Sadside Project (Gianluca Danaro)
Semplicità, passione ed immaginazione: è attraverso concetti astratti tramutati in musica che prende vita "Winter Whales War", l'oceano mistico di Gian e Dodo, i quali ci accompagnano in questa breve chiacchierata.
Articolo a cura di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 20/04/13
Ciao ragazzi e bentrovati su SpazioRock. Innanzitutto presentatevi: come vi siete conosciuti e come è scattata la volontà e la complicità che vi ha portati a fare musica assieme?

Ciao! Allora... il nostro incontro è stato abbastanza casuale, io ero impegnato con delle registrazioni con il mio primo gruppetto del liceo, e Domenico era l'aiuto-fonico nello studio (che poi era una garage) dove registravamo. Tra una sessione e l'altra, durante una pausa, ci ritrovammo a suonare insieme, chitarra e batteria, da quel momento ci risultò chiaro che non ne avremmo più potuto fare a meno.

Il vostro album, "Winter Whales War", è un mix di componenti tematiche tutto da scoprire e da capire. Cosa ispira le vostre canzoni?

La musica è una sintesi del mondo tangibile (e non) che abbiamo intorno, credo che tutto rientri nell'ispirazone, ciò che scriviamo è semplicemente il risultato di ciò che viviamo, di ciò che ascoltiamo durante il giorno, e devo dire che è bello avere uno strumento con cui esprimersi, specialmente in questo momento storico in cui siamo in balia di forte crisi e tendiamo a perdere di vista la nostra identità.

Come nasce la simpatia per balene e pirati e in che modo gli elementi immaginari che compongono l’album si tramutano in musica e testi di senso compiuto?

Sono sempre stato affascinato dal mondo marinaresco; tutti quei viaggi, galeoni, balene, pirati, e mostri marini sono sempre stati protagonisti indiscussi del mio immaginario fanciullesco. Un disco che parlasse di queste tematiche era in cantiere da tempo, e sono felice di averlo realizzato davvero.

sadsideproject_intervista_2013_03Un brano davvero notevole per bellezza e profondità è “Molly”. Chi è Molly per voi?

Molly era il mio cane, lo è stato per 12 anni, era praticamente mia sorella; dormiva con il mio gatto, nascondeva ossi nel mio giardino (dimenticandosi dove fossero) e amava guardare la televisione, in modo particolare Scooby-Doo.

Quali aspetti della vita di ogni giorno provate a comunicare attraverso i testi?


Mi ricollego alla domanda di prima; è vero che molte tracce hanno come tema il mondo marinaresco, sia in generale che nello specifico, ma in realtà sono soltanto metafore di quello che può accadere a chiunque un qualsiasi giorno. Sono testi semplici, con tematiche quotidiane, ci è sempre piaciuto essere minimalisti.

In che modo le vostre pregresse esperienze musicali si riversano nel vostro ultimo lavoro?


Nella musica non si matura mai, si cresce, ma non si diventa mai adulti. Più si suona e più si accumula sicurezza e “mestiere”, ma è un lavoro a tempo pieno, colmo di una ricerca senza fine.

La grande professionalità e la cura del sound nell’album sono un ottimo biglietto da visita. Quali sono le vostre aspirazioni per il futuro nel mondo della musica?

Beh suonare suonare suonare il più possibile, è la cosa che ci piace più fare al mondo, è una specie di ossessione (con accezione positiva ovviamente), siamo stati molto attenti al sound di questo disco, volevamo fare un disco sporco ma non lo-fi, e crediamo di essere bene o male riusciti nel nostro intento.

Che gruppi e artisti ascoltate nel tempo libero e in che modo siete stati influenzati dalle loro produzioni?

Ecco cosa ascoltiamo in questo periodo. Io apprezzo Tame Impala, Paolo Nutini, Usa Is A Monster e Ramsey Lewis mentre Dodo è appassionato di NoTwist, Radio Dept, Weezer e Tre Allegri Ragazzi Morti.


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