Gianluca Grignani
Romantico Rock Show

2010, Sony
Pop Rock

Grignani e l'estenuante ricerca delle proprie origini musicali
Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 16/03/10

Da qualche anno a questa parte, Gianluca  Grignani sta cercando in un modo o nell’altro di tornare alle proprie origini musicali, di ritrovare quelle che erano le influenze ed i motivi per cui ha cominciato questo “lavoro” e grazie ai quali ha in passato avuto un buon successo. Il suo recente percorso musicale ha avuto anche come scopo, a dir la verità, l’allontanarsi il più possibile dalle sonorità e dalla notorietà acquisita col brano “L’Aiuola” e remix annessi. I precedenti “Il Re Del Niente” (2005) e “Cammina Nel Sole” (2008) sono le palesi realizzazioni di questa volontà, ed anche "Romantico Rock Show" tenta di proseguire tutto ciò, ma con grande affanno.


È innegabile l’entusiasmo e l’impegno che Grignani ha profuso per la realizzazione dell’album (produzione, mixaggio, testi ed arrangiamenti sono stati personalmente curati da lui stesso), ma è terribilmente facile quando si ha voglia di strafare lasciarsi prendere la mano e finire per non convincere. Le sonorità del disco richiamano di tanto in tanto gli esordi di “Destinazione Paradiso” e più in generale si notano chiaramente le influenze originarie rock dell’artista, dato che appena è possibile emerge il suono distorto (leggero) delle chitarre, tanto le canzoni più energiche come “Più Veloce Del Suono” ed “Un Anno Come Un’Ora”, quanto le classiche “Grignani-ballad” risultano orecchiabili, anche se di certo non sconvolgono per originalità, e nel caso di “Il Più Fragile” si notano addirittura fin troppi riferimenti a “If You Tolerade This” dei Manic Street Preachers.


Quel che paradossalmente non convince di questo “Romantico Rock Show” è la stesura della maggior parte dei testi. Gianluca Grignani è un ottimo paroliere (“Rimani Acqua Di Mare” costituisce uno dei rarissimi momenti abbastanza interessanti di tutto il lavoro), ma mentre in passato il più delle canzoni era testualmente di buon livello con solo alcune sviste qua e là, in questo caso la situazione si è invertita: molti passaggi son davvero banali, alcuni versi potrebbero esser validi per un cantautore che da poco ha intrapreso la propria avventura in campo musicale, non per chi da quasi vent’anni è in questo ambiente. Probabilmente, proprio perché sono vent’anni che si abusa delle solite tematiche, iniziano a comparire segni di una certa stanchezza compositiva, la quale, da un certo punto di vista, è inevitabile. A 38 anni si ha una visione diversa dell’amore rispetto a quando ne hai venti, ma non sempre Grignani sembra ricordarselo. "Romantico Rock Show" scorre piuttosto facilmente, ma con altrettanta semplicità non riesce né ad impressionare, né tanto meno a rimanere in testa.





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