Grave Digger
Clash Of The Gods

2012, Napalm Records
Heavy Metal

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 08/10/12

Trent'anni in giro per il mondo a portare alta la bandiera dell'heavy/speed metal tedesco. I Grave Digger festeggiano con “Clash Of The Gods” il trentaduesimo anniversario dalla formazione e con questo nuovo album, a distanza di due anni dal precedente, si rimettono in carreggiata. Peccato che non sia uno dei loro lavori più riusciti.

“Clash Of The Gods” si infila in quella categoria di concept album che trattano i miti dell'Antica Grecia, un tema un tantino inflazionato, che negli ultimi anni ha subito una sorta di rinascita data l'uscita di una serie di film come “Troy” o “300”, dopo essere rimasto a prendere polvere per lungo tempo in favore di altre tematiche e mitologie come quella norrena o celtica. La scelta di per sé non è delle migliori, vuoi perché l'argomento è piuttosto comune nelle forme d'arte moderne, vuoi perché abbiamo a che fare con un album tendenzialmente senza carattere, quasi scritto tanto perché c'era da fare qualcosa nel tempo libero tra una data e l'altra del tour.

“Clash Of The Gods” manca di mordente, è il classico full-length dei Grave Digger, carino, senza infamia e senza lode. Si fa ascoltare piacevolmente per un paio di giri nello stereo, ma già al terzo diventa noioso. Ben lontano dall'essere brutto, non è sicuramente all'altezza degli album storici dei Grave Digger, una band che negli anni è stata capace di tirare fuori dalle proprie tasche dischi splendidi che hanno contribuito notevolmente all'espansione dell'heavy metal a livello mondiale. Gli elementi per essere un bell'album ci sono tutti, ma manca la convinzione; forse con un songwriting più attento, più attenzione ai piccoli dettagli che caratterizzano i brani, i Nostri avrebbero potuto scrivere un disco migliore. Si salva dall'insufficienza grazie a due o tre brani veramente belli, tra cui spicca l'ultima “Home At Last”, il pezzo meglio riuscito di tutto il lotto.

I fan andranno a colpo sicuro, ma se un neofita dovesse approcciarsi per la prima volta ai Grave Digger con questo album, la sua prima impressione non sarebbe di certo positiva. Non del tutto negativa, ma non riceverebbe un solo grammo dell'impatto devastante dei bei tempi che furono.





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