Ambramarie Band (Ambramarie Facchetti, Kristo)
Incontro Ambramarie Facchetti alla vigilia di un live in quel di Brembate, ridente paese della provincia di Bergamo. L’occasione è stata propizia per parlare del passato (più o meno remoto), del presente e del futuro dell’anima rock di X-factor 2009. Sia chiaro: non si è parlato solo di X-factor, piuttosto, anche di X-factor. Perché noi siamo Spaziorock, e quello che ci interessa, in fondo, è il soltanto il Rock! Vi auguro una buona lettura di questo speciale, mi auguro che, come me, possiate rimanere piacevolmente sorpresi dalle parole di questa ragazza.
Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 13/05/09

Ho elaborato un detto, vorrei che me lo commentassi: “Un rocker lo puoi spezzare, ma non lo puoi piegare”…


(Ride) Sono decisamente d’accordo con te su queste cose… Però non l’avevo mai sentita una cosa così!


Davvero? Eppure avevi detto una cosa simile in un confessionale di X-factor una volta…


Sì è vero, avevo detto che potevano provare a cambiarmi, ma io ero disposta solo a migliorare, non a cambiare. Questo sì, l’avevo detto!


Infatti io volevo arrivare a chiederti: non credi di essere stata in un certo qual senso punita per la tua onestà ed integrità musicale all’interno della struttura X-factor?


Beh, sai… Lì spesso si creano dei percorsi, per cui tu entri in un modo e ne esci completamente cambiato. Io in X-factor sono entrata con un’identità ben precisa, per cui la mia intenzione principale era quella di affermarla, semmai svilupparla e migliorarla. Non ero decisamente disposta a cambiarla, perché il prezzo sarebbe stato il cambiamento della musica.


Qual è la canzone che avresti voluto portare nel programma, ma che sicuramente non ti avrebbero mai fatto cantare?


Cosa buffa: mi dicevano che non era possibile fare “Paradise City” dei Guns N’ Roses, che poi hanno fatto i John Frog! Quella comunque… O anche “Welcome To The Jungle”… Insomma, qualcosa dei Guns. Poi ci sarebbero comunque state molte canzoni che mi sarebbe piaciuto cantare… Ascolto molta musica, quindi anche Annie Lennox o qualcosa del genere, ad esempio.


Puoi comprare solo un cd di tutti gli artisti che hanno partecipato con te ad X-factor: quale compreresti e perché?


Penso che comprerei quello dei Bastardi, perché sono curiosa nei loro riguardi. Anche se mi ha molto incuriosito pure Elisa Rossi… Vorrei sentire qualcosa di suo, di personale.


Ci spieghi com’è nata la collaborazione con James Morrison?


E’ nata in modo molto semplice: sono stata eliminata alla sesta puntata, alla settima arrivava James Morrison come ospite essendo la sua “Broken String” una grossa hit nelle radio, e poiché mancava la voce femminile di Nelly Furtado, gli autori hanno pensato di richiamarmi, per fare una sorpresa un po’ a tutti, sia ai partecipanti che alla Ventura, che era davvero dispiaciuta che io fossi stata eliminata. D’altronde, lei è stata messa di fronte ad una scelta davvero dura. Quindi gli autori mi hanno chiamato e mi hanno chiesto: “Ti piacerebbe?” Ed io ho risposto: “Beh, caspita se mi piacerebbe!” (ride)

 

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Io comunque ti ho vista davvero tranquilla e a tuo agio sul palco in quel momento…


Sì, fondamentalmente perché lui è davvero una persona carina e alla mano, ci siamo trovati subito benissimo insieme mentre provavamo il pezzo.


Bene dai, con le domande su X-factor ho chiuso, pensa!


Ah sì? (sgrana gli occhi)


Beh sì, a noi interessa anche tutto il resto! Tipo: io volevo andare ancora più in là nel tuo passato, visto che ho scoperto due canzoni come “Via Da Te” ed “Urla”…(singoli del periodo in cui Ambramarie era sotto contratto con Warner, usciti a cavallo del 2002 e del 2004. Soprattutto “Via Da Te” ha atmosfere easy-listening ben lontane dal gusto attuale di Ambramarie, n.d.r.)


Ommioddio! (A questo punto interviene Kristo, il chitarrista, che tra le risate generali esclama: "Grande! “Via Da Te” spacca!", ndr)

Dai, cosa mi dici di questi due pezzi?


Guarda… Se io potessi far sì che “Via Da Te” potesse essere dissociato per sempre dal nome Ambramarie, pagherei qualsiasi cosa.


Vabbé dai, quanti anni avevi? Quattordici?


Quattordici anni, sì.


…e quindi è più che normale fare qualche “sbaglio” agli inizi…


Sì, gli sbagli all’inizio è anche giusto che si facciano, l’importante poi è non farne degli altri! Seriamente: ero comunque all’inizio, alle prime armi con un contratto discografico con una major… Ma mi è servita anche questa esperienza perché ho capito che non era decisamente quel tipo di musica quello che volevo fare nella vita! (ride)


Infatti mi hai tolto la prossima domanda di bocca! Già tra “Urla” e “Via da te”, difatti, si avverte molto la nascita in te dello spirito rock…


Diciamo che io ho cominciato a capire effettivamente cosa volevo da un palcoscenico e dalla mia musica quando ho cominciato a girare con la mia band: lì ho capito che l’unico genere che riusciva a darmi così tanto era proprio il rock. Quello che vedrai stasera: quello è il mio habitat. A quattordici anni in effetti già lo sospettavo, ma mi mancavano sia i mezzi che l’esperienza per potermi affermare come sto facendo invece ora: all’inizio magari tendi a farti pilotare da quello che ti consigliano gli altri, ma poi col tempo ho capito che prima di assecondare quello che vogliono gli altri, devi capire tu quello che vuoi. La musica è una cosa troppo personale per far sì che diventi degli altri.


Ed ora il presente! Ambramarie band: è un monicker definitivo, oppure… diciamo che serve al momento per cavalcare l’onda?


No no, è proprio Ambramarie perché noi tutti, come gruppo, ci siamo conosciuti al termine del mio contratto discografico con la Warner, e poiché il mio nome, seppur non famosissimo, aveva già cominciato a girare nell’ambiente, abbiamo deciso di mantenerlo anche come nome del gruppo. Poi sai, è un nome così particolare, uno tende a ricordarselo subito! Diciamo che è un po’ come Bon Jovi: c’è il suo nome, ma c’è anche tutta una band ben definita ed indispensabile dietro, esattamente come succede qui con me. Non potrei mai fare a meno del mio gruppo! Condividiamo tutto, proprio come le vere band.


Kristo, Ci puoi raccontare come vi siete conosciuti?
 
Kristo: Avevamo una conoscenza in comune: noi, come band, eravamo alla ricerca di una cantante e Ambra era alla ricerca di un gruppo con cui suonare e così, semplicemente, ci siamo conosciuti. Il feeling tra noi è stato immediato, per cui è stato naturale finire tutti insieme: prima nel fare semplicemente cover, quindi per scrivere pezzi anche nostri.


ambramariexfactor2Parlando sempre della band e dei rapporti tra di voi: gli equilibri sono in qualche modo cambiati dopo X-factor?


Assolutamente no: se fosse cambiato qualcosa, adesso non suoneremmo insieme. Io dico sempre che in X-factor è come se fossi entrata anche con tutti loro, come se io fossi stata una mera portavoce: d’altronde, lo sappiamo, nel programma i musicisti non possono entrare. Quindi sono semplicemente andata avanti: se avessi vinto, ovviamente avrei portato al disco comunque i ragazzi della band. Lasciamelo ripetere: il nostro è un gruppo vero, non uno che sta insieme come se fosse un lavoro. Fisicamente in X-factor c’ero io, ma loro erano sempre a mio fianco, anche se voi non li vedevate.


Cosa bolle in pentola per voi? Nuovo album in arrivo?


Speriamo! Adesso ho degli appuntamenti con la casa discografica che segue X-factor (la Sony, ndr) dove mi diranno quali sono i progetti nei miei confronti. Progetti a breve termine purtroppo nessuno: con la scusa che sono stata eliminata troppo presto da X-factor, a livello contrattuale io non ho attualmente in mano nulla in quanto il contratto “sicuro”, alla fine, ce l’hanno solo i tre finalisti. Il percorso, quindi, per me sarà un attimino più lungo, ma non per questo vedo la cosa in modo negativo: io mi sono fatta conoscere, ho dei contatti con persone che senza questa opportunità non avrei mai avuto… Anche adesso quella di farmi intervistare da te, ad esempio!


Troppo gentile Ambra! Ma senti: avete del materiale già pronto?
 
Kristo: Di materiale ne abbiamo per riempirne tre di album, guarda!


Ambra: Esatto, siamo a posto per 6 anni! Bisogna solo trovare un team di produzione che creda in noi, nel nostro sound, nella nostra particolarità.


Parlando di materiale inedito, io ho sentito le due canzoni sul Myspace: al di là della proposta in stile X-factor (brano in italiano e brano in inglese), trovo che “Vanity Or Chance” sia rocciosamente rock, mentre “Guardami” è sospeso in atmosfere più gotiche e moderne. Pensa che mentre ti vedevo su X-factor, vedevo più adatte a te proprio queste due anime musicali. Nel nuovo album c’è uno spirito che prevale sull’altro o sarà un mix bilanciato di elementi?


“Guardami” è una canzone che ha ormai quattro anni, ci siamo un po’ discostati da quella influenza gotica che avevamo all’inizio: quel brano è lì per una questione affettiva, visto che è stata la nostra prima canzone a finire sul Myspace quando l’avevamo aperto… Poi lì è rimasta, perché io non ho un buon rapporto con la tecnologia! (ride) Il nuovo materiale, quindi, si muove più su quell’atmosfera rock che hai sentito in “Vanity or chance”.


Come nasce una canzone della Ambramarie band?


Il nucleo centrale della composizione siamo io e Raffaele, il bassista. Lui arriva o con un riff di chitarra o con un giro di pianoforte e insieme costruiamo il resto della melodia. Poi andiamo in saletta, con questa forma primitiva di canzone, e tutti insieme si completa l’arrangiamento.


Tra poco vi esibirete: cosa ci dobbiamo aspettare dal vostro show?


E’ uno show che ripercorre varie tappe della storia del rock: alcune cover da X-factor accostate ad altre che amiamo particolarmente ed un paio di pezzi nostri. Sicuramente sarà uno show energico e di grande impatto… Soprattutto col pubblico: io ho bisogno del contatto diretto col pubblico. Se nella vita sono molto riservata, sul palco mi trasformo completamente! (ed è proprio vero! Ma per questo vi rimando al Live Report della serata! n.d.r.)


Una riflessione conclusiva. Molto liberamente, Ambramarie: sei convinta che X-factor sia stato utile per la tua carriera e per la tua crescita come artista? Cosa senti di avere guadagnato da questa esperienza e cosa invece, se c’è, questo programma ti ha tolto?


Dipende da come vivi il programma: X-factor, come ti dicevo, mi ha dato l’opportunità di farmi conoscere da una vasta fetta di pubblico ed addetti ai lavori che, senza lo show, non avrei sicuramente mai avuto. Mi ha dato l’opportunità, per adesso, di poter vivere della mia musica e di capire quello che davvero volevo fare. Non credo che mi abbia tolto niente, anche perché non sono stata dentro il tempo necessario perché avvenisse la trasformazione completa! (ride) Io trovo comunque stupido quando ti dicono che un talent show ti trasforma automaticamente in un cliché: quando la qualità c’è, la si vede sempre. Anche perché in Italia non c’è niente: uno come fa a farsi conoscere? Noi suoniamo insieme da cinque anni, io canto da quando ho sei anni, quindi non è che uno arriva a X-factor e ha successo immediato e non meritato grazie ad un programma che dura due mesi.  C’è dentro gente che magari è dieci anni che si fa un culo così e che ci prova a fare musica, quindi quando sento questa gente che parla con superficialità dicendo che la vera musica non la si può fare attraverso un programma televisivo… Diciamo che non lo trovo giusto, perché non sanno la storia delle persone che ci stanno dentro. X-factor, se lo sfrutti bene, ti dà molte cose che prima non avevi.

 

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Avevo in effetti detto che era la fine, ma questa devo proprio fartela, visto che sei cosi disponibile! Cosa hai provato veramente quando Miguel Bosè ti ha detto che hai “un uomo in gola”?

 
Ahahah! Eh sì, ho un uomo in gola, vedremo di tirarlo fuori durante questa serata!


Grazie infinite Ambramarie per la disponibilità!


Grazie a te e a tutti i lettori di Spaziorock dell’interessamento!




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