UFO (Andy Parker)
Quarant'anni nel mondo dell'heavy metal, e ancora una grandissima energia: il batterista Andy Parker ci racconta la filosofia musicale degli U.F.O..
Articolo a cura di Cristina Cannata - Pubblicata in data: 10/03/15

Che sensazione si prova a continuare a far musica dopo tutti questi anni? E' cambiata qualcosa nel vostro modo di approcciarvi alla composizione?

Non credo che il nostro approccio sia cambiato per quanto riguarda la nostra musica. E' da molto che siamo in giro, e siamo molto più vecchi, e la differenza la senti quando sei in tour: abbiamo bisogno di più ore di sonno rispetto a quante ce ne servivano ai primi tempi. Ma per il resto, specialmente per quanto riguarda la nostra attitudine nei confronti della band o della nostra musica, non credo sia cambiato tanto. Credo che, quando sei un po' più vecchio, ti preoccupi di più di come la tua musica venga fuori, rispetto a quando sei un giovane incosciente. Quando sei giovane sei pieno di energia e non hai pensieri per la testa: oggi cerco di pensare un po' di più al mio modo di suonare rispetto a quanto facevo ai primi tempi. Forse così le cose sono meno spontanee, ma va comunque bene così. Anche oggi, per me, essere un musicista e andare in giro a suonare è la cosa più divertente che possa immaginare. Sul palco ci divertiamo ancora tantissimo, e abbiamo ancora tanta energia.

Negli ultimi quindici anni siete entrati in una sorta di seconda giovinezza, con album e singoli che sono entrati nelle top 20 europee e una grande quantità di giovani fan. Siete sorpresi da tutti questi giovani che vi seguono, e che non erano neanche stati concepiti quando avete cominciato a suonare?

E' vero, hai ragione. In realtà, ci sono molti fan più vecchi che ci seguono da quarant'anni. Li abbiamo praticamente visti crescere, e non è raro che li troviamo ai nostri concerti insieme ai loro figli. E' molto bello, è una seconda generazione di fan. A volte anche ragazzini di terza generazione vengono ai nostri concerti! Di recente ho notato, comunque, che ai nostri concerti ci sono sempre più giovani. Credo che sia dovuto al fatto che adesso c'è internet e puoi connetterti con molte più cose e con molti più artisti di quanti potessi raggiungere negli anni 70 o 80. Oggi i giovani possono scoprirci molto più facilmente, e spero che sia ciò che sta accadente, anche se questi ragazzi non erano nemmeno nati quando abbiamo dato il via alla nostra carriera, ma anche per gran parte della nostra carriera. Spero che chi scopre adesso la nostra band possa continuare ad ascoltarci, anche tornando indietro ai nostri vecchi lavori: abbiamo fatto molti album, e abbiamo scritto del buon materiale che credo meriti un ascolto. Spero che anche i ragazzi di oggi possano apprezzarlo.

 

"A Conspiracy Of Stars" ha un artwork molto particolare: a chi è venuto in mente? C'è un messaggio particolare che volete comunicare con esso?

A dire il vero, no! Specialmente negli anni Settanta eravamo conosciuti per le nostre copertine folli, ipnotizzanti. Ma in genere non avevano necessariamente un messaggio nascosto: alcune le avevano, altre no. Nel passato abbiamo fatto largo uso di questa gran cosa che è l'ipnosi, con una serie di concept per le copertine, così come l'hanno fatto i Pink Floyd, gli Zeppelin e tanti altri. Io la penso così: per ogni copertina, sta a chi la guarda decidere che messaggio trarne. Il titolo "A Conspiracy Of Stars" è un'idea di Phil, avevamo pensato a una lunga serie di titoli ma questo ci è parso il migliore. E anche per l'artwork, c'erano svariate idee ma alla fine abbiamo scelto la prima che c'era venuta: non c'è un collegamento tra il titolo e il concept del disco e l'artwork, non eravamo partiti dal presupposto che ci fosse una sorta di cospirazione nella copertina del disco.

 

 

ufoitw01
 

 

Chris Tsangarides ha prodotto band molto importanti come Judas Priest, Thin Lizzy, Malmsteen, Black Sabbath, Depeche Mode, King Diamond... è stata una bella esperienza lavorare con lui, da un punto di visto personale e artistico?

Chris ha lavorato con noi anche sul nostro primissimo album: era system engineer per "Phenomenon", che è uscito nel 1974, prima che gran parte della gente fosse nata. System engineer era un titolo particolarmente grandioso per un tizio che doveva mettere nastri nelle macchine e cose del genere, era appena all'inizio della sua carriera. In tutti questi anni non l'abbiamo più incontrato, anche se, ovviamente, ho visto come la sua carriera sia stata costellata di grandi successi. Quando abbiamo pensato al nostro ultimo album "A Conspiracy Of Stars", abbiamo sentito il bisogno di registrarlo in Inghilterra, a differenza dei nostri ultimi quattro o cinque dischi che sono stati registrati in Germania. Lavorare con lui è stato stupendo, era così rilassato e tranquillo, così propositivo, non ha mai cercato di cambiare nulla di ciò che proponevamo. Abbiamo registrato il disco in pochissimo tempo, ma non c'è stata nessuna fretta o nessuna ansia, è stato molto rilassante piacevole con lui.

Anche se Rob De Luca è stato l'ultimo a entrare nella band, ha contribuito attivamente al songwriting del vostro nuovo album. Com'è stata l'atmosfera che si respirava in studio lavorando insieme a lui?

Rob ha lavorato con noi per diversi anni. Il nostro precedente bassista, Pete, ha suonato per l'ultima volta con noi nel 2008; aveva una serie di problemi di salute, e ha dovuto prendere una pausa dallo stile di vita che gli imponeva la band. Da allora abbiamo avuto due diversi bassisti on stage, e un paio di ragazzi che ci hanno aiutato in studio. E' stato interessante lavorare con persone diverse. Rob si è calato benissimo nella parte e si è trovato benissimo con la band; inoltre, è una persona splendida, e ovviamente un grande bassista. Quando abbiamo cominciato a scrivere quest'album ha espresso il desiderio di scrivere parte del materiale, e credo che almeno due delle canzoni sul disco contengano parti scritte da lui. E' stata una bella cosa, perché abbiamo potuto cogliere l'occasione per lavorare in studio insieme. Per gli ultimi due album ho lavorato praticamente da solo, ma questa volta lavorare in studio con lui alle ritmiche è stato molto piacevole, e c'è stato un ottimo feeling.

C'è qualcosa del vostro passato che non rifaresti, se potessi tornare indietro?

In generale, non credo ci siano dei momenti della mia carriera con questa band che cambierei, personalmente. Se hai una carriera così lunga, ovviamente, ci sono dei momenti che vorresti che non fossero accaduti. Mi riferisco per esempio all'abbandono di Michael, nel 1979, o alla pausa che ci siamo presi nel 1983. In generale, però, non credo ci sia qualcosa che non avremmo douto fare. Non sono il tipo di persona che si guarda alle spalle, tendo a essere molto positivo, a guardare sempre avanti. Sono felice di tutto ciò che ho fato questa band e mi diverto ancora tanto a suonare con i ragazzi, è questo che conta.

ufoitw02Secondo te, fino a che punto la vostra musica è ancora influente per le band più giovani?

Non saprei dirti se ci sono ban molto giovani che sono influenzate direttamente da noi: spero che ciò accada, ma ad essere sincero non ne conosco. Ci sono, però, band che sono state di tendenza molto dopo di noi, come i Metallica, i Motley Crue e altri gruppi degli anni Ottantae Novanta, che hanno sempre detto di essere influenzati dalla nostra musica. E' bello sentirlo, ed è una cosa che ci ha sempre sorpresi. Quando abbiamo cominciato a suonare non ci interessava diventare un'influenza per la carriera di qualcuno. Quando sei giovane sei pieno di energia, vuoi semplicemente andare in giro e fare musica: non ti interessa necessariamente di essere famoso, ma quello che vuoi è essere ascoltato da più gente possibile, perché ovviamente suonare è la cosa che vuoi fare di più. E' incredibile, però, scoprire di avere influenzato così tanti musicisti di successo e di rilievo nella nostra musica.

Cosa vedi nel vostro futuro? C'è qualcosa che pensate di dover ancora comunicare?

A questo punto della nostra carriera abbiamo più di venti album in studio, è davvero tantissimo materiale. Per ogni disco che abiamo pubblicato, non ci siamo mai seduti a un tavolo per programmare che tipo di album avremmo scritto. Non abbiamo mai cercato di scrivere un disco che potesse piacere a uno specifico target di ascoltatori, non è mai stato nell'indole di questa band. Abbiamo sempre fatto quello che ci veniva più spontaneo, abbiamo sempre scritto musica che avremmo ascoltato noi stessi, personalmente. E questo è successo anche con l'ultimo album: è stato più o meno "ok ho queste idee, vediamo quali sono le vostre idee, mettiamole insieme e vediamo cosa ne esce fuori". Non abbiamo mai cercato di scrivere dischi sperando che avessero successo: ogni volta il ragionamento è "ok, questo è quello che abbiamo fatto, che vi piaccia o meno". Fortunataente per noi c'è ancora tanta gente che apprezza quello che facciamo, e siamo molto grati per questo. E non credo che a questo punto -abbiamo fatto così per oltre quarant'anni- il nostro approccio potrà mai cambiare. La cosa interessante è che anche se i musicisti sono entrati e usciti dalla band, questa filosofia di base è sempre rimasta tale e quale.

Quali sono i vostri progetti per l'attività live in supporto ad "A Conspiracy Of Stars"?

Abbiamo cominciato un tour europeo a metà febbraio. Sfortunatamente non suoneremo in Italia, e non so dirti perché: volevamo venire, amiamo l'Italia e abbiamo molti fan dalle vostre parti. Stamo suonando in Germania, in Repubblica Ceca, Polonia, Svizzera, ma per sfortuna non c'è nessuna data in Italia in scaletta, e ci dispiace parecchio. Spero che potremo venire da voi il prima possibile: a volte è difficile incastrare perfettamente tutte le date. Saremo in tour in Europa fino a metà marzo, poi torneremo nel Regno Unito, e faremo un tour nel Regno Unito da metà aprile a metà maggio. Infine, suoneremo a qualche festival quest'estate. Abbiamo in programma di andare negi Stati Uniti in seguito, credo a settembre o ad ottobre. Probabilmente tra tutti questi concerti registreremo un live DVD.

Vorresti lasciare un messaggio ai nostri lettori, e ai vostri fan qui in Italia?

Per iniziare, voglio scusarmi con i nostri fan italiani, perché non verremo a suonare da voi. Amiamo il vostro Paese e sappiamo che siete in tanti, speriamo di poter tornare molto presto. Nel frattmpo, ascoltate il nostro nuovo album, credo che vi piacerà. Ci sono delle parti leggermente più forti che in passato, un po' più spigolose degli ultimi nostri due album. Spero che possa piacere a tutti voi. Grazie per l'attenzione!




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool