The Doors
L.A. Woman

1971, Elektra Records
Rock

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 12/01/10

Se chiedete a dieci persone prese sulla strada chi fosse Jim Morrison almeno sei vi risponderanno che è quello con la posa da Gesù Cristo che si vede sulle bandiere dei mercatini, di fianco a quelle con la foglia di marijuana. Con un piccolo sforzo qualcuno penserà anche al nome The Doors, ma per la maggior parte della gente Morrison è tristemente divenuto solo un’icona della dissoluzione, simbolo della rock star di altri tempi. Per alcuni “poeti solitari” il re lucertola è stato l’ultimo sciamano della beat generation, e questo ci avvicina forse maggiormente alla verità, ma ancora non basta. In tanti anni sono state spese pagine e pagine nel tentativo di fare un quadro esatto dell’uomo, psicanalizzare il mito e stendere un profilo esatto dell’ascesa e della caduta del mostro.
L’unica certezza in casi come questo è che nessuno può conoscere l’uomo, se non forse chi con lui ha condiviso arte, amore o amicizia. A noi però rimane l’artista e l’eredità lasciataci nelle sue incisioni.


Ultimo disco pubblicato dai The Doors prima della morte del frontman, avvenuta appena tre mesi più tardi, "L.A. Woman" vedeva la luce nell’aprile del 1971. Ultimo di una serie di Lp che a cavallo tra i sessanta e i settanta hanno segnato la storia della musica. Ultimo grande capolavoro. Aprendo le danze con un blues dai toni acidi e spigolosi il disco si presenta fin da subito come l’opera priva di compromessi che di fatto dimostrerà di essere. Le note di basso di Jerry Scheff, ospite speciale insieme alla chitarra ritmica di Mark Benno si fondono alla voce di Morrison che per l’occasione si fa dura e sguaiata. “The Changeling” ha un feeling completamente fuori da ogni schema mescolando caldi giri di blues ad un piglio, soprattutto sull’incalzante parte finale, che sa di vecchia New Orleans.
“Love Her Madly” è per liriche forse uno dei tentativi in assoluto meglio riusciti di esprimere la totale perdita di senno e misura di uno spirito innamorato, capace di vedere lo straordinario nell’ordinario ed incapace di comprendere come chiunque altro sia cieco di fronte a tanta meraviglia. “Cars Hiss By My Windows” è blues dei più sanguigni, poesia beat da manuale e racchiude in se una torrida notte da costa ovest in maniera tanto vivida che si ha quasi la sensazione dei brividi freddo, quando il sudore ti si asciuga addosso e la donna con la quale hai condiviso il letto è improvvisamente distante. Provare per credere. “L.A. Woman” sposta avanti l’orologio di poche ore o al più di pochi giorni dalle sensazioni del pezzo appena concluso. Riapriamo gli occhi viaggiando sulle strisce d’asfalto della città. Il cuore batte a ritmo accelerato scandendo una vita tra rifugi precari, sesso mercenario e il sogno di un amore puro per un angelo sperduto nel caos. Musicalmente il pezzo si dimostra una perfetta title-track riassumendo in se tutte le atmosfere e i temi del disco. “Crawling King Snake” striscia letteralmente sulla spina dorsale delle sensazioni, fondendo immagini surreali e morbose a suoni febbrili.


Siamo quasi alla fine del viaggio. Per “The WASP” la band mescola i panni del poeta metropolitano a quelli del predicatore e ci accompagna lungo un percorso fatto d’ispirazione, un caleidoscopio con lenti distorcono quel tanto che basta una dimensione fatta di racconti del sud e sogno hippie. Presa direttamente da una sceneggiatura scritta da Morrison e mai tradotta in pellicola (fatta forse eccezione per quel the Hitcher di diversi anni più tardi che vanta diversi punti comuni), “Riders On The Storm” chiude il disco avvolgendolo in una coperta di velluto. Le tastiere di Manzarek danzano intorno al monito del pezzo. Un invito a prestare attenzione mentre si attraversa una vita che non si può scegliere, che può essere fredda e  pericolosa ma che può divenire una meraviglia senza fine: “…Girl ya gotta love your man, Take him by the hand, Make him understand, The world on you depends, Our life will never end…”. Se desiderate un po’ di poesia in più nella vostra vita, dimenticate l’icona, chiudete gli occhi e lasciate che le porte del sogno si aprano per voi.


“If the doors of perception were cleansed, everything would appear to man as it truly is, infinite.”
“Se le porte della percezione fossero spalancate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come realmente è, infinita.”
(William Blake)





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