Ed eccoli qua di nuovo gli svedesi, con la consueta sfacciataggine, buttarci nelle orecchie singoli semplicissimi, dai testi diretti ed anche brillanti, ma estremamente rock nelle sonorità ed orecchiabili come "Addictive" - non si può fare a meno di esserne di-di-di-dipendenti dopo i primi ascolti - o come "Be My Baby", che finiscono per far canticchiare tutti, volente o nolente. "Make Love Not War (If You Have To Make War, Make Sure To Make Time To Make Love In Between)" si candida come perla irriverente, ma in fondo anche come perla di saggezza, del full-length, assieme a "Everybody Wants To Be An Astronaut" - pensateci bene: non vi suona come una presa in giro di una canzone di un cartone animato Disney? Questi ragazzi in chiave rock snocciolano tante piccole quotidiane verità, tra una sferzata di chitarra e l'altra, come in "Strangers Friends Lovers Strangers" o "You Ain't Nobody (‘Til Somebody Hates You)". In questo mare di rock piacevole, spicca anche un accenno di punk, come "Punch Drunk Love".
"Save The Nation" forse ha il difetto di non proporre assolutamente nulla di nuovo rispetto al debut album, e di non proporre nulla di nuovo in generale, se non del buon ed onesto rock ‘n' roll scanzonato ironico ed auto-ironico; tuttavia ha il pregio assoluto di rimanere fresco e vigoroso nella sua proposta, che non perde di forza ed energia soprattutto in sede live, come potete leggere nei nostri report. Ma forse, chiedere radicali cambi stilistici ai Royal Republic, di fronte all'allegria ed al buon umore che mette "Save The Nation", può sembrare decisamente una richiesta fuori luogo.