Kataklysm
Heaven's Venom

2010, Nuclear Blast
Death Metal

L'ennesimo buon disco che non verrà ricordato molto a lungo
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 16/08/10

Puntuali come una tassa a scadenza biennale, i Kataklysm si ripresentano sul mercato con il nuovo “Heaven's Venom”, lavoro che segna l'importante traguardo del decimo album in studio in quasi venti anni di attività.

Dopo il deludente “Prevail”, lunghi tour in tutto il mondo e un (mediocre) disco con il nuovo progetto Ex Deo (leggi qui la recensione), il frontman italo-canadese Maurizio Iacono ritorna con la sua creatura più famosa senza provocare scossoni col passato. Non poteva essere altrimenti vista l'ormai lunga sequenza di lavori partorita dai nostri, alfieri di un death metal divenuto via via sempre più melodico, quadrato, carico di groove, ma, a seconda di chi scrive, pericolosamente noioso. È come se trovata la formula, più o  meno vincente, i Kataklysm abbiano poi inserito il pilota automatico a ogni tornata, facendo comunque proseliti, ma non riuscendo mai a piazzarsi in prima fascia, ben lontani dalle band cardine del genere.

Risulterebbe inutile alla soglia del decimo full-length sperare in qualcosa di nuovo, ma era lecito sperare una rinnovata grinta e ispirazione, in modo da risollevarsi dal già citato deficitario “Prevail”. Missione compiuta, anche se a dir la verità era più facile fare meglio che peggio, visto l'indubbio talento e professionalità dei nomi in causa. “Heaven's Venom” ci mostra dunque una band con una rinnovata verve artistica, sempre ancorata fedelmente al proprio stile, ma con un lotto di brani competitivi, maggiormente strutturati, aggressivi, in una parola: migliori. La band spara le sue cartucce prevalentemente nella prima metà del disco, vedi la bella “A Soulless God”, “Faith Made Of Shrapnel” o il primo singolo estratto “Push The Venom”, tra cambi di regime efficaci, in bilico tra riffing rocciosi e aperture melodiche della casa.

Tuttavia non basta una manciata di buoni pezzi per risollevare le sorti di una carriera sì ben avviata da diversi anni (ripeto, tour mondiali e Nuclear Blast non sono da tutti), ma che dal lato artistico non ha mai sorriso troppo a Iacono e compagni, arenati su un buon livello che non ha mai avuto grandi colpi di genio, probabilmente togliendo spazio a ben altre formazioni più giovani rimaste schiacciate nel mare magnum della scena odierna. Semplicemente un disco per fan, non troppo longevo, professionale in tutto e per tutto, ma che non si farà ricordare da qui a qualche mese. Per tutti gli altri, passate oltre senza troppi indugi.



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