Prog Rock
La PFM saluta per l'ultima volta Francesco Di Giacomo


pubblicato in data 23/02/14 da Andrea Mariano

La PFM, storica band progressive italiana e amica dei componenti del Banco Del Mutuo Soccorso, ha dedicato una lettera aperta al recentemente scomparso Francesco Di Giacomo. Ecco di seguito la lettera:

 

Ciao Francesco.

Un nugolo di sensazioni affollano i nostri cuori quando un amico se ne va. Anche se di solito la frequentazione avveniva sopra e sotto i palchi, eravamo legati, come lo è la grande famiglia allargata della musica, perché proveniamo da medesime esperienze generazionali e sociali.
Per tradizione giornalistica la rivalità fra artisti è il miglior modo per accendere la passione del pubblico. E' stato così ai tempi dei Beatles e dei Rolling Stones, una sfida che ha infiammato il Regno Unito. Crediamo che sia stata questa la scintilla che accese nell'immaginario la presunta rivalità tra il Banco e la Premiata. In realtà non c'è mai stata, anche se facevamo parte della stessa corrente musicale. Le strade percorse e le scelte fatte sono state molto diverse per i due gruppi e la diversità è sempre una ricchezza.
Negli anni Settanta incontrarsi sulla riviera romagnola per i concerti estivi all'Altro Mondo di Rimini, era un rito che entrambi aspettavamo con grande entusiasmo. Quella era la migliore occasione, nel locale che offriva il palco più bello dell'epoca, per confrontarsi sulle nostre scelte e i nostri sogni. Entrambe le band andavano l'una ad ascoltare l'altra e poi...chiacchiere, musica, jam session. Francesco era un fiume di argomentazioni e di passione. Con lui era bello affrontare i temi al centro dell'attenzione di noi musicisti emergenti, in opposizione alla canzone tradizionale. Alla faccia della rivalità PFM-Banco, riuscivamo anche ad essere una bella squadra nelle partite di pallone pomeridiane, che vedevano sul campo noi musicisti sfiadre i camerieri dell'Altro Mondo. Scampoli di ricordi tra mille e mille note, e notti da festival pop.
PFM saluta l'artista ma soprattutto l'amico.
Quello che ci rimane dentro è la sua poetica e la sua voce calda e graffiante, che chiedeva in modo gentile che nessuno ci “rompesse”.