Rival Sons (Jay Buchanan)
Sognatori impavidi, cultori della bellezza: dietro alla grande classe e alla professionalità dei californiani Rival Sons, si nasconde un emisfero di passione e di emozioni che rivivono brillantemente nella loro ultima opera "Head Down". Il cantante e compositore Jay Buchanan ci introduce nel suo mondo fatto di semplicità e gioia, in cui la meraviglia prende il sopravvento sul pregiudizio e i problemi della quotidianità diventano fonte di eterna ispirazione, come le acque del fiume Giordano, in cui il sole si specchia durante i tramonti mediorientali.
Articolo a cura di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 14/03/13

Ciao Jay, innanzitutto grazie per la disponibilità, è un piacere parlare con te. Ho preparato qualche domanda riguardo la tua band, l’ultima vostra fatica e la vostra musica in generale, ma mi piacerebbe anche parlare dei tuoi interessi, se ti va.
 

Ciao Francesco, fa piacere anche a me. D’accordo, vai tranquillo.
 

Personalmente, non so molto dei Rival Sons. Come siete nati musicalmente?


Molto semplice: quattro anni fa Mike Miley, Robin e Scott hanno fondato il gruppo e gli serviva un cantante. Mi hanno contattato e abbiamo iniziato subito a fare musica assieme, è stato tutto molto veloce e si è sviluppata una buona intesa.
 

Come nascono le vostre canzoni? E chi le scrive?


Ovviamente le scriviamo noi stessi, tutti assieme! Qualche volta io scrivo i pezzi da solo e li sottopongo all’opinione dei mie colleghi. 
 

A proposito di testi, cosa volete comunicare con le vostre frasi? C è qualche sentimento umano o emozione che volete trasmettere in particolare?
 

Oh, mi fai una domanda molto complicata. Non posso risponderti in pochi minuti, vedi il nostro ultimo album “Head Down”: prendi ad esempio una canzone molto tranquilla come “Jordan” e poi accostala a “Wild Animal”, che è molto più power. Ci sono tanti aspetti della musica che vorremmo comunicare, però non posso descriverteli perché ogni persona ha un modo diverso di interpretare ciò che ascolta, e in cui immedesimarsi e riflettere. In fondo è il bello della musica, come se fosse un ponte che collega tante culture opposte tra di loro, o meglio che fa incontrare ed unisce persone che provengono da realtà differenti.
 

Che bella immagine, davvero. Senti, ho letto che nel 2010 avete aperto alcuni concerti degli AC/DC e di Alice Cooper, è fantastico.
 

Eh si, ma abbiamo aperto anche i Guns n’ Roses, Slash, Kid Rock, i Coldplay. Suonare davanti al pubblico importante, quello di grandi star, ci soddisfa e ci motiva per il nostro futuro. Con gli AC/DC è stata una serata memorabile, per me personalmente è stato un grande onore. Sai, chiunque ami il rock, necessariamente ama loro. È così.
 

rivalsons_intervista_2013_02
   

Hai ragione. Sbaglio o hai nominato i Guns n’ Roses? Sinceramente, quali preferisci? Quelli originali degli anni ’80 o l’attuale formazione?  
 

Guarda sinceramente non ho mai ascoltato troppo molto i Guns, o Slash…
 

Sai che Slash ha fatto un concerto nella mia città lo scorso Ottobre?
 

Non lo sapevo, ti sarai sicuramente divertito. Ti stavo dicendo, anche se non sono un fan della band, stimo i componenti, ad esempio Dizzy e lo stesso Slash sono miei amici.
 

Mi fa piacere. Tornando a voi, parliamo di un avvenimento importantissimo: lo scorso settembre avete pubblicato l’ultimo disco, “Head Down”, appunto. Quali sono le principali differenze stilistiche rispetto ai precedenti lavori, “Rival Sons EP” e “Before the Fire”?
 

Mi sottoponi a una domanda difficile. Sai, abbiamo pubblicato quattro diversi lavori in quattro anni, e ogni anno qualcosa cambia: gli stati d’animo, i nostri stessi sentimenti. Noi singolarmente rimaniamo sempre gli stessi, ma la band si evolve canzone dopo canzone e ogni piccola novità influisce sul lavoro finale. Abbiamo affrontato dei tour che ci hanno fatto crescere, e ogni volta che entriamo in studio è come se facessimo una nuova esperienza. Ognuno trasmette le proprie sensazioni, le proprie impressioni. È molto bello, ogni volta è diverso perché le nostre composizioni si evolvono insieme a noi, che miglioriamo sia come artisti che come uomini.  
 

Sai, ovviamente ho ascoltato “Head Down”, che mi è piaciuto davvero molto. Volevo chiederti da dove traete la materia prima che ispira le vostre canzone, nuove e vecchie. 
 

Siamo ispirati da tutto: vivere significa ispirazione, ogni singola cosa che fai è una piccolo fonte di ispirazione che condiziona la creatività di tutte le forme d’arte. Basta vivere e tutto ciò che accade nella tua vita forma il tuo carattere e ti ispira, è quello che penso quando scrivo. Ogni piccola esperienza del quotidiano contribuisce alla stesura del brano. 
 

Ho visto anche il video di “Until The Sun Comes”, in cui si vede un rider che compie evoluzioni nel deserto con la sua moto. Il filmato in pratica è un cartone animato, c è un motivo specifico? E che messaggio vuole lanciare?
 

Semplicemente eravamo in tour e quindi impossibilitati a girare riprese fisiche, quindi con il nostro staff tecnico abbiamo optato per la versione cartoon, così abbiamo combinato le impennate e i numeri del motociclista con alcune scene in cui il deserto si trasforma, attraverso i colpi di vento, in una bella donna. Ognuno trae il messaggio che preferisce, tu cosa ti senti di dire?
 

rivalsons_intervista_2013_03Credo che nel complesso il video lasci un messaggio di pace e libertà. 
 

Si, vero, “Freedom” mi sembra la parola giusta.
 

A proposito di musica e immagini, una delle canzone che davvero amo è “Jordan”, una delle più rilassanti: ascoltandola sembra davvero di essere cullati dai meandri del fiume, e per me viaggiare attraverso la musica è qualcosa di straordinario. Gentilmente raccontami qualcosa riguardo a questo splendido pezzo. 
 

Sai questa è una canzone che ho scritto personalmente una sera, poi la mattina seguente ho subito chiamato a raccolta tutti i ragazzi e ci abbiamo lavorato per molto tempo, ognuno ha dato il suo contributo e grazie alla dedizione di tutti abbiamo confezionato un piccolo capolavoro, sono felice che ti piaccia.
 

Una canzone che adoro al pari di “Jordan” è “Nava”, ma non capisco chi è, o cos è… 
 

Nava è la figlia del nostro chitarrista Scott Holiday, alla quale abbiamo voluto dedicare una canzone speciale.
 

Jay, voi provenite dalla California, una nazione che tanto ha dato al mondo del Rock e da cui provengono tantissime star. Sicuramente sai nominarmi qualche artista californiano che ascolti abitualmente…
 

Gosh, necessariamente musicisti californiani? Potrei elencartene molti di altri stati, ma se intendi esclusivamente artisti californiani, mi piace molto Janis Joplin, che qui ha conosciuto la fama, Jeff Buckley anche, ma ce ne sono tantissimi originari di altre parti d’America.
 

E segui qualche cantante italiano?
 

Non molto onestamente, ma c'è una cosa che apprezzo molto dei cantanti del tuo paese, e cioè la passione che infondono nel loro lavoro. È bellissimo quando la passione si tramuta in musica attraverso le corde vocali di un artista.
 

Ad Aprile sarete in Italia per due concerti esclusivi…
 

Sì, saremo a Bologna e a Roncade, vicino Treviso.
 

Esattamente, poco lontano da dove vivo io. C è qualcosa che vuoi dire ai vostri fan che verranno a vedervi e a noi rockers Italiani in generale? 
 

Sicuro! Avete le tre migliori cose che un rocker possa desiderare: avete il miglior cibo del mondo, tutti amano il cibo italiano. Poi avete alcune tra le connazionali più sexy del mondo, e questo è molto importante. E infine qualcosa che amo molto, e cioè la migliore varietà di vino che si possa desiderare, absolutely. Quindi ricapitolando: cibo, donne e vino. Alla musica ci penseremo noi quindi ci si vede ai concerti! 
 
Sincero e divertente. Grazie Jay, speriamo di incontrarci!
 

Certo! Ciao Francesco!




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