Bejelit
You Die And I

2010, Punishment 18 Records
Power Metal

Recensione di Fabio Petrella - Pubblicata in data: 07/01/11

Da Arona con la morte nel cuore. Quattro stagnanti moti di rivoluzione e i nostrani Bejelit ripiombano sulla scena con a carico “You Die And I” e un contenzioso aperto con la falce di Thanatos.

 

Con un ritardo quasi annuale dalla sua uscita analizziamo il nuovo disco, che a questo punto pare buffo definire tale, della power band novarese. Da sempre legati al famoso manga di Kentaro Miura, Berserk, i Bejelit con “You Die And I” recidono le corde di sostegno che li agganciavano al passato e nella strutturazione della nuova opera approfondiscono, interiorizzandolo, il tema della morte. La prima ‘vecchia’ novità è il ritorno al microfono del talentuoso singer Fabio Privitera che permette alla band di ritrovare la sinergia degli esordi e una qualità in più che non guasta mai. Come di tradizione i Bejelit ci offrono un lavoro di buon mestiere, compatto e senza peli sulla lingua. Dieci brani diretti, potenti e senza fronzoli che, di diritto, si inseriscono nel filone power di matrice mitteleuropea senza disdegnare aperture, in alcuni frangenti, al prog e all’hard rock classico. Le tracce dell’album, più o meno riuscite, sono supportate da una sezione ritmica a dir poco prepotente. Il riffing massiccio alimenta con continuità ed efficacia la tensione mantenendo alto il livello di attenzione per tutta la durata del platter. L’opener “Rostov”, ispirata al feroce killer ucraino Andrej Chikatilo, la rabbiosa “Astaroth” dalle tinte oscure, e la trascinante “Shinigami”, tributo al manga Death Note, confermano il valore dei nostri, abili ad amalgamare potenza e melodia senza scadere nel banale.

 

“You Die And I” picchia forte scorrendo con la stessa convinzione del Vavera, torrente che attraversa la cittadina natale della band, che, consapevole di dover sfociare, un giorno, nell’imponente bacino idrico del Lago Maggiore, si batte per non confondersi tra le sue acque. Un gradito ritorno.





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