Shear
Katharsis

2014, Lifeforce Records
Alternative Metal

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 26/03/14

Dopo un buon debutto con “Breaking The Stillness”, direttamente dalla Finlandia tornano gli Shear, più prepotenti che mai. E lo fanno in grande stile, con questo secondo album, "Katharsis", qui adagiato sulla nostra scrivania. Non un album del tutto metal, quello del sestetto di Helsinki; neanche così tanto rock, se proprio dobbiamo dirla tutta. Pop? Solo a piccole dosi. E’ anche e sicuramente un lavoro che non vuole farsi rappresentante del filone female-fronted, come qualcuno potrebbe pensare scorrendo i nomi in line up.  

 

Una cosa è sicura, e durante l'ascolto appare molto chiara: la scelta della giovane band finlandese di incorporare, in questo nuovo capitolo discografico, diversi elementi racchiusi in un assetto rock/metal, funziona come si deve. Sicuramente la versatilità canora di un’Alexa Leroux (riuscite ad  immaginare - perdonateci la divagazione - le scintille scatenate dall'incontro tra la nostra e il "sempreverde" Jorn Lande?) va ad ampliare i diversi stili che ci vengono presentati, ma è nostra premura sottolineare che la vocalist rimane per tutta la durata dell'album sulla stessa linea dei suoi compagni, senza strafare o cadere nella trappola della "diva", come molte sue colleghe forse anche meno dotate.

 

Sono undici tracce, quelle in tracklist, che non temono paragoni o sfide, e che non corrono nemmeno troppi rischi, grazie a un'evidete impronta pop. Dopo l’ottima intro, l’album svela tutte le diverse sfaccettature del sestetto passando da bisbigli un po' alla Dani Filth ("Last Warning", brano moderno ma comunque discretamente rude), all’intervento di Jens Johansson, direttamente dagli Stratovarius (“Home”) fino alla non proprio classica power metal song (“Heaven Into Hell”). “Hollow, black & Cold” invece, non si vergogna affatto della sua anima sfacciatamente commerciale né tanto meno della sua linea vocale pop - sentire il ritornello per credere. E tolto qualche scivolone poco ispirato (“A Hopeless Tragedy”), il gusto e la vera ispirazione, quella da brividi per intenderci, non tardano a rientrare in campo (“Not Myself”).

 

"Katharsis" non ha quindi nessun neo, essendo, a nostro avviso, un album ben prodotto, suonato e costruito senza la troppa fretta di dar alle stampe un nuovo lavoro. Quella fretta che è causa scatenante della caduta di svariate giovani band, che cercano esclusivamente di seguire la cultura popolare e "battere il ferro finché il ferro è caldo”. Gli Shear, per fortuna, sono fuori da questa lista.




01. Katharsis
02. Last Warning
03. Home
04. Heaven into Hell
05. Hollow, Black & Cold
06. I Care
07. A Hopeless Tragedy
08. Whispers Follow You
09. For the Restless
10. Not Myself
11. Turmoil

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