Flyleaf
Between the Stars

2014, earMUSIC/Loud & Proud Records
Alternative Rock

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 13/10/14

Fin dagli esordi il cammino musicale dei Flyleaf è sempre stato chiaro, percorso con semplicità, senza la predisposizione al “voler diventare qualcosa a tutti i costi”. “Memento Mori” ha segnato sicuramente la massima espressione di un sound che era riuscito nell’intento di espandere il proprio dominio. Proprio dopo la pubblicazione di quest’album ed in concomitanza con l’uscita dell’ultimo “New Horizons”, la band statunitense si è trovata ad affrontare l’abbandono (amichevole, tra l’altro) della sua storica vocalist Lacey Sturm, non solo una voce ed un timbro riconoscibile ma una parte fondamentale dei Flyleaf che fino ad oggi avevamo avuto modo di ascoltare.

 

Un tour senza cantante, non esattamente il miglior affare per una band con una release in uscita. Ad attutire il colpo, è il nome e soprattutto la voce della giovane Kristen May, travolta quasi sull’immediato da una folla inneggiante che invoca il nome della precedente vocalist. Ma i Nostri non sembrano preoccuparsene e, infatti, mandano avanti un tour che la giovane singer affronta nel migliore dei modi, considerando il mood dei brani non strutturati sulla sua vocalità. Proprio attraverso questo percorso e dopo il non entusiasmante EP “Who We Are”, il quintetto arriva oggi alla pubblicazione del nuovo album Between the Stars; guidati dal produttore Don Gilmore, i Nostri compongono dodici canzoni che sì, ripercorrono lo spirito alternative rock del passato, tralasciando però quella ritmica “granitica”, presente soprattutto nel primo e secondo album. Ad emergere stavolta è una spudorata vena emo/pop innestata dalla voce controllata ed energica di Kristen, che già dal primo singolo "Set Me On Fire", fa intendere senza troppi giri di parole che lo screaming di Lacey Sturm è solamente un lontano ricordo. E’ anche vero che il risultato finale è sicuramente quello di un album accessibile fin dai primi ascolti, non per questo scontato o noioso, disseminato di potenziali singoli (“Head Underwater”, “Platonic” oppure “Marionette”) com’è, potrebbe veramente fare il salto di qualità. Sicuramente fuori posto è “City Kids”, in cui risentiamo lo screaming (ad’opera del bassista Pat Seals), una mossa infelice se vogliamo, posta lì a rimarcare solamente che i Flyeaf vorrebbero essere sempre Flyeaf. A tal proposito è difficile non notare le differenze tra le due vocalist: il cantato di Lacey alternava screaming a note “di pancia” mentre fin dai primi ascolti, la nuova vocalist dimostra di saper padroneggiare le note alte con il registro di petto, ben riscontrabile anche in sede live.

 

Il miglior pregio di Between the Stars” quindi è sicuramente quello di aver rispettato il cambiamento avvenuto all’interno della line up. Il sound della band è sicuramente mutato avendo rispettato in fase di composizione anche le idee della nuova arrivata ma è riuscito comunque a creare un buon album. Il fatto che la nuova vocalist non sappia ancora proporre uno screaming però, segna sicuramente un nuovo capitolo per la band statunitense.





1. Set Me On Fire
2. Magnetic
3. Traitor
4. Platonic
5. Head Under Water
6. Sober Serenade
7. Thread
8. Marionette
9. Well Of Lies
10. City Kids
11. Blue Roses
12. Home

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