Flyleaf
New Horizons

2012, A&M/Octone Records
Alternative Rock

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 24/01/13

Quando in una band si rompe qualcosa, non rimane altro da fare se non allontanare la persona che divide, che priva il gruppo della spensieratezza necessaria per suonare. Sarebbe stata questa l’introduzione che avremmo scritto, se gli americani Flyleaf non avessero spiegato il motivo dell’abbandono da parte della cantante Lacey Sturm. Lasciamo quindi le fantasticherie a split molto più chiacchierati, perché non è questo il caso. New Horizons arriva come un fulmine a ciel sereno, lasciando vacante il posto dietro al microfono. Il titolo la dice lunga sul percorso di questa band: con una certa emozione ci si trova ad urlare, a cantare e a scrivere - il precedente “Memento Mori” ne è la prova - di sentimenti passati, quando all’improvviso sopraggiunge una nuova ispirazione. Un'ispirazione che non è più rancore, odio o abbia, ma ha il sapore della libertà. Da quello che la cantante ha raccontato su di sé e sulla propria vita, un ritrovato sentimento d’amore e un bambino avrebbero rinvigorito il desiderio di dare al nascituro quel che non aveva potuto avere lei. Da qui la separazione dagli ex compagni Sameer Bhattacharya (chitarra), Jared Hartmann (chitarra), Pat Seals (basso) e James Culpepper (batteria). Le malelingue rimarranno quindi deluse nel sapere che, almeno in questo caso, non si è trattato delle ormai classiche ed abusate “divergenze musicali”.

“New Horizons” è un album che non aggiunge nulla al sound dei Nostri, sempre ben saldato ad un alternative rock/metal che anche a questo turno viene impreziosito dai caotici ma sempre ben calcolati accordi del chittarista Sameer Bhattacharya e della voce di Lacey, pronta a raggiungere il suo registro alto, illuminato come sempre da quel pathos che rende la sua voce riconoscibile. Undici brani che vorrebbero far dimenticare l’abbandono della loro vocalist, ma che in fin dei conti non riescono esattamente nel loro intento. Non ci riesce “Fire Fire”, con il suo ritornello frammentato; ma è il compito della seguente title-track ricordarci che nonostante le cose vadano per il verso sbagliato dobbiamo rimboccarci le maniche e andare avanti, verso nuovi orizzonti. Altro discorso per “Call You Out”, che vorrebbe tanto affrontare il suo lato oscuro (e il fantasioso video ufficiale rende vagamente l’idea), ma la durata del pezzo ne smorza gli intenti. Arrivati a questo punto dell’album, la vena sentimentale del quintetto esce allo scoperto (la tripletta composta dalla perenne battaglia tra batteria e voce di “Cage On The Ground”, l’esplosiva dichiarazione d’amore di “Great Love” e “Bury Your Heart”), ma l'unica a riuscire nel suo intento romantico è la ben più robusta “Freedom”, che sembra concludere la storia raccontata attraverso i testi e i titoli delle canzoni, lasciando poi spazio a liriche più libere e spensierate.

Pur non aggiungendo pressoché nulla alla loro già valida proposta, i Flyleaf presentano un lavoro che si sofferma a riflettere e convalida le intuizioni del suo predecessore; visti i livelli raggiunti da Lacey su questo inciso, ci auguriamo che la nuova vocalist non voglia essere una brutta copia, ma sappia regalare alla band un'interpretazione altrettanto originale.





01. Fire Fire
02. New Horizons
03. Call You Out
04. Cage on the Ground
05. Great Love
06. Bury Your Heart
07. Freedom
08. Saving Grace
09. Stand
10. Green Heart
11. Broken Wings

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