Delain - European Tour 2011
09/05/11 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di Alessandra Leoni
Quella che si sta presentando questa sera all'Alcatraz di Milano, è una bella occasione per poter vedere gli olandesi Delain come headliner, accompagnati dai britannici Lost In Thought e dagli austriaci Serenity. Si preannuncia però uno show con un'affluenza alquanto scarsa, sicuramente per alcuni motivi: prima di tutto la band principale non ha ufficialmente pubblicato un album nuovo, anche se di fatto ha presentato tre nuove canzoni nel corso della serata; in secondo luogo, gli olandesi Delain non sono ancora noti come i "fratelli maggiori" Within Temptation (ricordiamo che il tastierista e fondatore dei Delain, Martijn Westerholt è fratello del chitarrista Robert Westerholt dei Within Temptation e ha militato nella suddetta band fino a "Mother Earth"), ma ci stanno mettendo tanta buona volontà. Certamente, hanno dimostrato di meritarsi qualche attenzione in più in futuro, in virtù di un bel concerto convincente e denso, e di pezzi nuovi che hanno avuto subito presa sul pubblico.


Si parte puntuali con i Lost In Thought, che propongono uno stile decisamente distante dal resto delle band: ci troviamo davanti a brani progressive marcatamente ispirati ai Dream Theater, come si può evincere dal primo brano, che ricorda la "Home" dei colossi americani. Lo stile adottato dal batterista fuga qualsiasi dubbio, anche perché la sottoscritta ha avuto l'occasione di scambiare qualche parola con i membri della band in questione, confermando le mie sensazioni circa il loro retaggio musicale. I brani sono abbastanza canonici e scorrono via molto velocemente; strumentalmente la performance è discreta, rovinata da qualche errore di troppo da parte del cantante. Nel complesso, comunque, non c'è male, per essere la prima band di supporto, pur non essendo molto inerente al contesto della serata.


L'evento prosegue senza particolari intoppi - a parte la qualità dell'audio non sempre ottimale, ma ci sono state serate francamente peggiori - e sul palco salgono i Serenity, forti dell'uscita del loro album "Death & Legacy". A dire il vero, nemmeno loro sono riusciti a colpire particolarmente la sottoscritta, in quanto la musica proposta è decisamente legata ed influenzata da band illustri come i Kamelot. Intendiamoci, non sono stati affatto male da un punto di vista puramente esecutivo, anzi, la voce di Georg Neuhauser si è rivelata particolarmente ammaliante e cristallina; l'apparizione della valida Lisa Middelhauve (ex-cantante degli Xandria) è stata molto gradita, seppur non si sentisse affatto bene da un punto di vista acustico. A conti fatti, questi Serenity non sono stati nulla di particolarmente speciale.


Finalmente, la musica cambia e si passa al piatto forte della serata, ovvero i Delain, che iniziano puntualissimi, offrendo 75 minuti di musica emozionante e coinvolgente. C'è da dire che il gruppo si presenta subito coeso e ben affiatato, soprattutto i due nuovi membri, ovvero Otto Van Der Oije al basso - che si rivelerà, tra l'altro, un discreto growler nel corso della serata - e Timo Somers alla chitarra, vivace e pulito negli assoli e nelle parti più decise. Si parte subito con "Mansion", uno dei nuovi brani, che si rivela un'ottima opener. Charlotte Wessels, la cantante del gruppo, arriva sul palco e da' subito prova di essere in buona forma e di reggere il palco veramente bene. Molto emozionanti e ben eseguiti nel complesso brani come "Stay Forever" e "Invidia", per poi dare spazio ad un altro inedito, come "Get The Devil Out Of Me", che pare essere subito gradito dal pubblico, che risponde con molto calore alla band. L'unica canzone nuova che non convince tanto ancora è "Milk&Honey", ma prima di bocciarla, bisognerebbe sentirla anche nella versione in studio. "Sever", "Shattered" e "Pristine" sono altri brani validi e memorabili della serata, prima di entrare nel gran finale, caratterizzato dai bis. Solo un piccolo appunto, a parte qualche settaggio audio non ottimale, circa il fumo mandato dai macchinari: all'inizio del concerto, per almeno tre brani, è stato praticamente impossibile vedere il tastierista Martijn ed il batterista Sander, situati dietro a Charlotte, al chitarrista ed al bassista. Fortunatamente, nel corso dello spettacolo il problema si è attenuato.


Il gran finale spetta alla meravigliosa "Sleepwalker's Dream", dove la brava cantante a mio avviso riesce sempre a dare il meglio di sé. Forse "Control The Storm" non rende senza la voce di Marco Hietala, ma "The Gathering", accolta molto calorosamente dagli accorsi, con tanto di coriandoli, provvede a chiudere nel migliore dei modi la prova di questa band che cresce e migliora sempre più.




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