Pop Evil (Leigh Kakaty)
In occasione dell'uscita di "Versatile", pubblicato proprio oggi, abbiamo parlato con Leigh Kakaty, frontman dei Pop Evil. Il cantante ci ha raccontato la genesi dell'album e i temi dietro alle canzoni, dicendosi speranzoso di tornare sul palco nei prossimi mesi.
Articolo a cura di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 21/05/21

Ciao Leigh! Benvenuto su SpazioRock, è un piacere averti qui! Come stai? Finalmente è uscito il vostro nuovo album "Versatile", sei emozionato?

 

Ciao! Sì, sono molto emozionato e dopo l'album non vedo l'ora di poter tornare sul palco!

 

Parlando dell'album, si può dire che il titolo sia una perfetta introduzione al lavoro: si tratta davvero di un album versatile, che contiene canzoni aggressive, ballate e qualche mid-tempo. Siete partiti già con questa intenzione o è una cosa che si è sviluppata mentre stavate lavorando alle canzoni?

 

Di solito non decidiamo molto a priori, tranne il fatto che partiamo sempre con lo spirito di fare canzoni che possano portare un messaggio positivo e con cui le persone possano identificarsi. Ad ogni modo sì, c'è molta versatilità e questa è una cosa che caratterizza tutti gli album dei Pop Evil. Forse questa volta abbiamo spinto ancora di più in questa direzione, le canzoni heavy ad esempio sono molto aggressive, ma comunque sono in equilibrio con il resto e ho lavorato molto sulle parti vocali, soprattutto sulle linee dei ritornelli, che sono molto orecchiabili.

 

Di solito lavorate insieme sui pezzi? Perché ad esempio da quando la vostra batterista Hayley è entrata nella band [nel 2016, ndr], mi sembra che i pezzi più heavy siano molto adattati al suo stile veloce. Immagino siano aspetti che decidete insieme quando scrivete i vari brani...

 

Sì, di solito complessivamente lavoriamo insieme anche su questi aspetti, anche se ci sono sempre piccole differenze tra un album e l'altro anche da questo punto di vista. Poi questo è stato diverso anche per colpa della pandemia. Ad ogni modo, ognuno di noi porta le sue idee e queste evolvono in canzoni una volta che ci confrontiamo, anche con il produttore. Ormai ci conosciamo bene e questo meccanismo funziona alla grande. Una cosa importante mentre scriviamo è anche pensare alla resa live dei pezzi, a che tipo di brani vogliamo suonare e così via. Inizialmente avevamo 30 canzoni per questo album, alla fine sono diventate 12.

 

Avete pubblicato "Let The Chaos Reign" e "Work" ad aprile dello scorso anno. Come mai questa decisione? L'uscita dell'album è stata ritardata dalla pandemia?

 

Sì, un anno fa l'album era praticamente pronto, volevamo pubblicarlo poco dopo e avevamo già un tour programmato. Poi è arrivata la pandemia e abbiamo dovuto sospendere tutto, ma comunque abbiamo voluto pubblicare queste due canzoni anche perché a quel punto non sapevamo quando avremmo pubblicato l'album e ci sembrava carino far ascoltare qualcosa ai fan. Quindi abbiamo scelto una delle canzoni più pesanti e una delle più sperimentali. Curiamo molto questo aspetto, di questi tempi è importante avere un contatto stretto con i fan, anche perché c'è molta competizione. Esplorare molti generi può aiutare da questo punto di vista.

 

popevilband

 

Durante la pandemia avete apportato qualche modifica ai brani? I testi sono molto positivi, cercano di creare un senso di comunità in chi li ascolta e trovo che questa tipologia di temi sia molto importante in un periodo come quello che stiamo vivendo.

 

Sembra assurdo, ma tutti i testi sono stati scritti prima della pandemia. In realtà è una cosa che capita spesso, una volta che pubblichi un album, canti le canzoni dal vivo e lasci passare un po' di tempo, iniziano ad assumere anche più senso, diventano parte della tua vita. In questo caso il discorso è amplificato, è incredibile quanto i testi di questo album siano adatti a questo periodo. Ovviamente non pensavo certo ad una pandemia mentre scrivevo [ride, ndr]. È fantastico quello che la musica può arrivare a creare, lasci parlare le emozioni e solo dopo riesci a realizzare e capire il significato di quello che hai fatto. Ad esempio, "Breathe Again" è stata scritta in un momento in cui ero in tour ed ero particolarmente stressato e avevo bisogno di un po' di tranquillità per tornare a respirare, appunto e a poter incontrare di nuovo i miei familiari e gli amici. Il senso del brano era quello, ma ora con la pandemia assume anche un altro significato, ovvero il tornare ad una vita normale.

 

Uno di brani che mi ha colpito maggiormente, sia dal punto di vista musicale che tematico è "Same Blood", che vuole mandare un messaggio di fratellanza. Puoi raccontarci meglio qualcosa su questo brano?

 

Sì, in realtà è rivolto alla comunità rock e metal. Immagina di essere ad un concerto e di guardarti intorno, vedrai un sacco di persone diverse che sono tutte lì per un solo motivo, una passione. Ridono, piangono, cantano, si emozionano. Nessuno conosce gli altri, ma in quel momento siamo come un'unica entità ed è da questo concetto che deriva il titolo e il tema del brano. Siamo fratelli e sorelle e sarà fantastico suonare questa canzone ai concerti.

 

Tra l'altro anche questo concetto può essere esteso in generale a quello che stiamo vivendo...

 

Sì, faccio fatica a crederci anche io, ma questo vale per quasi tutte le canzoni [ride, ndr].

 

Non molto tempo fa avete pubblicato il video di "Set Me Free", che è basato sullo stesso concept grafico della copertina dell'album. Come vi è venuta questa idea? Ha un significato particolare?

 

Una delle cose che mi piace in un artwork è come possa risvegliare diverse sensazioni in ogni fan. Quindi non è tanto una questione di cosa significa per me, ma piuttosto di cosa significa per una persona che lo guarda, ascoltando la musica. Ho letto un commento bellissimo di un fan sul video che diceva "Questo è esattamente quello che succede nella mia testa" [ride, ndr]. Vale lo stesso discorso anche per la musica, ho scritto queste canzoni due anni fa, ma solo ora inizio a godermele davvero e a capirle, anche grazie ai commenti dei fan a riguardo. È importante scoprire cosa significano per loro. Tornando all'artwork, volevamo qualcosa che rappresentasse la musica e che quindi fosse versatile e vivo. Inoltre rappresenta anche la luce e l'oscurità che c'è in ognuno di noi. Sono molto contento di come è venuto.

 

Parlando dell'artwork, non è direttamente sulla copertina, ma ho visto che c'è una rappresentazione di un leone e c'era un leone anche sulla copertina del vostro album precedente. Avete un legame speciale con questo animale?

 

Sì, decisamente. Innanzitutto è il mio segno zodiacale ed è sempre stato il mio animale preferito. Poi comunque come band cerchiamo sempre di ispirarci idealmente alle caratteristiche del leone, l'essere sempre affamati e forti. Cerchiamo sempre di essere al top anche dal punto di vista mentale. Per questo lo usiamo spesso negli artwork e inoltre una delle canzoni migliori dell'album precedente si chiama proprio "Waking Lions".

 

popevilpromo

 

Avete programmato alcuni show negli Stati Uniti questa estate. Credi che riuscirete a tornare sul palco? State programmando qualcosa anche in Europa prossimamente?

 

Sì, sono molto speranzoso a riguardo. Cerco di mantenere bassa l'eccitazione fino a quando effettivamente saliremo sul palco, ma credo che stavolta andrà bene. La situazione sta migliorando per fortuna, un sacco di gente si sta vaccinando, molte band stanno organizzando tour. Credo che ce la faremo. Tra l'altro la nostra batterista Hayley si trova nel Regno Unito ed è impossibilitata a venire, non vediamo l'ora di rivederla. Quando potrà raggiungerci qui sarà un buon segno. L'anno prossimo torneremo sicuramente in Europa, credo in estate a questo punto, suoneremo in molti festival.

 

Visto che manca a tutti noi andare ai concerti, qual è stato il concerto che hai visto da spettatore e che ti ha cambiato la vita?

 

È difficile sceglierne uno, sono stato ad una marea di concerti, soprattutto da ragazzino. Uno che mi ha segnato particolarmente è stato quello dei Lynyrd Skynyrd, anche perché sono cresciuto ascoltando quel sound e mi ha influenzato tantissimo. È stato in quei momenti che mi sono reso conto che avrei voluto fare il musicista.

 

E a proposito di questo, avete iniziato a suonare insieme 20 anni fa e dopo tutto questo tempo siete ancora qui con il sesto album in uscita. Secondo te qual è la caratteristica più importante che deve avere una giovane band per emergere?

 

Difficile dirne una, ce ne sono diverse. Innanzitutto devi metterti in testa che non puoi piacere a tutti e devi essere pronto ad accettare anche dei "no" come risposta. Basta pensare al fatto che ad esempio una band come i Metallica, che sono evidentemente tra i migliori del panorama metal, riceve ancora alcune critiche da alcune persone. Questo non deve farti cambiare o abbatterti, devi rimanere te stesso, scrivere le canzoni che provengono dalle tue emozioni. Un'altra cosa importante è riuscire a trasmettere queste emozioni in modo che chi ascolta possa capirle e sentirle anche sue. E soprattutto bisogna divertirsi e apprezzare quello che si ha. Non tutti arrivano a suonare da headliner al Download Festival, la cosa importante è essere felici di suonare la propria musica, che sia in un'arena, davanti a poche persone o in una stanza davanti a nessuno.

 

Come ultima cosa, ti va di lasciare un messaggio ai vostri fan italiani?

 

Certamente! Vorrei salutare tutti i fan, spero che stiate bene e che la nostra musica possa darvi una mano durante questo periodo così difficile. Non vediamo l'ora di tornare in tour, incontrarvi ai meet & greet e parlare un po' con voi.

 

Grazie mille per questa intervista e congratulazioni per questa pubblicazione!

 

Grazie a te! Speriamo di vederci in tour l'anno prossimo!




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