Wolfmother (Andrew Stockdale)
"L.A? No solo, dovresti andare ovunque. Almeno prima di andare in paradiso. A parte gli scherzi, è una capitale che ha carattere". I Wolfmother sono tornati, sono tornati a Los Angeles e hanno sfornato il quarto disco di una carriera pronta a decollare, ancora. Andrew è rilassato, felice, carico: pronto per raccontare la genesi di Victorious, in store dal 19 febbraio 2016. Lo raggiungiamo telefonicamente a casa sua.
Articolo a cura di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 06/02/16

Ciao Andrew, che piacere sentirti! Come stai?


Ciao Francesco, ciao! Bene, è un bellissimo giorno di sole qui a Byron Bay. Tu dove sei?


Mi trovo vicino a Piazzola sul Brenta, ti ricordi? Siete venuti qui, sotto la Villa, in concerto nell'estate del 2012. Hai pure spaccato una chitarra.


Oh Yeah, sei fortunato. Che posto meraviglioso. Mi ricordo che il tempo non era proprio favorevole ma la serata è stata fantastica.


Sono passati ben tre anni ed è giunto ora il momento di parlare del vostro prossimo album, Victorious. Il quarto disco, il quarto passo nella storia dei Wolfmother, iniziano a essere tanti. Cosa è successo prima di chiudervi in studio?


L'album è stato registrato in California ma è stato concepito nel nostro studio vicino Sydney. Inizialmente ho fatto tutto da solo, all'inizio del 2015 ci sono entrato senza idee ma assieme ad un mio amico tecnico del suono. Qui però sono nati tutti i riff di riferimento, poi ho fatto le demo delle linee di basso e di batteria. Così per giorni e giorni, dalle sei di mattina alle nove di sera, è stato stressante, non lo nascondo.


Insomma possiamo definirlo un duro lavoro, nel vero senso del termine.


Sì, ma lo desideravo. Non riesco ancora a definire la musica un lavoro, ma di fatto lo è. Questo disco è stato una terapia, e tutto ciò che c'è stato prima lo definisco la preparazione alla terapia.


Certo. Poi siete andati a Los Angeles, e non è stata la prima volta.


Noi abbiamo bisogno di L.A. per ogni lavoro. Abbiamo cambiato studio ad ogni disco, ma non abbiamo mai cambiato città. Quando ci vado, tutto suona - letteralmente - diverso. Forse mi faccio impressionare dalla storia della città, da cosa trasuda, dalle esperienze vissute dai pilastri del Rock qui. It's an iconic Rock n' Roll place, tutti dovrebbero andarci prima o poi. Tutto sembra di ispirazione.


Si hai ragione, lo dicono in molti. Spero di andarci anche io prima o poi, sento che devo.


Oh, tu dovresti andare ovunque. Almeno prima di andare in paradiso. A parte gli scherzi, è una capitale che ha carattere.


Terrò presente le tue parole. Ora, Victorious è stato definito come l'album dalle sonorità più hard. È vero?


Sì, è uno spoiler bello e buono ma è vero. È un album eccitante che tiene l'attenzione di chi ascolta sempre al massimo, trasporta chi ascolta, è davvero potente.


Perché avete scelto questo titolo?


Non per moda, non per tendenza, ma per il grande messaggio positivo che trasmette. Potenza, positività, energia, io credo che la gente abbia bisogno di questo.

 

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Riguardo i temi trattati nelle canzoni, quali sono le principali differenze rispetto al passato?


Non ci sono. In Victorious evolvono e maturano i temi da sempre trattati dai Wolfmother. Questa è una garanzia imprescindibile del processo creativo e non farò mai nulla per modificarla.


Gypsy Caravan è l'ultimo singolo estratto, poi verrà pubblicato l'album.


Rappresenta la voglia di evasione, di fuga, in tutte le sue fasi, sia belle che brutte. È un'idea di fuga, qualcosa che è successo veramente. È anche lo slogan del primo spezzone del tour. Ascoltatela.


L'ultima domanda riguarda, finalmente e appunto, il live. Venite in Europa, giusto? E chi sceglierete come opening act?


Oh, certo! Da febbraio a maggio faremo su e giù per gli States, in particolare in California, ancora una volta. Amici europei non temete, arriveremo. Io spero di portare le Deap Vally.


Questa è una gran notizia, le abbiamo viste anche a Ferrara ed è davvero un'ottima scelta. Andrew, è stato un piacere parlare con te. Speriamo di sentirci presto.


Grazie, un saluto a tutta l'Italia. Stiamo arrivando! Ciao!




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