Uomini emersi da melma salmastra, impregnati di horror punk, solcano furtivamente i bassifondi delle città del mondo per risvegliare con cariche esplosive i demoni delle nostre anime con malvagia dolcezza. Un gruppo storico, spiriti umanizzati che pervadono l’emisfero del macabro raccontato con ironia attraverso una musica eccitante e veloce. Una ventina di musicisti, appartenenti a diverse band e provenienti da altre band dalla natura più varia, dispersi e ritrovati, che nel corso di 35 anni tra deliri, teschi, cimiteri, zombies e oscurità hanno dato vita al mito dei Misfits, mantenendo in vita una delle band di riferimento e di massima ispirazione tra gli ultimi esponenti di un genere musicale e di una cultura che sta lentamente sprofondando nello stesso oblio da cui nacque.
L’eredità della travagliata combriccola poggia ora interamente sulle spalle muscolose del frontman e co-fondatore Jerry Only, bassista duro e sfrontato, che è solito suonare con un teschio avvinghiato alla paletta del basso e il corpo avvolto di pelle nera e borchie. La faccia dell’attuale chitarrista Dez invece è spesso pitturata in modo tale da farlo apparire uno zombie stregato. Eric Arce invece non ama troppo i travestimenti: ostacolerebbero le rullate di batteria a discapito dei ritmi frenetici, quasi esasperanti, che costituiscono il cuore pulsante del gruppo. L’apparenza, l’immagine macabra che i Misfits (letteralmente “disadattati”) sbandierano senza pudore è, assieme alla musica impareggiabile, l’impronta che più caratterizza il gruppo americano.
"DEA.D. Alive" (registrazione di uno degli ultimi concerti tenutosi a New York in conclusione del tour 2012), come tutti gli album dal vivo non provenienti da ambiti troppo commerciali, esce in un contesto particolare: è l’integrazione di “The Devil’s Rain”, l’ultimo album di inediti pubblicato alla fine del 2011 dopo otto anni di silenzio discografico in cui Only, ROBO, Dez ed Eric, ormai orfani del fuggiasco Micheal Graves che con la sua voce avvicinava la melodia al classico scenario horror, hanno visitato di nascosto cittadine e metropoli in occasione di esibizioni e raduni, con la sporadica partecipazione esclusiva di Marky Ramone, una delle ultime leggende dei mitici anni ’70. L’album è una fotografia nitida del pregevole stato di forma di Only&co. in un contesto tetro e misterioso: si apre con le acclamazioni per Jerry e poi largo spazio alla musica in pieno stile Horror. Le canzoni iniziali sono ovviamente proventi di “The Devil’s Rain”, tra cui spicca una notevole "Curse of the Mummy's Hand" con nuovi riferimenti a mummie e alle divinità dell’antico egitto. Verso i ¾ dell’album canzoni storiche come “Dig Up Her Bones”, “American Psyco” ed “Helena” scaldano il rimanente pubblico che è resistito al pogo generale. La traccia conclusiva “Saturday Night” è una pietra miliare della scena Heavy-Punk, che unisce dolore e rabbia in pochi graffianti e veloci accordi.
Molti pensano che dopo le innumerevoli scissioni i Misfits siano finiti e si trascinino verso uno scontato declino. Jerry Only però porta avanti imperterrito il suo progetto, e per altri anni sarà impegnato con brevi tour internazionali. Personalmente colgo con positività i cambiamenti di line-up e gli stravolgimenti interni di questa band così autoironica e concreta. Ho sempre assoggettato il gruppo a un ideale, a uno stile di vita, a un concetto astratto a cui chiunque può ispirarsi: al movimento del punk che non necessita assolutamente di icone o di regole, ma che vive da sé, indomabile e imprevedibile, nell’animo di ogni ribelle. O disadattato.