FM (Merv Goldsworthy)
Merv Goldsworthy (storico bassista degli FM) ci parla di "Synchronized", nuovo album della band britannica, e dei loro migliori ricordi nel nostro Paese.
Articolo a cura di Federico Barusolo - Pubblicata in data: 21/05/20
Ciao ragazzi, benvenuti su SpazioRock.it. State per pubblicare il vostro dodicesimo album, chiamato "Synchronized, quindi innanzitutto complimenti. Siete soddisfatti del risultato? Come vi sentite a pubblicarlo in un periodo così particolare?


Siamo molto soddisfatti. È in effetti un periodo molto strano in cui pubblicare un disco ed è strano che non andremo a promuoverlo in tour. Ma così vanno le cose al momento, vorremmo solo ringraziare tutti coloro che lavorano in prima linea e stanno facendo un lavoro incredibile per fronteggiare questa crisi.


Come mai avete scelto questo titolo per l'album? Potreste dirci qualcosa riguardo i temi principali delle canzoni? Dal punto di vista musicale, come descrivereste il percorso che avete intrapreso? Quali sono gli elementi più interessanti che avete introdotto negli ultimi anni?


"Synchronized" è un pezzo scritto da Steve O; abbiamo pensato che fosse la opener perfetta e il titolo giusto per questo album. Il principale intento del disco era quello di mischiare tutti gli stili dei precedenti lavori in uno solo. Ecco perché ci sono alcune canzoni che suonano davvero molto anni '80 e altre che hanno un piglio più moderno.

 

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Secondo voi, quale pezzo è più tipicamente un pezzo degli FM e quale invece suona più inusuale? Avete cambiato qualcosa nel vostro processo creativo?

 


Direi che "Change For The Better" è un tipicissimo brano in stile FM. Un pezzo più inusuale è "End Of Days", che ha un testo molto cupo e una sezione centrale molto prog rock. È bello fare qualcosa di diverso ogni tanto. Il processo creativo invece è rimasto praticamente lo stesso in tutta la nostra carriera, lavoriamo tutti individualmente sui pezzi e poi ci riuniamo come band per costruire gli arrangiamenti. È proprio in questa fase che un brano si trasforma in una canzone in stile FM.

 

Sono passati 10 anni dal vostro ritorno in scena e sembra che siate stati sempre molto impegnati da allora. Che sensazioni avete su questi anni trascorsi?


Gli anni '80 sono stati anni d'oro per la band, ma direi che l'ultimo decennio è stato altrettanto buono. Andare in tour con band come i Kiss, i Def Leppard, i Toto e gli Heart è stato pazzesco. La scorsa estate abbiamo suonato in alcuni tra i più grandi festival europei, siamo molto onorati di poter fare ancora queste cose dopo 30 anni.


Come vi sentite riguardo alla possibilità di non potervi esibire per un po'? Come state vivendo questi giorni in generale?


È strano, ma lo dobbiamo accettare. Le date erano state fissate, poi spostate e spostate di nuovo. È molto frustrante, ma non può essere evitato. Arriverà un momento di riscatto quando finalmente saremo liberi di portare in scena il nuovo album, ma nessuno può sapere quando succederà.

 

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Molte band si stanno adattando, cercando di trasferire le loro attività "live" sui social. Ad esempio, registrando sessioni da condividere in remoto con i propri fan. Qual è la vostra relazione con la tecnologia? Sareste aperti a qualcosa del genere nel prossimo futuro?


Alcuni dei membri più vecchi della band non sono esattamente bravi con la tecnologia moderna, ma facciamo del nostro meglio. Abbiamo fatto una serie di Q&A sui social e Jim ha registrato qualche set acustico. Penso che i social media siano stati molto importanti durante il lockdown per aiutare la gente a rimanere connessa e, come sempre, la musica online ha aiutato a tirarci un po' su il morale.


L'ultima volta che ci siamo visti nel nostro Paese era al Rock The Castle 2019, a Villafranca di Verona. Che ricordi avete di quell'esperienza? Ricordo anche la vostra esibizione al Frontiers Rock Festival dove eravate davvero in gran forma. Quali sono i vostri migliori ricordi riguardo i live in Italia?


Ci divertiamo sempre moltissimo quando suoniamo in Italia, è uno dei nostri Paesi preferiti in cui suonare ed è la patria della nostra etichetta Frontiers. Di Verona ricordo che è stato il concerto più caldo che abbiamo mai fatto, le temperature toccavano i 40 gradi sul palco. I fan erano fantastici e speriamo davvero di tornare presto. Abbiamo fatto diversi Frontiers Festival ed era sempre come essere nella nostra seconda casa. Abbiamo avuto sempre una bellissima reazione, tanto che abbiamo deciso di riprendere la nostra ultima esperienza e renderla disponibile in un DVD chiamato "The Italian Job".


Questa era l'ultima domanda, grazie davvero per il vostro tempo. Volete lasciare un messaggio ai vostri fan italiani?


Siamo davvero tristi di non poter venire in Italia al momento, ma le cose andranno meglio e ci vedremo tutti il prima possibile. State al sicuro e prendetevi cura gli uni degli altri e presto sarà tempo di rivederci. Grazie!




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