Bejelit
Emerge

2012, Bakerteam Records
Power Metal

I Bejelit spiegano le ali e si preparano a spiccare il volo...
Recensione di Daniele Carlucci - Pubblicata in data: 26/03/12

Gli anni sul groppone dei Bejelit hanno toccato ormai la doppia cifra e la band piemontese giunge al quarto capitolo della propria carriera pubblicando “Emerge”, album che ha il chiaro intento di far compiere il definitivo salto di qualità al gruppo e, come vedremo, ne ha tutte le carte in regola. Ma andiamo con ordine.

L'asso nella manica della formazione italiana è il power metal veloce, potente e diretto, un genere che spesso rappresenta una carta vincente e tante altre volte rischia di diventare statico e stagnante. Quest'ultimo non è il caso dei Bejelit, che arricchiscono la propria musica con mille sfumature, rendendola fresca, dinamica e molto interessante. “Emerge” si presenta così come la naturale evoluzione del precedente “You Die And I...”, caratterizzato dalla centralità del tema della morte e da una visione estremamente cupa delle cose, e cerca di scrollarselo di dosso con una forte reazione. Tutto ciò si palesa non solo nei testi, scritti con la collaborazione del poeta Nick Xas, ma anche nella musica più briosa e armoniosa in cui traspare una certa “nuova” positività.

I brani che si susseguono sono articolati e ben strutturati, sintomo dell'ottimo lavoro su cui l'album poggia le proprie fondamenta, e offrono diversi motivi di richiamo: dai riff potenti e trainanti di “Don't Know What You Need” e “We Got The Tragedy” ai maestosi ritornelli della title-track, dai melodiosi intermezzi musicali di “The Darkest Hour” alla malinconia del sofferto lento “Boogeyman” (testo autobiografico del cantante Fabio Privitera). I Bejelit dispensano pure una massiccia dose di folklore con l'allegra “Dancerous”, dove suonano a festa anche fisarmonica e violino (contributo di Laura Brancorsini dei Furor Gallico), “Triskelion”, omaggio alla Sicilia carico di elementi peculiari della tradizione nostrana, “Fairy Gate” e “The Defending Dreams Battle (Aruna's Gateway)”, legate alla città Natale della band piemontese, Arona, e alla misteriosa “porta delle fate”, che ogni cento anni si aprirebbe verso mondi paralleli. La vera perla di “Emerge” è però “Deep Waters”, che nei suoi quasi undici minuti di durata trascina in un vorticoso mix di melodia e magia, con un rincorrersi di riff, assoli e momenti distensivi da antologia.

E se le canzoni sono “pensate” bene, sono altrettanto suonate e prodotte bene: tutto viene curato nei minimi dettagli e anche la scelta dei suoni, potenti e nitidi, si rivela azzeccata. Trovare sbavature o punti deboli in “Emerge” assomiglia a qualcosa di molto simile alla ricerca di un ago in un pagliaio; i Bejelit con il loro quarto album confezionano il lavoro migliore della propria carriera e si preparano a spiccare il volo. E speriamo che questa volta non incontrino turbolenze.



01. The Darkest Hour
02. C4
03. Don’t Know What You Need
04. Emerge
05. We Got The Tragedy
06. To Forget And To Forgive
07. Dancerous
08. Triskelion
09. Fairy Gate
10. The Defending Dream’s Battle (Aruna’s Gateway)
11. Deep Waters
12. DefCon/13
13. Boogey Man

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