Rage
The Devil Strikes Again

2016, Nuclear Blast
Power Metal

Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 10/06/16

Tutto tranquillo. L'autentico tsunami che circa un anno fa si è abbattuto sui Rage sembra aver fatto meno danni del previsto; la casa costruita da Peavey trent'anni orsono mantiene le proprie fondamenta ben fissate al terreno, sebbene la ristrutturazione in corso facesse pensare il peggio. Accantonati per il momento i side project Lingua Mortis e Refuge, Wagner può dedicarsi alla sua creatura preferita con un grado di libertà tale che non si vedeva da tempo. Questa è la sensazione che affiora ascoltando "The Devil Strikes Again", capitolo numero diciassette di una lunga storia sapientemente rinnovatasi al momento giusto. Tocca a una fragorosa rullata introdurci alla title track: i Rage sembrano aver recuperato un maggior senso della melodia, togliendosi quel appeal di pesante e vagamente moderno che caratterizzava gli ultimi dischi. Il singolo "My Way" mantiene la rotta grazie a un refrain avvincente e a un assolo che non fa rimpiangere Smolski. "The Devil Strikes Again" è un disco ben più solare degli ultimi Rage, grazie soprattutto alle sopraffini melodie e ai refrain strumentali dal sapore di metal classico più che di power propriamente detto. Melodia a tonnellate, in quantità per certi versi atipiche per la band di Peavey, si riversano sull'ascoltatore tramite pezzi quali "Ocean Full Of Tears", "Deaf, Dumb And Blind" e "War", talvolta in modo quasi stucchevole per via della loro sfrontata immediatezza.  Pur non avendo momenti da tramandare agli annali il disco è praticamente privo di filler, non saranno i Rage di Smolski e Terrana e si capisce da subito che da un punto di vista squisitamente tecnico la band ha perso qualcosa, ma questo era ovvio e persino voluto, se la conseguenza era allontanarsi dal funambolico chitarrista e riscoprire un approccio magari più genuino e meno lezioso, allora l'obbiettivo è raggiunto. Sia chiaro che parliamo di sfumature perché comunque la vogliamo mettere, ci troviamo ancora una volta di fronte a un eccellente capitolo di power metal teutonico, misurato con la consueta eleganza che contraddistingue tutte le opere di Peavey Wagner. Se errare è umano, perseverare è ancora una volta Rage.




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