Pretty Maids (Ronnie Atkins)

Freschi di pubblicazione del nuovo lavoro, “Motherland” e in attesa dei festival estivi che li porteranno in giro per l’Europa, i danesi Pretty Maids ci hanno dedicato qualche momento per vedere più da vicino la release e i loro piani per il futuro. A voi!

Articolo a cura di Chiara Frizza - Pubblicata in data: 10/05/13

Ciao ragazzi, innanzitutto congratulazioni per la vostra recente release, sembra un album interessante e sembra sia stato ben accolto in Danimarca e anche nel resto d’Europa!

 

Grazie! Sì, devo dire che ha avuto una ricezione fantastica finora, in Danimarca e anche in Europa… dappertutto, in effetti, quindi suppongo che abbiamo fatto qualcosa di buono!

 

“Motherland” si presenta come una versione più melodica di “Pandemonium”, mi sbaglio? E’ così che doveva essere o avevate in mente qualcosa di diverso?

 

Beh, tanto per cominciare, sapevamo che “Pandemonium” sarebbe stato un album tosto da eguagliare! Fin dal primo giorno abbiamo deciso che non avremmo provato a copiarlo, ma avremmo solo tentato di mettere giù qualunque tipo di idea ci venisse in mente. Non avevamo degli intenti specifici, a parte registrare un buon album in stile Pretty Maids e farlo al meglio.

 

Qual è la tua canzone preferita di “Motherland”, e perché?

 

A dire il vero me ne piacciono parecchie di canzoni dell’album, molte hanno una vita propria, sai! Mi piace la varietà del materiale e il tono leggermente cupo/malinconico che ha. Ma se dovessi nominarne una o due, probabilmente sarebbero “The Iceman” e “Mother Of All Lies”.

 

La primavera scorsa vi siete incontrati per scrivere il nuovo album. Cosa puoi dirci riguardo la fase di composizione e scrittura?

 

Beh, abbiamo fatto più o meno quello che avevamo fatto per “Pandemonium”! Abbiamo organizzato questi “rock camp” durante i quali ci riunivamo e sperimentavamo un po’. Io e Ken (Hammer, NdR) abbiamo anche fatto delle writing sessions insieme, come ai vecchi tempi, solo noi due e due chitarre acustiche. A parte questo abbiamo anche lavorato da soli, inviandoci poi il materiale a vicenda. Al momento però siamo sparsi un po’ per tutta l’Europa, quindi le prove giorno dopo giorno sono più complicate da organizzare. Serve una pianificazione. Comunque, la parte principale del disco è stata scritta tra Aprile e Giugno dello scorso anno. Due canzoni, “Motherland” e “Infinity”, sono state scritte direttamente in studio.

 

E cosa puoi dirci della vostra esperienza in studio? Ancora una volta vi siete affidati a Jacob Hansen, che si è occupato della produzione dell’album. E’ stato un percorso facile? Cosa puoi dirci dell’approccio di Jacob, è stato diverso rispetto a quando avete lavorato a “Pandemonium”?

 

Jacob è stato disponibile e alla mano esattamente come lo è stato durante la lavorazione di “Pandemonium”. La differenza questa volta è stata che ci conoscevamo già gli uni con gli altri e credo sia stato un vantaggio! Ma anche questa volta è stato un piacere lavorare con lui, c’è una certa intesa tra di noi e ci siamo fatti un sacco di risate.

 

Registravate e nel frattempo andavate in tour durante i weekend. E’ stato stressante? In qualche modo, il tour ha influenzato le registrazioni?

 

Beh, ad un certo punto ho davvero iniziato a sentirmi un po’ stressato! Stavamo registrando in tre studi diversi più o meno contemporaneamente, a causa dei nostri impegni live. A volte, quindi, ci sentivamo come se l’intera cosa ci stesse sfuggendo di mano. Alla fine siamo riusciti a rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle e il risultato finale è “Motherland”.

 

prettymaids_intervista_2013_02

 

A Settembre 2012 avete suonato negli Stati Uniti per la prima volta nella vostra carriera. C’è qualcosa di quell’esperienza che vale la pena condividere?

 

E’ stato decisamente un gran concerto! Ma, alla fine, non è stato molto diverso da qualunque altra performance live dei Pretty Maids, credo. A parte il fatto che è stato il nostro primissimo concerto sul suolo americano. Immagino che sembri strano però, dopo 32 anni di carriera.

 

Avete anche tenuto due show in Giappone lo scorso autunno… l’ultima volta che avete suonato per i vostri fan giapponesi è stato undici anni fa. Com’è stato rimettere piede nel Paese del Sol Levante?

 

E’ stato fantastico tornare dopo così tanti anni! In passato eravamo soliti suonare spesso laggiù e undici anni sono una specie di pausa, in effetti. Ma abbiamo ricevuto un bentornato fantastico, e ritorneremo più in là durante l’anno!

 

I Pretty Maids sono in attività da più di trent’anni. Il music business è cambiato molto in tutto questo tempo… qual è il vostro pensiero al riguardo?

 

Beh, a volte è stato frustrante, soprattutto negli anni 90’, credo… A volte, la sensazione era quella di dover ricominciare tutto daccapo, correndo su per una collina. Ma, d’altra parte, siamo stati parte di questo business finora, è solo il naturale evolversi di queste cose. O ci convivi o ti dedichi ad altro!

 

E’ cambiata anche la vostra fanbase?

 

Ci sono ancora molti fan accaniti e leali, sin dagli esordi, e seguaci della band che si sono avvicinati a noi in seguito. Ma negli ultimi anni è comparso molto pubblico più giovane, e continua a farlo, è  una cosa fantastica da vedere! Alcuni addirittura vengono ai concerti con i loro genitori, a loro volta nostri fan. E’ allora che ti accorgi che stai diventando vecchio!

 

Cosa ci puoi dire della scena musicale in Danimarca? La tieni d’occhio? Ci sono nuove band promettenti all’orizzonte?

 

Un pochino. Non sono mai stato un grande fan della scena danese, comunque. Ultimamente è più che altro una via di mezzo tra pop, euro disco, rap o indie rock e non sono un grande seguace di questi generi, ad essere sincero… poi, ovviamente, ci sono i Volbeat, ma credo che tu ne abbia sentito parlare! Riassumendo, credo che sia sempre stato difficile essere un gruppo hard rock/metal in Danimarca. E’ sempre stato un genere piuttosto di nicchia.

 

A giudicare dalla vostra agenda, la vostra sarà un’estate impegnativa, tra un festival europeo e l’altro. C’è qualche show al quale non vedete l’ora di partecipare?

 

Oh beh, in generale non stiamo nella pelle per ognuno di questi! Non vedo l’ora di tornare in pista con “Motherland” e spaccare un po’!

 

Ci sarà un tour vero e proprio dopo i festival estivi? Qualche speranza di vedervi suonare anche in Italia?

 

Certo, suoneremo in Europa tra Settembre e Ottobre e se tutto va bene, torneremo a suonare anche in Italia! E’ passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo suonato lì! A dire il vero, però, ho suonato in Italia qualche settimana fa con gli Avantasia, che pubblico eccezionale! Spero veramente di poterci suonare con gli altri ragazzi durante il tour di “Motherland”. Ma si tratta sempre di una questione finanziaria prima di tutto, è necessario che arrivi un promoter con una proposta soddisfacente.




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