Rachele Bastreghi
Marie [EP]

2015, Atlantic Records
Indie Rock

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 27/01/15

Le domande non potrebbero essere più disparate. Se ci si sofferma un po’ tutti questi quesiti sono scontati. Perché non c’è un perché. E’ banale chiedersi questo. Un artista ha bisogno dei suoi spazi, sempre e comunque. Anche se ha già all’attivo un qualcosa su cui incanalare la propria musica. Senza peccare di scontate ruffianerie, lo sentivamo da un po’ che prima o poi sarebbe arrivato il momento anche per Rachele Bastreghi. Sì, avete capito bene, proprio l’anima femminile dei Baustelle. Vi sarà capitato sicuramente di imbattervi in lei, magari seduta ad un piano, all’ombra dell’imponente barba di Francesco Bianconi. Magari poco presa dal pubblico e più dai tasti del suo strumento. Magari e dico magari, vi sarà capitato di incrociare il suo sguardo, lo stesso che diventò il simbolo del fortunato album “Amen”. Beh, questa recensione non riguarda affatto i Baustelle, nossignore. Riguarda “Marie”, primo EP solista della bella cantante di Montepulciano.

 

Tutto è iniziato proprio con Marie che non è solo un titolo ma, se vogliamo, anche l’alter ego televisivo della stessa Bastreghi; apparsa, infatti, in uno degli episodi della fiction Rai “Questo nostro amore 70”, forse, è stata proprio lei a dare a Rachele, la forza e la voglia di esprimere qualcosa oltre i Baustelle. La stessa forza ed espressione che ha portato alla composizione di “Mon petit ami du passé”, ponte musicale tra il personaggio apparso sullo schermo e apripista perfetto per il primo lavoro solista della Bastreghi. Questo EP è attuale, cosi come anche la musica costruita attorno ad esso. Il suono, fin dalle prime note, dimostra una longevità che ben sa districarsi tra un lirismo passato, d’altri tempi, ed un sound nuovo, limpido. Sette brani, quattro gli inediti, che vagano lontani, quasi nostalgici a ricercare le atmosfere mai dimenticate degli anni 70’. C’è qualcosa di sofferto, dimenticato e vissuto tra i testi. Qualcosa che finisce per scontrarsi quasi sempre con un’atmosfera cupa, dal retrogusto sporco e acre di quel tabagismo ancora libero da ogni imposizione. Si fa sentire anche parte dell’ispirazione che ha portato alla composizione di “Fantasma”, senza mai inquinare musicalmente. La voce grave di Rachele riprende anche due cover: una di Patty Pravo, evergreen della musica italiana (“All'inferno insieme a Te”, per l’occasione, acusticamente crepuscolare) e poi quella degli Equipe 84 con “Cominciava Così”. Ma è quando affronta i suoi testi, quando abbraccia la linea vocale e cantaSembra perso il mio grido dentro / giuravamo: “Non fermiamoci così”/ sai, non basterà / non servirà più” dell’iniziale “Senza Essere”, che si può scorgere qualcosa della vera Rachele. Una timidezza latente che non ha paura di affrontare un palco. Una timidezza che non teme neanche la pronuncia en français nella già citata “Mon petit ami du passé” e in “Folle Tempesta”, compito affrontato con la sensualità e la credibilità che richiede.

 

Questo è un finale che vorrebbe tanto avere certezze ferme riguardo al futuro solista di Rachele. Perché? Non c’è un perché. Parliamo di musica, è importante? Sicché ci accontenteremo di un piccolo stralcio speranzoso tratto proprio dalla nostra intervista con la stessa Rachele: “Alcune (canzoni, ndr) sono finite dentro questo EP, altre chissà che vita avranno..”.





1. Senza Essere
2. Folle Tempesta
3. All'Inferno Insieme a Te (cover Patty Pravo)
4. Mon Petit Ami du Passé
5. Il Ritorno
6. Cominciava Così (cover Equipe 84)
7. Folle Tempesta (strumentale)

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