Powerwolf (Matthew Greywolf)
Stavolta niente maschere, non c'è trucco, non c'è inganno. Matthew Greywolf ci racconta cosa significa per lui l'heavy metal e ci porta alla scopera dell'ultima lettera agli apostoli (e seguaci) di casa Powerwolf: "The Sacrament Of Sin".
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 21/07/18

Si ringrazia Luca Ciuti per la collaborazione

 

Ciao Matthew, buongiorno! Come stai? È un piacere avere di nuovo i Powerwolf su SpazioRock!

 

Benissimo grazie, siamo molto impegnati con la promozione del nuovo album.

 

Dopo anni a Goteborg, vi siete trasferiti nei famosi studi svedesi a Orebro. Cosa vi ha spinto a questo cambiamento? Come vi siete trovati con Jens Bogren?

 

Il motivo è semplicemente il fatto che sentivamo fosse arrivato il momento di cambiare. Eravamo soddisfatti del lavoro fatto con i sei album precedenti insieme a Fredrik Nordström , ma è come mangiare spaghetti per sei giorni di fila: al settimo vuoi mangiare qualcos'altro, nonostante ti piacciano! (ride NdR) La cosa che volevamo di più era sfidare noi stessi. Abbiamo prodotto sei album con Fredrik e dopo sei album finisci per conoscerti benissimo, sai come procedere, cosa fare per ottenere certi risultati, ma dall'altra parte smetti di confrontarti su altre cose che potrebbero essere fatte in modi diversi. Quando abbiamo iniziato a lavorare con Jens è stato come iniziare un nuovo capitolo. È stato un momento stimolante, perché abbiamo dovuto lavorare su come ricostruire il nostro sound da zero.

 

Una delle novità che salta subito all'orecchio è la presenza di una ballad, "Where Wild Wolves Have Come". Da dove avete tratto ispirazione per questo brano?

 

Sono un fan di vecchia data delle ballate classic rock e metal. Qualche anno fa ne parlai con Attila e mi confessò di avere lo stesso debole (ride NdR), quindi ci promettemmo che un giorno ne avremmo registrata una. Nel passato non ci siamo mai sentiti abbastanza pronti per questo. Non eravamo sicuri che fosse qualcosa di coerente allo stile Powerwolf. Questa volta però, grazie al nuovo produttore e al fatto che il processo creativo era molto più aperto alla sperimentazione, abbiamo sentito che fosse il momento giusto. Ci siamo detti: "O lo facciamo ora, o mai più", e abbiamo iniziato a scrivere questa ballad. Ci è venuto molto naturale suonarla, la voce di Attila è perfetta per quella canzone. È uno dei brani che ha dietro la genesi più interessante. Per quanto mi riguarda è uno dei pezzi migliori del disco.

 

powerwolfintervistaint2018

 

Il vostro nuovo album esce in un lasso di tempo molto ravvicinato a quello dei Ghost, un'altra band shock rock famosissima. Chi celebra la messa migliore?

 

È una domanda a cui non posso rispondere, sinceramente (ride NdR). Onestamente, non trovo così tante somiglianze. Dal punto di vista siamo due cose completamente diverse, e per quanto riguarda l'apparenza scenica, be' forse eravamo tutti fan di King Diamond da ragazzi. Noi siamo una band heavy metal, agiamo da band, nasciamo e ci fondiamo sul power metal europeo, mentre i Ghost forse sono più teatrali. Abbiamo suonato insieme al Download Festival a Parigi, è stato una bomba!

 

Sono in tanti a paragonare il vostro stile a quello dei Sabaton, per via dei cori e della presenza delle tastiere. Cosa ne pensi?

 

Ovviamente veniamo paragonati ai Sabaton, e va bene, dal punto di vista musicale apparteniamo allo stesso ramo dell'heavy metal. Diciamo che abbiamo tante somiglianze nel modo in cui ci approcciamo al genere. Da questo punto di vista mi va anche bene se ci paragonano, la gente ha bisogno di fare queste cose, ma di nuovo, penso che ogni band abbia il proprio modo di comporre, di esibirsi, lavorare sui testi, eccetera... dico sempre che trovo più somiglianze tra le band nate dopo il 2000, piuttosto che tra i Sabaton e i Powerwolf.

 

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La Germania ha dato tanto all'heavy metal old school, dal classic al thrash al power. Cosa avete assorbito di tutto questo movimento nella vostra vita?

 

Direi proprio di sì, è inevitabile. Sono un fan del metal da quando ho undici anni, sono convinto che ogni album che hai ascoltato nella vita sia stato un'ispirazione, senza dubbio. Con così tante fonti d'ispirazione, con così tanti album nella tua collezione, è difficile selezionare e dire: sì è questo che mi ha dato ispirazione, quindi direi di più che oggi la mia più grande ispirazione per scrivere musica per i Powerwolf sono i Powerwolf stessi.

 

I vostri live sono sempre un successo assicurato, anche in Italia, dove l'heavy metal ahimé non riempie certo gli stadi. Pensi che sia merito della vostra bravura sul palco?

 

Sicuramente sì, lo dico con tutta la sicurezza possibile. Ci consideriamo una live band, e penso che l'esibizione dal vivo debba sempre essere l'obiettivo di tutte le band rock e metal, perché è il momento in cui si è più onesti, si comunica con il proprio pubblico, ne senti l'energia, una sensazione che crea dipendenza, ma è anche una delle carte vincenti per ottenere un grande show.

 

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Quanto è difficile mettersi il trucco tutte le notti? Avete qualche modello in particolare per il trucco del viso?

 

Non è difficile da mettere, fa parte dell'esperienza Powerwolf. Serve un sacco di tempo, questo sì, ci mettiamo almeno un'ora, un'ora e mezza. Ma non è un problema per noi, fa parte del processo che ti porta ad essere il personaggio che sei sul palco. Infatti diventa una sorta di rituale. Per quanto riguarda l'ispirazione, potrei dirti che durante gli anni abbiamo modificato e sviluppato il trucco. All'inizio, come puoi immaginare, era molto difficile per cinque uomini riuscire a truccarsi. Poi siamo migliorati, abbiamo iniziato ad aggiungere dei dettagli, fino a renderlo come lo vedete ora. Ma non direi che abbiamo una fonte d'ispirazione in particolare per il trucco.

 

Una delle vostre frasi più celebry è "metal is religion". Pensi che il mondo abbia bisogno di un'altra religione, considerando quante guerre e quanta violenza vengono messe in atto in suo nome?

 

È una domanda difficilissima. La frase "metal is religion" è una provocazione, significa che il metal è la nostra passione, che viviamo per il metal più che per ogni altra cosa. Per quanto riguarda il metal come religione, di fatto l'heavy metal non è solo musica per chi l'ascolta, rappresenta molto di più. Almeno, io ascolto costantemente heavy metal da quando ero un ragazzino, mi ha aiutato sempre nel corso della vita, l'heavy metal è sempre stato con me. Per tutti gli appassionati, questo genere non è solo musica, è qualcosa che ti guida.

 

Avete scritto una quantità infinita di brani antemici. Quali sono i tuoi preferiti e perchè?

 

Anche questa è una domanda davvero difficile (ride NdR). Mi piacciono tantissime nostre canzoni. Una che amo particolarmente è "Armata Strigoi", da "Blessed & Possessed", ne sono ancora innamorato. Ovviamente sono contentissimo di tutti i nuovi brani, altrimenti non li avrei messi nel nuovo album. Ma è davvero arduo scegliere. Uno dei momenti in finiamo per discutere sempre è quando dobbiamo scegliere la scaletta di un concerto, perché ognuno nella band ha le proprie canzoni preferite e diventa sempre più difficile man mano che aumentano gli album.

 

Ho un'ultima richiesta: ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori e ai vostri fan italiani?

 

Mi ricordo l'ultima volta che siamo stati in Italia è stata una festa immensa, è stata una notte indimenticabile. Tornate a sentirci, venite a celebrare la messa metal con noi e stay wild!




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