metteremo in gioco la nostra umanità e il nostro essere più organici rispetto alla loro grande tecnica che li rende in un certo qual modo “meccanici”. Faremo tutto quello che possiamo per dare il massimo, del resto si tratta di uno dei festival “classici” e non possiamo essere al di sotto delle aspettative.  Abbiamo in serbo fuochi d'artificio... e non solo!
    
La buona notizia per i fan italiani è che a novembre la band scozzese calcherà i palchi di  Milano e Bologna per due date dedicate a chi li segue da anni e per chi ha iniziato ad apprezzarli proprio per “Opposites”.


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