Gianluca Grignani (Gianluca Grignani)
A ben tre anni da "Natura Umana", era parecchio atteso il ritorno sulla scena di una delle voci più popolari del rock italiano, Gianluca Grignani, che presenta al pubblico il suo ultimo nato "A volte esagero".
Articolo a cura di Cristina Cannata - Pubblicata in data: 14/09/14

Si ringrazia Andrea Mariano per la collaborazione.

 

Un titolo, "A volte esagero", che ci fa sorridere, considerando gli ultimi fatti che hanno visto Gianluca Grignani spiattellato sulle prime pagine dei settimanali di gossip e dei giornali italiani, ma di certo dal grande impatto: scagli infatti la prima pietra chi, nella propria vita, non ha mai esagerato. A tutti noi, comuni mortali, è spesso capitato di non contare fino al fatidico dieci prima di dire o fare qualcosa, di vivere esperienze che ci hanno fatto ridere o piangere, che ci hanno resi fieri delle nostre scelte e di noi stessi o che ci hanno fatto pentire e avere rimorsi. E queste situazioni, queste esperienze, sono ciò che il cantautore milanese vuole sintetizzare nel suo ultimo album.

 

Uscito il 9 settembre per Sony Music, "A volte esagero", è un concentrato di energia e di passione, dieci brani che raccontano di autentiche storie di vita: "C'è chi mi ha detto che parlo molto di me stesso in questo disco, in realtà non ho mai parlato così tanto di me stesso parlando degli altri. Racconto molte storie che non sono solo mie, ma sono anche mie". Il disco vanta un periodo di gestazione di ben due anni, che hanno visto il cantautore tra Londra, Roma e New York. In particolare, la scrittura nasce dalla sua volontà di uscire fuori dalla "gabbia dorata" dell'artista per ritornare in strada: "Cercavo un disco che mi permettesse di dire totalmente quello che penso, perciò ho ricominciato a frequentare la strada, dove mi sono trovato a mio agio di nuovo. Ho iniziato a scrivere delle storie che sentivo e ho scoperto che sono ancora le mie".

 

 

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Prodotto insieme ad Adriano Pennino, il disco ha imposto a Grignani uno sforzo considerevole, non solo dal punto di vista artistico, ma anche economico. "Volevo che il disco fosse 'perfetto', quindi ho investito molto sia a livello di tempo che a livello economico. E' certamente il disco in cui ho investito più soldi, d'altronde la situazione in generale è cambiata: se ad esempio ai tempi di 'Destinazione Paradiso' o di 'Fabbrica di Plastica' c'era il budget per realizzare dischi di un certo livello, ora no. Per fare un disco di qualità in due anni non bastano i soldi che ti danno, per i motivi che tutti sappiamo, in particolare per il semplice fatto che dall'avvento del web è più difficile vendere dischi. La gente deve imparare che la musica va considerata anche dal punto di vista economico: se si vuole musica di qualità, si deve dare anche la possibilità a chi la fa di farla di un certo livello; io ho deciso di farla di qualità da quando ho iniziato, anche con le mie scelte un po' estreme. Non si può fruire di musica senza comprarla.". Una collaborazione, quella con Pennino, che sembra essere destinata ad andare ben oltre quest'album: "Il sodalizio con Adriano durerà a lungo. Ho vissuto un forte periodo di cambiamento in cui ho dovuto prendere delle decisioni, tra cui quella di lavorare con qualcuno, consapevole che da solo non sarei mai riuscito a realizzare ciò che volevo e come volevo. Ho pensato che l'unico che non aveva paura di confrontarsi con me, perché ne sa più di me o perché è giusto che sia così, è proprio Pennino: è stata una scelta ragionata che si è rivelata anche una scelta intelligente. Sono andato a chiederglielo e lui ha accettato. Sono contento di questa collaborazione perché lui ha lavorato con me come ogni produttore dovrebbe fare: è stato con me, ha frequentato i locali e le persone di cui scrivevo, l'ho riportato in strada, dove anche lui è cresciuto". E le collaborazioni coinvolgono anche l'aspetto visivo dell'album, con il packaging creato da uno dei più grandi artisti italiani contemporanei di Light Art, Marco Lodola, il cui contributo, secondo Grignani, "è stato fondamentale: mi ha aiutato per il titolo dell'album, per la grafica e la lavorazione generale del disco. Respirare la sua vita artistica mi ha aiutato molto: lui mi ricordava che sono un'artista e in quanto artista devo sentirmi più libero di fare e di dire".

 

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"A volte esagero" si configura come il capitolo finale di una trilogia, iniziata nel 2010 con Romantico Rock Show: "Sono molto soddisfatto di questo disco. Racconto molte storie in cui ognuno può riconoscersi per un motivo diverso: Il Mostro, Maryanne, Madre. Vedo questo disco come un grande manifesto generazionale, non solo per la mia generazione ma anche per quella passata e per quella che verrà. Viviamo un po' la trasformazione della classe operaia in classe media, con tutte le ansie e i sogni non realizzati. Il brano 'A Volte Esagero' è un po' la valvola di sfogo di una società che ti comprime. Ho pensato molto a "Working Class Hero" mentre scrivevo questo pezzo, non tanto per la musica quanto per il significato". Nato sull'onda dello slancio creativo seguito alla scrittura del brano "Rivoluzione Serena" ("è il motivo scatenante di tutto. L'ho inserita al posto di un altro brano, ma è stata fondamentale affinchè l'album avesse la giusta direzione e ad ora è uno dei miei pezzi preferiti dell'album.") l'album viene anticipato dal singolo "Non voglio essere un fenomeno" che in poco tempo ha avuto un successo straordinario entrando subito ai vertici dell'airplay.

 

Ad accompagnare Grignani alle chitarre, uno dei session man più apprezzati a livello internazionale, Michael Thompson: "Thompson è un vero fenomeno. Me l'ha presentato Pennino ed è stato amore a primo ascolto. E' un musicista molto versatile, ha suonato con Clapton, Madonna e tantissimi altri artisti. "Non voglio essere un fenomeno" è un pezzo sì mediterraneo, ma anche anglosassone sotto certi aspetti. L'inciso ha un movimento battistiano che ricorda Springsteen: un sol maggiore con la nona che sfocia in un minore come si fa nella musica mediterranea; era molto difficile trovare qualcuno che riuscisse a mettere insieme questa armonia e lui l'ha fatto in maniera pazzesca: d'altronde lui suona in quella maniera. La musica mediterranea ti permette di arrivare laddove quella anglosassone non arriva: a differenza di Clapton che usa solo la pentatonica e quando scende su un minore non lo fa in maniera mediterranea, la musica mediterranea ti permette di arrivare dove ad esempio è arrivato Santana, ossia ad un certo tipo di sonorità complessa pur mantenendo la pentatonica. Per l'assolo di questa canzone volevo qualcuno che avesse la sensibilità mediterranea di Santana: non so in quanti sarebbero stati capaci di fare quello che Thompson ha fatto". E se già in "Romantico Rock Show" e in "Natura Umana" era emerso un sound molto più corposo, "A volte esagero" può essere definito il perfezionamento di un suono meno italiano e più vicino ai canoni internazionali: "Nonostante i due precedenti album avessero comportato costi minori, l'intento era proprio quello di dare un'impronta in questo senso molto precisa. Eppure mi sono reso conto ad un certo punto che non accadeva ciò che doveva accadere: ho deciso di organizzare la produzione in un certo modo al fine di ottenere il massimo risultato, spendendoci tanto sia a livello di tempo che di denaro. Anche da questo punto di vista puoi mettere i tre album uno accanto all'altro: spesso parlo di "Natura Umana" come un presupposto, anche a livello concettuale, per sfociare qui. Ci vuole coraggio per dire certe cose che dico, e ci vuole anche il coraggio per difenderle. Mi piace l'idea di essermi liberato dal peso della paura di dire, di dire troppo, di dire ciò che si pensa. Ho deciso da che parte sto: sto dalla parte della gente e il mio modo di pensare è in quella direzione".

 

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Per Grignani, essere fenomeni è un atteggiamento, un attitudine. Dopo averci svelato quando potremo tornare a vederlo dal vivo ("Lodola realizzerà anche la scenografia del palco e altri effetti scenici e perciò adesso stiamo lavorando su questo. E' tutto pronto: ad ottobre si parlerà di due grossi eventi che arriveranno nel 2015 e da li partiremo. Voglio che la stessa attenzione che è stata messa sul disco si riversi anche nel live") l'artista ritorna al titolo della sua hit, per lasciarci con una velata critica al mondo della musica attuale: "Fenomeni lo siamo tutti o comunque lo siamo stati. Ad oggi si tende a sembrare più che essere. Se una volta io stesso mi reputavo un po' fenomeno, ora dico che non lo sono. So da che parte stare, ossia dalla parte della gente che lavora e che non ha la fortuna di fare il mio stesso lavoro. Loro non sono fenomeni e non amano i fenomeni, ma sono costretti a vederli. Nella musica di fenomeni ce ne sono tanti, ma non sono abbastanza furbo e nemmeno abbastanza ingenuo da dire i nomi a cui penso".




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