Arrivederci David. Arrivederci Eroe.
Un racconto per parole, per immagini e per dischi della vita di una leggenda della musica.


Articolo a cura di Giovanni Maria Dettori - Pubblicata in data: 11/01/16

Ci lascia oggi David Bowie, una delle figure più rassicuranti della musica mondiale. Uno di quelli che c'era da tempo, che era "piombato" su un pianeta pieno di arroganza e di conformismo, che si era sempre guardato attorno, con la meraviglia e la schiettezza di chi le cose le osserva la prima volta, con l'innocenza di un bambino, o meglio di un extraterrestre, come lui amerà definirsi dopo una delle sue tante "trasformazioni" e reinvenzioni musicali, che mai hanno snaturato il genio di Bowie, ma che al contrario ne hanno sempre esaltato ogni sfumatura. Nel corso della sua lunghissima carriera ha regalato al mondo della musica brani, album ed esibizioni  preziose, ricercate e mai simili fra loro. Le sue canzoni sono iconiche per più di una generazione, e resteranno scolpite nella storia non solo di un genere, ma del nostro pianeta, e non sembra essere un'esagerazione pensando alla potenza di un brano come "Heroes".

La musica su David ha avuto un effetto potentissimo, lo ha plasmato, persino nella fisionomia. Già, a lungo si è parlato tanto del suo fascino magnetico, ma soprattutto del suo sguardo e dei suoi occhi dai due colori. Eppure in pochi sanno che anche questo era una diretta conseguenza della sua vita di artista, in un modo o in un altro, come ci racconta un aneddoto molto poco conosciuto. A 15 anni David fonda il suo primo gruppo, i "Kon-Roads", con l'amico di sempre George Underwood: dopo una prova, i due litigano duramente  per una ragazza. La lite incalza, e David viene colpito con un potentissimo pugno sul volto, che gli causa una midriasi permanente, dilatando la sua pupilla sinistra e dunque "trasformando" il colore dell'iride.

All'età di venti anni David Robert Jones decide che avrebbe fatto il solista, chiamandosi "David Bowie" per non confondersi con il David Jones leader dei Monkees: il suo primo omonimo album non ha un successo sconfinato, ma desta l'interesse di molti critici e dell'attore Lindsay Kemp, famoso per il suo mimo da pagliaccio, che lo coinvolge in alcuni suoi spettacoli e che segnerà buona parte del trasformismo di Bowie: dal connubio artistico (e amoroso) nascono numerosissimi personaggi in cui David si sarebbe immedesimato, dal "Pierrot" sino al leggendario "Ziggy Stardust". Per lui era così: gratitudine, amore e musica si fondevano nel suo essere unico, e nella stessa fisionomia di David, che muterà all'infinito.

 

 

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"Si innamorò del mio mondo, rimase incantato soprattutto dal mio Pierrot. Cominciò a venire alle mie lezioni al centro di danza il giorno dopo, e preparammo insieme lo spettacolo Pierrot in Turquoise." 
(L. Kemp su Bowie)

"La musica dovrebbe essere agghindata come una prostituta, come una parodia di sè stessa, Dovrebbe essere una specie di clown, di Pierrot. La musica è la maschera che nasconde il messaggio. La musica è il Pierrot e io, l'artista, sono il messaggio".
(D. Bowie)


Nel '69 raggiunge la vetta con la meravigliosa "Space Oddity", che comincia ad alimentare il tema dello spazio, e del David alieno. Seguono le iconicissime "Life on Mars" e "Changes", ed è tempo di cambiamenti anche per Bowie, che si sposa con la modella americana Angela Barnett (sì, la famosa "Angie" cantata dai Rolling Stones) .

"Fu un'unione più di utilità che non di amore, visto che non stavamo praticamente mai assieme, e già nel '74 non ci credevamo più, ma ad Angela serviva un permesso di lavoro in Inghilterra".

Il matrimonio dà a David una Green Card per visitare gli Stati Uniti. Sono gli anni di due incontri fondamentali per l'artista: Iggy Pop e soprattutto Andy Warhol, e da questo momento, nascerà in lui il gusto della fusione tra musica e messa in scena, grazie anche al contributo nella irriverente pièce teatrale "PORK". Verrà dunque il tempo di "The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars", targato 1972, e di un Tour letteralmente leggendario nella storia della musica, tra colori, luci, tute colorate, stelle, spazio: è l'anno della consacrazione definitiva per David Bowie. "Starman", "Ziggy Stardust", "John, I'm only dancing" lo rendono un'icona Rock, e vi è una totale fusione tra il David uomo e il personaggio di Ziggy, in una pericolosa ma favolosa fusione ed immersione nel suo alter-ego. E' l'apoteosi del Glam Rock.

 

 

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"Sul palco ero un robot. Fuori dal palco provavo emozioni. È probabilmente per questo che preferivo vestirmi come Ziggy piuttosto che essere David. Ero al corrente che Ziggy non mi avrebbe abbandonato per anni. Quello fu il punto in cui tutto si spinse troppo in là. La mia intera personalità ne risentì. Iniziai a dubitare seriamente della mia sanità mentale"

David vuole tornare ad essere David, e sa che non è facile. Ma c'è qualcun altro che ha bisogno del suo aiuto: si chiama Lou Reed, e dopo lo scioglimento dei Velvet Underground è in crisi. La RCA gli propone proprio l'aiuto di Bowie. E' l'incontro di due universi lontani, da un lato c'è il caleidoscopico ed eccentrico mondo del britannico, dall'altro la disillusione, la durezza e l'amarezza metropolitana di Reed. Eppure "Transformer" è un tripudio di Rock'n'Roll, di quelli che fanno male per quanto sono veri: un'ennesimo contributo alla storia di questo genere, con perle del calibro di "Perfect Day", "Vicious" e "Take a walk on the wild side".


Ora però per David è necessario un cambio di passo: il trasferimento in America e la nuova vita lo portano a "Diamond Dogs". Il disco è decisamente più sobrio, ma è difficile invece per Bowie disfarsi di "Ziggy" dal vivo: difatti, il tour è altrettanto scenografico e teatrale. Per Bowie inizierà un periodo di dipendenza dalla cocaina, che renderà il suo cervello una "Specie di Groviera, pieno di buchi" come egli stesso ammetterà. Intanto esce "Young Americans", album che finalmente separa David dal Glam e da quello che aveva rappresentato per lui: una geniale, ma inquietante parentesi artistica.

Arriva dunque la più emozionale e sobria figura del "Duca Bianco", a rimpiazzare finalmente Ziggy. E' il 1976, e David si reca a Berlino, trascinando con sè un altro artista in cerca di rivalsa: Iggy Pop, che come Lou Reed ha la fortuna di poter contare su una vera e propria gallina dalle uova d'oro: "The Passenger", "Lust for life", e molte altre celebri tracce nascono proprio dalla prestigiosa collaborazione.  Sono gli anni della  "Trilogia Berlinese" per il Duca: il minimalismo scintillante di "Low" e "Lodger" (illuminante il contributo in materia proprio di Brian Eno, anche lui residente nella capitale tedesca) è inframezzato dal capolavoro "Heroes", dove il Rock tocca un limite forse mai visto prima, in un tripudio di epicità, dai toni seppur drammatici, perfettamente incarnati da Berlino e dal suo muro. Solo qualche anno dopo, "Heroes" sarebbe diventato l'inno del suo crollo, oltre che di una generazione intera.

"L'amicizia e la collaborazione con David hanno letteralmente riacceso la luce della mia vita."
(Iggy Pop)

 

 

Sono iniziati gli anni '80, e David non rimane fermo, rimettendosi in discussione e percependo in un attimo l'esigenza del pubblico. Volete ballare? Balliamo. "Let's Dance". Per il Duca Bianco è una seconda giovinezza: "Ashes to Ashes" e "China Girl" lo riportano alla vetta. Collabora con Mick Jagger e con i Queen. Esilarante l'aneddoto che vedrebbe Bowie e Freddie Mercury incontrarsi ed improvvisare "Under Pressure" al pianoforte, ma dimenticarsi il brano dopo qualche drink di troppo in giro locali. Il giorno dopo fu duro ricordarsi come facesse quel riff che tanto gli era piaciuto, ma alla fine tutto andò per il meglio. Dal 1981 apparirà più volte nei cinema, con un cameo in "Noi ragazzi dello Zoo di Berlino", e ruoli da protagonista in "Furyo", "Labyrinth" ed "Absolute Beginners". L'esperienza non esaltante nel cinema arriva purtroppo a scalfire anche la sua musica: nell' 87  "Never Let Me Down", nonostante un tour vastissimo ed il successo del pubblico, risulta come un album incolore, specie agli occhi della critica.

Gli anni ‘90 iniziano con un'ennesima rigenerazione: si chiama "Tin Machine", ed è il gruppo che Bowie crea con ex compagni nei lavori con Iggy Pop: il sound si fa più duro, vicino proprio allo stile di Iggy ed alle tinte alternative dei "Pixies". Con la nuova formazione David pubblicherà due album omonimi, con il primo dei due lavori a costituirsi come uno dei capostipiti dell'Hard Rock del decennio, non si potrà dire lo stesso del lavoro seguente. Intanto il Duca si risposa con la modella Iman Mohamed Abdulmajid, compagna che manterrà per il resto della sua vita.  Con lo scioglimento della sua nuova band, si immerge nell'elettronica, con il successo di "Black Tie White Noise" e di "Earthling", con la hit "Little Wonder" che balza subito in testa alle classifiche. Nel 1996 entra di diritto nella nella "Rock and Roll Hall of Fame".

Arriviamo dunque agli anni 2000: David comincia sempre più ad allontanarsi dalle scene, dopo una carriera infinita e pazzoide, "rimbalzando" nelle TV solo per eventi di beneficienza. Collabora occasionalmente con svariati artisti e realizza un'esilarante comparsa nel film "Zoolander". Dopo "Heathen" del 2002, seguito da un ennesimo appassionante tour, interrotto da un problema alle coronarie, il duca bianco si riaffaccia sul mercato musicale solo nel 2013, con "The Next Day", un album massiccio e molto apprezzato da critica e pubblico. A metà del 2014 comincia una battaglia con il cancro, che non lo ferma dal registare "Black Star", album regalatoci 3 giorni fa', prima di lasciarci, che possiamo considerare il "testamento" dell'immenso Duca Bianco.

"Si può essere eroi, anche solo per un giorno". Lo si può essere anche per l'eternità nel caso di David Bowie, da sempre nell'Olimpo degli artisti più grandi, ma oggi più che mai. Genio del Rock, ma soprattutto icona "Pop" come non appariranno mai più nella storia, la sua arte ha stravolto le vite di molti uomini, ma soprattutto ha irradiato la carriera di numerosi artisti, senza mai renderlo meno umile.

 

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La sua vita ha reso giustizia al meraviglioso musicista e personaggio quale è stato, ed ora non è facile trovare le parole senza scadere nella retorica, come accade in questi casi. Ed allora sediamoci, beviamo una tazza di tè caldo o facciamo una passeggiata ascoltando le avventure di Ziggy Stardust, o riassaporando gli amori nella fredda Berlino divisa dal muro, affacciamoci alla finestra pensando se c'è vita su Marte, o scateniamoci "ballando il Blues con indosso delle scarpe rosse".


Grazie David, "Il cielo sembra diverso oggi", è lo è il mondo intero, senza di te. 




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