Rachele Bastreghi (Rachele Bastreghi)
Direttamente dai retroscena dei Baustelle, una tra le voci più calde e profonde del panorama rock italiano presenta il suo primo lavoro da solista: Rachele Bastreghi e la sua Marie, un viaggio nell’intimità di un mistero fatto donna.
Articolo a cura di Cristina Cannata - Pubblicata in data: 27/01/15

Si ringrazia Alessio Sagheddu per la collaborazione

 

Ciao Rachele, benvenuta, è un piacere averti tra le pagine di SpazioRock! Come stai? il 27 (data di pubblicazione dell'EP) si avvicina, come ti senti?

 

Ciao Cristina! Sto bene, benissimo! Sono molto emozionata per martedì, quando realizzo… ogni tanto mi ci vuole un po’ di tempo per realizzare e godermi delle cose.

 

Cosa spinge un artista a staccarsi dalla band d'origine e intraprendere un percorso solista? C'è qualcosa che non riuscivi ad esprimere o è solamente una prova per te stessa?

 

Ma guarda in questo caso tutto nasce dall’esterno. Quest’idea mi è venuta dopo che ho scritto la canzone per la fiction ("Questo nostro amore 2", ndr): il registra, Luca Ribuoli, mi chiama, mi invita a partecipare e ad interpretare una piccola parte di attrice, di scrivere e poi cantare questo pezzo (Mon petit ami du passè). Si parlava degli anni 70’ quindi avevo sia paletti che ispirazioni ben precise. Ho scritto questa canzone ed è stata un’esperienza che mi è piaciuta. Ho quindi pensato di approfondire un po’ il discorso visto che comunque i Baustelle erano fermi: dopo la tournèè c’è il periodo di riflessione, ero libera e avevo voglia di scrivere. L’ho presa un po’ come una sfida personale per vedere ciò che riuscivo a fare. Mi sono appassionata, ho coinvolto altre persone, ho chiamato come produttore Giovanni Ferrario, che mi ha aiutato molto psicologicamente e moralmente… e siamo arrivati qua!

 

Come hanno preso la notizia Bianconi & co, quando hai espresso la volontà di intraprendere un percorso nuovo ma comunque diverso?

 

Gliene ho parlato tranquillamente e sono anche contenti. Non l’hanno ancora sentito perché poi io sono anche un po’ timida, ma lo sarò sentire sicuramente prima del 27.

 

L'EP sembra un po' influenzato dal mood vintage dell'ultimo album dei Baustelle, "Fantasma". Pensi che quest'ultimo abbia influenzato il tuo approccio, la linea musicale che volevi seguire?

 

Beh sì, le ispirazioni sono più o meno sempre quelle. Andiamo a ripescare negli anni 60, 70… poi per “Fantasma” è stato fatto un altro tipo di lavoro con l’orchestra e altro, qui è stata una cosa più piccola. Però si ci sono delle affinità sicuramente,u sia nella scrittura che negli ascolti.

 

Il tuo EP contiene anche due cover, “Cominciava così” (Equipe 84) e “All’inferno insieme a te” (Patty Pravo): cosa ti ha portato a scegliere proprio questi due brani?

 

Gli Equipe 84 li ascoltavo in casa, il mio babbo aveva il 45 giri. E’ un gruppo che ho ascoltato e che mi piace ancora, mi piace la voce di Vandelli, molte loro canzoni sono bellissime. Di Patty Pravo sono tutt’ora fan. Volevo quindi omaggiarli visto che c’erano delle affinità sia musicali che tematiche perché comunque si parla di stati d’animo, della fine di un amore etc. Ho pensato che potevano starci benissimo dentro questo EP e ho colto l’occasione di omaggiare realtà che mi sono sempre piaciute.

 

Rachele Bastreghi, un nome ed un mistero. Varie volte è capitato di leggere di te online e la maggior parte delle volte, si ha quasi l'impressione di parlare di un mistero, di una persona riservata ma anche affascinante nel suo modo di affrontare un palco. Pensi di esporti meno, per esempio, rispetto a Francesco Bianconi?

 

Hai azzeccato il cognome! Continuano a sbagliarlo continuamente da 15 anni non capisco perché aggiungono una n! E’ una cosa naturale: in realtà sono molto timida, tutt’ora. Mi stupisco anch’io, in tutti questi anni di cose ne ho fatte, ma in realtà ho un approccio sempre molto naturale, istintivo, non riesco a controllare certe emozioni e vibrazioni. Ovviamente il live è il momento in cui mi sfogo: tutto questo si trasforma in energia, passione, movimento; in altri casi, sto bene dietro, alle spalle degli altri. Forse questo mi ha bloccato anche in passato per affrontare altre cose, altre esperienze. Con Bianconi c’è sempre stata una collaborazione molto profonda e intensa: collaboravamo e portavo musiche, in alcuni casi canzoni intere, ma i testi generalmente li cura Francesco: c’è un tipo di equilibrio che va bene nei Baustelle. In questi due o tre anni però mi sono messa un po’ più a scrivere cercando di portare a termine canzoni, le ho nel cassetto. Alcune sono finite dentro questo EP, altre chissà che vita avranno… però, ecco, ho preso un po’ più di coraggio e mi sono messa a lavoro! Sicuramente è stato importante avere l’occasione della fiction che mi ha smosso, mi ha dato la spinta, ha scatenato qualcosa che forse dentro già bolliva e aveva voglia di uscire quindi… ben venga!

 

Considerando queste tue ultime parole, possiamo quindi aspettarci una continuazione della tua carriera da solita, un altro tuo lavoro senza i Baustelle prossimamente?

 

Non escludo niente. Ho fatto questo EP, martedì uscirà e ho voglia di suonarlo dal vivo. Faremo dei concerti e poi mi dedicherò ai Baustelle. C’è in cantiere un nuovo album e ho voglia di fare anche quello. E poi vedremo, il primo passo l’ho fatto magari sarà meno traumatico farne un altro dopo.

 

Ho avuto modo di leggere i tuoi testi. Molto intimi, vissuti. Se potessi descrivere tutte le canzoni con una parola chiave, quale sarebbe? Che rapporto hai con la scrittura e la lettura, influenzano molto la tua musica?

 

Sono una persona che scava molto dentro e forse sono un po’ malinconica, quindi la scrittura è molto istintiva. Non ho molte pretese: scrivo, scrivo la musica, la musica mi suggerisce delle parole che comunque vengono da dentro, da quel mondo lì… ancora forse non riuscirei a fare una cosa su richiesta. E’ un processo molto mio, molto intimo.

 

Marie è un nome abbastanza comune in territorio francese. Ha un significato particolare per te? Quando hai deciso che il tuo lavoro avrebbe incluso anche brani come "Mon petit ami du passé" e "Folle Tempesta" con testi e parole in lingua francese?

 

Guarda Marie me l’hanno proposto e mi è subito piaciuto. Poi dopo ho pensato che in realtà Maria è anche il mio secondo nome, quindi mi è sembrata anche questa una bella coincidenza. Il tema della Francia mi è stato suggerito: è un mondo che conosco, sono andata a ricercarmi grandi personalità femminili di quel periodo, il concetto della femme fatale, donne forti e instabili, ma con una grande personalità.

 

Ci dici qualcosa in più sulle date in supporto all’EP?

 

Stiamo costruendo tutto in questo periodo. Credo che per le date si parlerà più o meno di marzo o aprile. Andremo in giro con il gruppo con cui ho registrato l’EP. Mi piacerebbe molto perché ho trovato un bel gruppo, affiatato, composto da musicisti bravissimi.

 

Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato, lascia, se vuoi, un messaggio ai lettori di SpazioRock.

 

Saluto i lettori del magazine e ci vediamo presto per la tournée di Marie!




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