Grave Digger
The Clans Will Rise Again

2010, Napalm Records
Power Metal

Recensione di Marco Ferrari - Pubblicata in data: 08/10/10

I Grave Digger sono una di quelle band che non necessita di molte presentazioni. Il ruolo senza dubbio seminale che possiamo attribuire a Chris Boltendahl nel panorama musicale europeo non ammette discussioni. Per presentare il nuovissimo album "The Clans Will Rise Again" però mi dovete perdonare una breve, quanto necessaria, rivisitazione del passato della band ed in particolare di quanto successo nell’anno di grazia 1996. E’, infatti, a metà degli anni ’90 che il buon Boltendahl decide di tagliare col passato per dare vita ad un trittico di album che hanno reso ancor più indelebile il nome dei Grave Digger nel panorama metal. Con “Tunes Of War” inizia infatti una fortunata trilogia di leggende medioevali che, nell’occasione, narra di epiche avventure nell’indomita Scozia in un disco indimenticabile.

 

Dopo ben 14 anni ed una successione interminabile di stravolgimenti della band (l’ultima riguardante il chitarrista Manni Schmidt che aveva avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’ultimo decennio) Chris Boltendahl decide di tornare a narrare le vicende dei clan scozzesi regalandoci il seguito di “Tunes Of War”. I fan probabilmente bramavano più di ogni altra cosa un ritorno a tali sonorità, ma come spesso è accaduto nel recente passato (leggi gli Helloween con "Keeper 3" e i Gamma Ray con "Land Of The Free 2") il rischio di deludere le altissime aspettative e sempre dietro l’angolo e bisogna ammettere che sia i timori che le aspettative si sono in parte realizzati.

 

Il disco, come da tradizione, si apre con una coppia di brani veloci ed aggressivi che sorretti da una ritmica semplice, ma efficace, lasciano il compito di guidarci alla voce graffiante di Chris Boltendahl.  Sia “Paid In Blood” che “Hammer Of The Scots” sono brani ben strutturati e potenti, ma che risultano talmente “classici” da essere prevedibili. Di tutt’altra freschezza sono invece il singolo “Highland Farewell” e la bella “Rebels”. La prima è una canzone dal ritornello molto epico ed è sorretta da un riff che, anche se si rifà in maniera un po’ troppo diretta ad “Heavy Metal Breakdown”, trasmette molta energia, mentre in “Rebels” è possibile riconoscere un brano di sicuro successo, soprattutto in sede live. Viste le premesse probabilmente vi sembrerà strano il giudizio finale del disco, ma purtroppo arrivati a metà album le sorprese piacevoli sono finite. Non che la seconda metà del platter sia brutta, ma possiamo dire che scorre nello stereo in maniera abbastanza anonima soprattutto sui brani più veloci e diretti. Generalmente l’apporto del nuovo chitarrista Axel Ritt è da considerarsi positivo, ma fin troppo timido ed orientato alla tradizione, mentre mi duole sottolineare una prova scadente da parte della sessione ritmica che risulta troppo statica e monotona.


"The Clans Will Rise Again" segna, quindi, un ritorno al passato non certo esaltante per la band teutonica e se da una parte le qualità di fondo dei Grave Digger risultano immutate, dall’altra non si può negare che siamo di fronte ad un prodotto piacevole da ascoltare, ma che finirà spedito nel dimenticatoio.





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