Doro
Fear No Evil

2009, AFM Records
Heavy Metal

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 05/05/09

Ah, la cara Doro Pesch! Venticinque anni di carriera, ex-singer dei Warlock, una discreta esplosione commerciale nei gloriosi ‘80s, Doro è una costante ed una garanzia che, se dovesse fermarsi, un po’ dispiacerebbe. Perché è una donna coerente, quadrata, ostinata nel suo proporre quell’heavy metal senza fronzoli di matrice teutonica che, personalmente, amo definire una variante in salsa rosa del classico sound dei Judas Priest.

Tutto questo essere icona ha però un prezzo: ricordo che un po’ di anni fa mi misi ad ascoltare, per curiosità, un album di Doro, e suonava esattamente come quest’ultimo “Fear No Evil”. Se è vero che l’originalità non deve essere necessariamente un requisito fondamentale di una carriera, è però sicuramente vero che la qualità delle composizioni deve essere sempre elevata. Dispiace, quindi, vedere come su questo album pervada un senso generale di stanchezza, che ne rende davvero difficoltoso l’ascolto. Persino il singolo “Herzblut”, un mid-tempo piuttosto robusto cantato in tedesco, o il duetto con Tarja Turunen su “Walking With The Angels” non riescono a risollevare i toni di un album emozionalmente moscio. Musicalmente, invece, questo CD non è propriamente piatto: gli anthem tipicamente metal degli anni ’80 si ritrovano in pezzi come “Running From The Devil” (forse il pezzo meglio riuscito del lavoro), “Caught In A Battle” (dove Doro ostenta la sua teutonicità intonando la canzone come se fosse Kai Hansen) o “On The Run”. Anche la ballad “It Kills Me” è così tipicamente ‘80s, che mentre la si ascolta non si fa assolutamente fatica a raffigurarsi il classico video della donna abbandonata disperata al Motorclub in mezzo ad un esercito di bikers alticci, ben disposti a far dimenticare alla nostra povera sventurata l’ennesima delusione amorosa. L’album quindi si conclude con “25 Years”, una canzone che Doro dedica ai suoi fan che, da venticinque anni appunto, la sostengono, e non ci potrebbe essere una conclusione migliore a chiudere un album celebrativo come questo (quantomeno tematicamente, visto che a livello prettamente musicale si poteva comunque fare qualcosa di più).

In definitiva, un album decisamente appetibile per i fan del genere e della bionda singer che, qui, ritroveranno l’ennesima dose di energia musicale necessaria ad arrivare sino al prossimo album marchiato Doro; per tutti gli altri, comunque un album sufficiente e a suo modo godibile, se lo si ascolta senza troppe pretese.



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