Mesi addietro abbiamo parlato di “Pearl Jam Twenty”, colonna sonora dell'omonimo documentario dedicato ai venti anni di carriera della band di Seattle. Ora abbiamo tra le mani proprio “Pearl Jam Twenty - The Motion Picture”: materiale audiovisivo d'archivio, riprese amatoriali, testimonianze di amici della band ed i diversi punti di vista dei diretti interessati riguardo i vari accadimenti che li hanno visti protagonisti in queste ultime due decadi.
Raccontare in maniera esaustiva un lasso di tempo così ampio non è semplice, e qui entra in gioco la realizzazione a cura del regista Cameron Crowe, già amico della band e con alle spalle un'esperienza da critico musicale che contribuisce in maniera alquanto importante nel dare un senso alla quantità non indifferente di materiale a disposizione. Proprio l'esperienza regressa come giornalista del settore è un elemento implicito che di fatto influenza buona parte della strutturazione di questo DVD: non si celebra in pompa magna la carriera dei Pearl Jam, l'attenzione non si concentra unicamente sui loro successi o sui loro momenti più eclatanti. Grande cura è stata posta alla contestualizzazione dei vari avvenimenti: grazie anche alla testimonianza di Chris Cornell viene ricostruita la fervida scena musicale di Seattle di fine anni '80 ed inizio '90, si comprende quanto quell'ambiente era molto più sereno rispetto alle scene di New York o Los Angeles; si parla in maniera chiara ed esaustiva della rapida parabola dei Mother Love Bones, del non facile inserimento di Eddie Vedder nei primi tempi e del fulmineo passaggio dai club alle decine di migliaia di persone dei festival, del rapporto con Kurt Cobain, della speculazione sul fenomeno del grunge, della crisi all'interno della band nell'ultima parte degli anni '90, della diatriba con il colosso Ticketmaster, della tragedia di Roskilde, delle contestazioni nei loro confronti, delle scalette decise dieci minuti prima di salire sul palco. E c'è molto altro ancora, senza contare che non abbiamo parlato degli extra, anch'essi gustosi e simpatici (Eddie Vedder che illustra la sua casa, Stone Gossard che guida per le strade di Seattle, Jeff Ament che parla della sua adolescenza, come l'organista Boom Gaspar è entrato nella band e altro ancora).
Tecnicamente parlando, il DVD è ben confezionato: le riprese in analogico e video8 sono state ottimizzate e rimasterizzate (in modo particolare gli spezzoni dei concerti) e lo stacco con i filmati in digitale e a definizione chiaramente più alta non è poi così marcato. Presente, al solito, la possibilità di scegliere audio PCM stereo o il mixaggio ottimizzato per i sistemi 5.1.
“Pearl Jam Twenty – The Motion Picture” è pregno di contenuti interessanti tanto per i fan storici quanto per il più profano degli amanti della musica, la curiosità viene soddisfatta con famelica soddisfazione. È un'opera sì di celebrazione, ma non autocelebrativa. È un'opera enciclopedica e precisa, didascalica e curata, chiara e corposa. Soprattutto, è un'opera che non gonfia l'ego del gruppo, ma anzi esalta la semplicità, la schiettezza ed il senso di realtà di ogni membro dei Pearl Jam, mostrandoli come persone che (quasi) sempre sono rimaste coi piedi per terra. Non si poteva chiedere di più.