Banco Del Mutuo Soccorso - Rock Live On The Road (Acustico)
21/10/13 - Pin Up Music & Beer, Mosciano Sant'Angelo (Teramo)


Articolo a cura di Andrea Mariano

"Bisogna dividere il concerto da quello che c'è, quello che vorremmo, quello che troviamo e quello che non troviamo. Alla fine sai che ti resta? Il piacere di quello che hai sentito ed il piacere di andare a trovarti a casa quello che non hai sentito." (Francesco Di Giacomo)

 

Una serata all’insegna della leggenda della musica italiana. Tanto è stato il concerto del Banco Del Mutuo Soccorso al Pinup Music & Beer di Mosciano Sant’Angelo, perché non è solito esser presenti ad eventi così carichi di storia, di musica di prim’ordine e d’una continua interazione conviviale e confidenziale col numeroso pubblico presente: scambi di battute, richieste di brani e le risposte di Francesco Di Giacomo accompagnate da grande ironia e fragorose risate… Ma procediamo con ordine.

Arrivati nei pressi del locale, fatichiamo a trovar parcheggio, e già questo lo traduciamo come un buon segno. A confermare le aspettative per una serata riuscita è il colpo d’occhio appena prendiamo posizione in zona mixer: pubblico numeroso, per lo più quarantenni o cinquantenni, ma anche alcuni ragazzi che non disdegnano di certo la musica del Banco, e che anzi saranno molto partecipi e soprattutto attenti e compiaciuti durante tutto lo show. L’ensemble sul palco è stato aggregato affinché potessero esser proposti i brani della celebre prog-band romana in chiave acustica, “nella maniera più vicina possibile a come effettivamente nascevano”, dirà Vittorio Nocenzi durante la serata. Troviamo così Filippo Marcheggiani e Nicola Di Già alle chitarre acustiche accompagnare i due pilastri del Banco Vittorio alle tastiere e Francesco alla coce, il che si traduce in una performance piuttosto minimale ma non per questo meno carica d’atmosfera e pathos, meno fragorosa, ovviamente, rispetto alla controparte elettrica ma non per questo meno passionale ed appassionata. “Metamorfosi”, “E Mi Viene Da Pensare”, “Il Ragno”, la strumentale “Emiliano”, l’eccezionale e sempre toccante “750.000 Anni Fa… L’Amore?” sono così presentate sotto una nuova luce che permette ai presenti di apprezzare l’effettiva robustezza della struttura dei brani sviscerati e spogliati dagl’imperiosi arrangiamenti delle controparti in studio.


È molto bello, se vogliamo anche inusuale, vedere Di Giacomo e Nocenzi ringraziare più volte il pubblico per la calorosa accoglienza e partecipazione, col tastierista che più volte prende il proprio cellulare per scattare fotografie alla platea e col cantante che in tutta franchezza afferma: “Non vi diciamo ‘quanto siete belli’ così, per una sorta di captatio benevolentiae, ma perché lo pensiamo davvero. Altrimenti staremmo zitti, no?”. Altrettanto divertente è il simpatico siparietto tra uno spettatore che tra le prime file continua a chiedere “Il Giardino Del Mago” e Di Giacomo che risponde “È un pezzo complesso, ha bisogno di una band totale… Tu hai bisogno di un ricordo personale? Dopo ne parliamo se vuoi! Con tutta la buona volontà, poi te lo porto a casa se vuoi!”, accennando poi un bel discorso sul godersi appieno il concerto senza aspettarsi determinati brani e concludendo: “Tutto questo per dire: quando vai a casa, te senti ‘Il Giardino Del Mago’!”. Momento che diverte sia loro, sia il fan esigente, sia il resto dei presenti, con Vincenzo Nocenzi che alla fine accenna un paio di minuti del tanto agognato brano, e tutti son felici e contenti.


Oltre ad una scaletta molto coinvolgente e ai già lodati nuovi arrangiamenti in chiave acustica, il concerto è stato appagante anche grazie ad una resa sonora davvero soddisfacente sin dall’inizio: in precedenza avevamo criticato il PinUp per via d’un impianto inadeguato e/o per i livelli dei volumi sballati, ma questa sera tutto era perfettamente bilanciato. Nulla fuori posto, al massimo la chitarra di Marcheggiani un po’ troppo bassa all’inizio, ma è davvero cercare il proverbiale pelo nell’uovo.

Aneddoti su viaggi a Cuba, battute tra palco e pubblico, il finale affidato a “Non Mi Rompete” e “Traccia”, il successivo bis con un’eccellente reinterpretazione di “R.I.P.”, i calorosi e reciproci saluti e ringraziamenti tra band e pubblico incorniciano a tutti gli effetti una serata, un evento, un concerto dalle sfumature ricche di passione e di convivialità che davvero poche altre volte si sono mai viste e vissute. Il tutto, senza ergersi spocchiosamente come leggende intoccabili.




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