In apertura si sono presentati gli spagnoli L.A. I pezzi proposti nella mezz'ora a loro disposizione sono presi dal primo album “Dualize” pubblicato nel 2013; esecuzione apprezzata dal pubblico, ben disposto ad ascoltare un gruppo pressoché sconosciuto in Italia. A presto ragazzi, speriamo di vedervi quanto prima in un tour tutto vostro. Nel frattempo un pubblico eterogeneo di persone si sta riversando all'interno del City Sound Milano: ci aspettavamo persone di un certo tipo, ma con nostro sommo piacere ci siamo ritrovati circondati da gente di tutti i tipi, dall'alternativo al dark, dallo studente in Erasmus all'impiegato in giacca e cravatta appena uscito dall'ufficio (tipico dei concerti milanesi), anche qualche famiglia ad accompagnare i figli adolescenti. Insomma, già si sapeva ma con i Placebo abbiamo avuto la conferma che i preconcetti vanno a farsi un bel giro e i benvenuti sono la libertà di espressione e la voglia di vivere come meglio si crede.
Poco dopo le 21.15 (con un leggero ritardo per permettere alle numerosissime persone ancora in coda di entrare) si accendono le luci e inizia il concerto. Due maxi schermi ai lati del palco per consentire veramente a tutti di potersi godere appieno lo show e monitor sul fondo palco che proiettano immagini: con questa scenografia minimalista compaiono, strumenti in mano, i Placebo. La band si presenta con una formazione graditissima: fra i boati del pubblico entrano Brian Molko alla chitarra e voce (leader indiscusso della band, capace di incantare tutti con i suoi occhi magnetici), Stefan Olsdal al basso (con un look da bello e dannato notato dalla maggior parte del pubblico femminile... e non solo), Steve Forrest alla batteria (bello come il sole e sempre più tatuato). Ad accompagnare la band Fiona Brice (violino, tastiera e cori) e Nick Gavrilovic (chitarra), che hanno anche contribuito in studio alla realizzazione di “Loud Like Love”. Nessun saluto iniziale, parte subito “B3”: pubblico in delirio, l'Ippodromo salta all'unisono e già abbiamo chiaro che questo concerto rimarrà scolpito a lungo nella memoria di tutti i presenti.
Finalmente Molko saluta gli astanti: il classico in italiano “CIAO MILANO, GRAZIE MILLE”, detto con un accento quasi perfetto (bravo Brian, si vede che hai studiato!) e in inglese: “Noi siamo i Placebo da Londra, e veniamo in pace!”. Grida e delirio collettivo invadono l'arena, e il concerto prende subito il via. Quindici canzoni suonate di fila, interrotte solo dai numerosi ringraziamenti di Molko per l'affetto e la dedizione dimostrati dal pubblico, che ha cantato ogni singola canzone senza perdersi nemmeno una strofa. La tracklist copre quasi tutta la discografia dei Placebo; unica pecca la mancata esecuzione di pezzi tratti dal primo album omonimo. Piccola delusione per i fan della prima ora, per quelli che ascoltano i Placebo da quasi vent'anni. Il gruppo è però riuscito a farsi perdonare suonando brani vecchi e nuovi, in un mix perfetto che ha coinvolto veramente tutti sia sugli spalti che nel parterre.
Si ricomincia con “For What It’s Worth” per passare a “Loud Like Love”: davvero suggestivo il ritornello cantato da tutti, con Brian Molko visibilmente soddisfatto.
Si torna al passato con “Allergic (to Thoughts of Mother Earth)” e “Every You, Every Me”, per poi fare un nuovamente un tuffo nel futuro. Questi “salti nel tempo” sono davvero piaciuti, tant’è che al pubblico non è parso vero di sentire “Song to Say Goodbye” seguita subito dopo da Special K”. Il concerto sembra quasi chiudersi con “The Bitter End”, ma lo sentivamo nell’aria che si trattava solamente di una pausa, preludio di altri venti minuti di concerto.
Non poteva mancare “Running Up That Hill”, cover del famosissimo brano di Kate Bush: versione molto dark e seducente, che ha fatto brillare gli occhi a quella parte di pubblico non più giovanissimo. Bellissimo sentire i genitori spiegare ai figli chi sia Kate Bush e quanti anni abbia questa canzone.
Spendiamo una nota in più per Fiona Brice: il suo violino elettrico e la sua presenza scenica hanno dato un tocco in più al concerto. Più di una volta Molko si è inginocchiato davanti a lei per esaltare la sua figura e la sua bravura.
B3
For What It’s Worth
Loud Like Love
Allergic (to Thoughts of Mother Earth)
Every You, Every me
Scene of the Crime
A Million Little Pieces
Rob the Bank
Too Many Friends
Space Monkey
One of a Kind
Exit Wounds
Meds
Song to Say Goodbye
Special K
The Bitter End
Begin the End
Running Up That Hill
Post Blue
Infra-red