Municipal Waste – Winter Tour 2019
11/12/19 - Slaughter Club, Paderno Dugnano (MI)


Articolo a cura di Icilio Bellanima

Il freddo di dicembre, con l'inverno che si avvicina, è più adatto ai concerti black metal, è inutile girarci attorno. Eppure mercoledì 11 dicembre sembrava di essere in California, non tanto per la temperatura esterna, quanto per gli ettolitri di sudore causati da pogo e headbanging, la furia sprigionata dal poker di band alternatesi sul palco, ma soprattutto, i gonfiabili (perlopiù bambole e dinosauri) che rimbalzavano tra un punto e l'altro del pit e del palco. Prometteva di essere la serata definitiva per gli amanti del thrash metal (e non solo) e, al netto di qualche sbavatura, è stato sicuramente un concerto godibile e intenso da vedere e vivere, come ben sa ogni membro della agguerritissima fan base degli headliner della serata, i Municipal Waste.

 

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La partenza è affidata a due band indubbiamente valide, ma non troppo attinenti al genere proposto dai due nomi più grossi del bill: stiamo parlando degli Skeletal Remains, californiani di origine ma più floridiani che mai nel loro death metal, che in mezz'ora aprono le danze pescando principalmente dal loro ultimo lavoro, Devouring Mortality (del 2018), e degli Enforcer, dediti a un heavy metal a tinte speed variegato e coinvolgente, complice l'ottima presenza scenica del leader Olof Wikstrand. I presenti allo Slaughter Club di Paderno Dugnano, già bello pieno nonostante l'orario di inizio della loro esibizione (20:15), apprezzano e cantano a squarciagola i loro brani più celebri, tra materiale dell'ultimo album (Zenith) e From Beyond del 2015. Nulla di così innovativo o eclatante, eppure dal vivo funzionano e fomentano il pubblico, scaldandoli a dovere prima della salita sul palco dei co-protagonisti.

 

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I Toxic Holocaust non hanno bisogno di presentazioni: il terzetto di Portland gira da 20 anni tondi tondi, e non sorprende più di tanto la scelta di aprire il loro set con Nuke The Cross, forse il loro brano più celebre e apprezzato in assoluto (le 4 milioni di views su questo tamarrissimo video parlano chiaro). Quasi a voler dire “Beccatevela ora, così poi non rompete il c*zzo”, un'attitudine in your face che poco rispecchia l'estrema gentilezza e disponibilità del simpatico leader Joel Grind, umilissimo e sempre pronto a regalare un sorriso o una foto al banchetto del merch, ma che non viene invece nascosta una volta messo piede sul palco, con un set al fulmicotone veloce e preciso, penalizzato solo da suoni esageratamente saturi, che non hanno però intaccato un'esibizione grezza (nel senso buono) e aggressiva. La scaletta ignora l'ultimo album Primal Future: 2019, ma va invece a ritroso, fino al primissimo Evil Never Dies del 2003, con 666 e War is Hell, con somma gioia dei die hard fan della prima ora. Peccato solo per la chiusura del set anticipata di 10 minuti rispetto al programma, con una durata dell'esibizione inferiore a quella degli Enforcer.

 

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Tempo di preparare l'imponente scenografia a tema The Last Rager ed ecco che a salire sul palco dello Slaughter Club sono i Municipal Waste, i paladini della “nuova” scuola del thrash metal (tra virgolette, dato che girano da quasi 20 anni anche loro). In Italia ormai sono di casa, eppure c'era il pienone anche stavolta, tra magliette, smanicati, toppe e cappellini col loro logo, e centinaia di metallari, punk e fan dell'hardcore riuniti sotto un'unica bandiera fatta di ignoranza alcolica, divertimento e lividi guadagnati nel mosh-pit sfoggiati come medaglie. E non importa che i suoni, di nuovo, non siano proprio stellari (ma fortunatamente meno problematici di quelli dei Toxic Holocaust), o che il sempre irresistibile Tony Foresta non appaia proprio in forma smagliante (con alcune canzoni biascicate, più che cantate, almeno i primi brani della setlist): bastano il suo ugly sweater natalizio di Predator, le sue gag (come quando chiede ai tecnici di spegnere alcune luci sul palco perché “Mi piace la disco italiana, ma non la voglio a un cazzo di concerto thrash”), la sua inesauribile energia e simpatia a permettergli di tenere in pugno il pubblico, di “ordinare” pogate e circle pit con un solo dito, di cantare a squarciagola questo o quel brano. E la diligenza, l'energia, la follia del pubblico, tra pogo selvaggio e stage diving à gogo che costringe agli straordinari una folta security a bordo palco, vengono ricompensate con 21 mine sparate alla velocità della luce, tra classiconi (Sadistic Magician, o la conclusiva The Art of Partying) e tuffi nel passato (con il chitarrista e co-fondatore Ryan Waste che posa la sua ormai iconica ascia e prende il microfono insieme a Tony per un brutale duetto su Substitute Creature da Wast'em All), ma senza tralasciare l'ultimo lavoro del quintetto di Richmond, Slime and Punishment, meno ispirato rispetto ai tempi gloriosi della band, ma i cui brani fanno bene il loro lavoro dal vivo (dalla title-track a Breathe Grease passando per Shrednecks, ennesimo sfoggio dei loro stupidi ma esilaranti titoli a suon di giochi di parole e citazioni).


Non sono più i ghepardi di una volta, Foresta in primis, ma il loro Thrash con la T maiuscola spacca ancora i culi, anche nella dimensione live, e anche questo “party” in quel di Paderno Dugnano è stato davvero divertente.

 

Setlist

Unleash the Bastards
Mind Eraser
You're Cut Off
The Thrashin' of the Christ
Poison the Preacher
Shrednecks
Beer Pressure
Thrashing's My Business... And Business Is Good
Wave of Death
Headbanger Face Rip / Intro / Slime And Punishment
Breathe Grease
Wrong Answer
Under the Waste Command
Sadistic Magician
Think Fast
Substitute Creature
Bangover
Born to Party
Switch 625 (Def Leppard cover)
The Art of Partying

 




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