Kataklysm (JF)
I death metaller canadesi Kataklysm, freschi di pubblicazione del loro nuovo "Meditations", ci raccontano la trama delle loro più recenti riflessioni e i segreti di più di 25 anni di carriera.
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 18/06/18

Traduzione a cura di Ivan Quadrelli

 

Ciao JF e benvenuto su SpazioRock! È un piacere parlare con te, come stai?


Ciao e grazie! Sto bene. Sono molto emozionato per il nuovo album. Nelle ultime due settimane ho parlato con persone da tutto il mondo e continuo a ricevere feedback molto positivi. Mi fa molto piacere potere parlare con te in questo momento.


Grazie! "Meditations" è stato pubblicato il primo di giugno, giusto e il titolo stesso afferma che si tratta di un disco introspettivo, credi che fermarsi a riflettere sia una fase della vita fisiologica anche lavorativa?


Noi dei Kataklysm ci sentiamo ancora dei giovani adulti, e quello che ci interessa è parlare di cose che sono importanti per noi. Siamo ancora dei metallari sfegatati e ascoltiamo qualsiasi tipo di genere e band, spesso e volentieri trovo che alle band piaccia musica un po' più focalizzata sul pensiero degli adolescenti. È figo, ma volevamo parlare di cose che ci interessavano veramente ed è questa la direzione che ha preso la band a cui si allineano i testi delle canzoni. Abbiamo scelto il titolo dell'album una sera quando eravamo sul tourbus mentre parlavamo della vita in generale. Per noi suonare heavy metal significa meditare, come una valvola di sfogo ci aiuta a calmarci quando ci sentiamo stressati. Abbiamo pensato che fosse un titolo figo.


E che conclusioni avete tratto dalle vostre riflessioni?


Trattiamo molte tematiche tra cui quella dell' "Outsider" (estraneo NdR) che è la seconda traccia dell'album, questo perché ho sempre vissuto la mia vita nel mio mondo, facendo cose che mi rendevano felice, che mi hanno reso la persona che sono. Non mi sono mai preoccupato delle problematiche che si trovano al di fuori del piccolo mondo in cui vivo. I Kataklysm sono una band musicalmente diversa dalle altre, ma facciamo sempre le cose a modo nostro, non importa che tipo di trend sia in voga. E per questo che come band ci sentiamo "outsider" perché facciamo quello che amiamo, ma non ci siamo mai sentiti parti di un trend ed è questo il significato della canzone. Questa tematica si ripete spesso in tutto l'album.

 

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La vostra band è stata fondata negli anni '90. In che modo le band culto del metal anni 90', come i Suffocation o i Sepultura, hanno influenzato la vostra carriera, e in che modo questa base ha influenzato il processo creativo di "Meditations"?


Quando abbiamo dato vita alla band eravamo ancora degli adolescenti, ci siamo incontrati alle superiori e in quegli anni ero preso dal thrash metal anni 80' dei Metallica degli Slayer. Il genere che ci piaceva al tempo era quello dei Carcass o dei Napalm Death. Queste band hanno fin da subito influenzato i Kataklysm, ma volevamo creare una versione più folle di quel genere, ed è stata questa l'idea iniziale, essere la band più folle al mondo. È stato molto caotico, al tempo avevamo strutture delle canzoni molti intricate e complicate. Eravamo giovani e studiavamo per diventare musicisti e non volevamo far altro che suonare la nostra musica evitando di copiare quella di altri. Siamo stati molto fortunati, abbiamo ricevuto il nostro primo contratto discografico quando eravamo molto giovani, con la nostra prima demo che era composta da solo tre canzoni e abbiamo firmato agli uffici della Nuclear Blast. Siamo entrati e siamo stati lanciati nella sfera professionale fin da subito, ma non penso che fossimo al tempo né pronti né abbastanza maturi. Abbiamo fatto il nostro percorso e fortunatamente siamo ancora qui. Ci dicevano all'inizio che la nostra carriera sarebbe durata al massimo quattro o cinque anni, e che ce la saremmo dovuta godere finché durava, allora ci siamo detti "ok, figo!". Siamo una di quelle band che è stata davvero fortunata e ha avuto fan fedeli che ci hanno seguito per tutta la nostra carriera sino a oggi, dandoci un sacco di supporto quando andiamo in tour e quando facciamo uscire dei dischi. Penso che questo sia il motivo per il quale siamo ancora qui, unito al fatto che amiamo follemente quello che facciamo come musicisti. Ci diciamo sempre che, quando smetteremo di divertirci a fare quello che facciamo ci fermeremo. Ma ci divertiamo ancora, e non mi vedo ancora come un vecchio, amo ancora suonare metal, ne amo lo stile di vita di cui sono molto appassionato. Abbiamo fatto molti tour e show con i gruppi che hai menzionato prima, come i Sepultura e i Soffocation che sono dei nostri grandi amici. Rispettiamo molto quello che fanno. A volte raccogli due o tre cose dalle band con cui sei in tour perché trovi sempre qualcosa di nuovo e cerchiamo sempre di prestare attenzione a quello che ci succede attorno e perciò abbiamo molte influenze da diverse band.


In correlazione a quello che hai appena detto, mi riferisco allo stile, avete continuato negli anni a suonare un genere ibrido. Al momento c'è qualcosa a cui state rivolgendo la vostra attenzione in particolar modo?


Penso che ci siano serviti diversi anni per capire il tipo di genere con il quale ci sentivamo a nostro agio. Abbiamo sperimentato molto e lo facciamo tutt'ora. Penso che rispetteremo sempre le radici da cui veniamo, l'idea che avevamo quando eravamo degli adolescenti, e rispetteremo sempre questo nel nostro stile, ma ci piacciono i grandi gruppi power e lo stile mainstream, ci piacciono le melodie profonde e intricate, i patterni vocali, in ogni album ci piace incorporare diverse texture e colori in modo tale che non abbiano lo stesso suono. Continuiamo comunque a sperimentare, abbiamo appena fatto uscire questo album e già non vedo l'ora di scrivere musica per il prossimo.


In più di 25 anni avete sviluppato una consapevolezza e una saggezza che plasma la vostra mentalità nella creazione di un album. Cos'è la cosa più importante che avete imparato finora che rende quest'ultimo disco diverso da quelli precedenti?


Direi che quando si inizia a scrivere della musica la prima regola e non avere alcuna regola. Inizi e ti lasci trasportare. La cosa interessante è che eravamo, come una volta, insieme in una stanza a lavorare su un album, e questo ha fatto riaffiorare delle sensazioni molto belle. Se qualcuno salta fuori con una nuova idea un altro dice "Ehi! Ho questo riff" e questo porta ad avere una musica più diversificata. È un modo fantastico di lavorare, e ce ne dimentichiamo, perché gli ultimi dischi prima di questo erano stati fatti via skype. ognuno di noi ha la propria sala di registrazione dove si registrano parti che poi ci inviamo. Viviamo tutti distanti perché lavoriamo in città diverse. Era di certo comodo lavorare così, ma farlo nella stessa stanza credo abbia fatto la differenza. E spero che possiamo fare lo stesso per i prossimi album. Consiglio a ogni band di fare lo stesso, è un approccio molto figo alla musica perché sembra tutto più reale.

 

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Sempre in riferimento al vostro stile, direi che una delle caratteristiche più particolari della vostra musica è lo schema ritmico che definirei quasi tribale. Che ne pensi? Sei d'accordo?


Totalmente! Scrivo molte parti di chitarra e per noi Kataklysm la ritmica è sempre stata una cosa importante. Ci ridiamo sempre sopra perché mi dicono che i riff che faccio sono cazzuti e sembrano quelli di un motore. È così che iniziano le nostre canzoni a volte, ma funziona, e quella "pesantezza musicale" è ciò che ci piace. Potrebbe essere chiamata "Tribal-Life". Mi piace questo termine.


Questi pattern ritmici ti sono venuti in mente suonando o provi diverse soluzioni fino ad arrivare al risultato che desideri?


A volte sento qualcosa nella mia testa e dico "Wow, è bellissimo" corro a prendere la chitarra per vedere se funziona. A volte suono a sentimento e mi vengono fuori stili e riff nuovi che mi piacciono, e siccome ho sempre timore di dimenticarmeli li registro o me li annoto. A volte mi dimentico semplicemente, mi viene da scrivere della roba figa e il giorno dopo mi sono completamente dimenticato ciò che ho scritto. Ma il modo in cui la vedo è che se non me la ricordo forse non era un granché. Però vorrei davvero ricordarmene perché alcune delle cose che dimentico sono davvero interessanti. Non abbiamo una ricetta per le nostre canzoni, qualsiasi cosa che funziona lo teniamo. Non è mai stato un lavoro individuale dove devo scrivere tutto io. Lo stesso vale per Oli, il batterista, a volte si fa venire in mente delle parti di chitarra, non è un chitarrista ma sa come suonarla.


Per concludere vorrei solo chiederti se avessi voglia di lasciare un messaggio ai tuoi fan italiani e a coloro che leggeranno la nostra intervista...


Un grande grazie per il supporto che ci avete dato negli anni. Ci piace sempre suonare in Italia, c'è sempre una folla incredibile e una reazione più che positiva. Amiamo la vostra cultura e siamo fan della storia italiana. Grazie per l'intervista.


Grazie a voi!




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