Powerwolf, Amaranthe, Kissin’ Dynamite - Wolfsnächte Tour 2018
07/11/18 - Live Club, Trezzo sull’Adda (MI)


Articolo a cura di Stefano Torretta

Che i Powerwolf fossero estremamente apprezzati nel nostro paese lo si era già capito due anni fa durante lo SpazioRock Festival - pur trovandosi all’interno di un bill composto da grandi nomi, la band tedesca aveva raccolto un grandissimo successo - e lo scorso anno con il Blessed & Possessed Tour 2017. Per il terzo anno di seguito Attila Dorn e il suo branco di lupi/vampiri sono tornati in Italia, sempre nell’accogliente struttura del Live Club di Trezzo sull’Adda, e i presupposti per una serata di grande successo erano ben evidenti fin dal pomeriggio, a cominciare dalla fila corposa ed estremamente lunga di fan in attesa dell’apertura delle porte, fino al cartello che con soddisfazione riportava il completo sold out dell’evento.

 

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In un Live Club già quasi completamente pieno, ci pensano i Kissin’ Dynamite ad accendere gli animi dei fan. Con un disco uscito da poco, la band tedesca focalizza la propria setlist principalmente sugli ultimi due prodotti da studio - il novello “Ecstacy” e il gustoso “Generation Goodbye” di due anni fa. L’hard rock misto a glam proposto funziona alla grande, tanto da scatenare il pubblico senza troppi problemi. Dal vivo, brani come “Somebody's Gotta Do It” o “Waging War”, trasudanti cultura musicale anni ’80 da ogni singola nota, colpiscono perfettamente nel segno, facendo muovere teste e gambe. Un po’ dispiace che tra gli estratti dall’ultimo album non figurino due brani come “Break The Silence” e “One More Time”, forse i più personali e per questo meno standardizzati. Nonostante l’estetica della band molto focalizzata in ottica femminile, la sostanza non manca: instancabili nel macinare riff e ritornelli di sicura presa, i cinque tedeschi avrebbero meritato di rimanere sul palco più a lungo. I tuffi nel passato grazie a “Love Me, Hate Me” - da “Addicted To Metal” (2010) - e “I Will Be King” - da “Money, Sex And Power” (2012) - sono purtroppo brevi lampi di ottimo hard rock. Il Live Club apprezza e tributa al combo teutonico il meritato successo.

Setlist
I've Got The Fire
Somebody's Gotta Do It
Highlight Zone
Love Me, Hate Me
Waging War
You're Not Alone
I Will Be King
Flying Colours

 

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Con un ottimo utilizzo dei tempi per i cambi del palco gli Amaranthe iniziano senza intoppi la propria setlist. Come per i precedenti Kissin’ Dynamite, anche la band svedese è impegnata nel presentare un nuovo album - “Helix” -, ma, a differenza dei loro colleghi di tour, preferiscono concentrarsi di più sul passato, lasciando spazio a solo tre brani estratti dalla loro ultima fatica in studio - “365”, “Dream” e “GG6”. Dopo l’hard rock sudato ed energico dei Kissin’ Dynamite e sapendo bene cosa aspettarsi dai Powerwolf, il nu metal/metalcore/dance/electro/inserite tutto quello che volete degli Amaranthe risulta fin da subito inaspettato e destabilizzante. Ottima risposta iniziale da parte del pubblico grazie ad un mix di brani - “Maximize”, “Digital World”, “365”, “1.000.000 Lightyears” - che mischia vecchio a nuovo. Più si prosegue nella setlist più la sorpresa iniziale inizia a perdere la presa, lasciando diverse aree del pubblico un po’ troppo indifferenti. Al di là dei gusti personali, la proposta del combo svedese si rivela ottima in ambito live: la presenza di tre cantanti sul palco riesce a donare quella varietà che serve molto quando ci si trova di fronte a basi dance registrate che tendono ad uniformare i diversi brani. Pochissime canzoni tratte dall’ultimo “Helix” - oltre alla già citata “365” si possono segnalare solo “GG6” e “Dream” - ed è un peccato perché finalmente la band era riuscita a fare un salto di qualità rispetto al passato che però dall’esibizione dal vivo non viene recepito.

Setlist
Maximize
Digital World
365
1.000.000 Lightyears
Hunger
Amaranthine
GG6
Dream
Drop Dead Cynical
Call Out My Name
The Nexus

 

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In perfetto orario rispetto alla tabella di marcia comunicata dagli organizzatori è finalmente la volta dei Powerwolf. I tedeschi si presentano con un palco riccamente decorato, con una struttura disposta su due piani che permette alle tastiere di Falk Maria Schlegel e alla batteria di Roel van Helden di avere la giusta visibilità. La parte del leone la fa naturalmente “The Sacrament Of Sin”, ultimo nato in casa Powerwolf ed è un vero piacere poter sentire dal vivo brani come “Fire And Forgive” - ottima apertura di concerto che manda immediatamente in visibilio il pubblico -, “Incense & Iron” - inaspettata presenza e per questo ancor più godibile, uno dei brani più originali dell’album ed il pubblico non manca di tributare in massa i dovuti onori -, “Demons Are A Girl's Best Friend” - perfetto momento per includere anche gli spettatori con i dovuti e consueti cori -, “Stossgebet” - coinvolgente anche dal vivo, con il duplice registro tra latino e tedesco ed un testo decisamente vietato ai minori -, “Killers With The Cross” - ottimo pezzo che non può lasciare indifferenti -, e soprattutto “Where The Wild Wolves Have Gone”. Questa canzone, essendo l’unica ballad presente nella discografia del combo tedesco, è il vero momento di sorpresa di tutto il concerto: per l’occasione viene introdotto un pianoforte vero e proprio al centro del palco e Schlegel e Attila Dorn guadagnano le luci della ribalta come unici mattatori di questa gustosa variazione rispetto allo stile della band. Faretti bassi, colori da jazz club, l’atmosfera una volta tanto conquista il centro dell’attenzione. A rendere l’esperienza ancor più unica e atipica ci pensa una pesante coltre di neve che cade leggiadramente dall’alto. Un momento particolare che riesce a donare alla consueta prestazione dei Powerwolf quel qualcosa di più che non può che giovare sulla lunga distanza.

Al di là di questo lotto di inediti, che confermano ottimamente quanto già avevano lasciato intuire nella versione su disco, la scaletta corre via veloce, potente e straripante di energie. Il pubblico non cede per un singolo istante, rimanendo costantemente coinvolto. Anche la quota femminile presente non manca di far sentire la propria presenza, lanciando indumenti intimi sul palco e guadagnandosi il ringraziamento di Attila. È un piacere ritrovare brani che sono di casa nelle esibizioni dal vivo, che vanno a sondare tutta la discografia, pur escludendo ancora una volta quel “Return In Bloodred” che è extra canone ma che meriterebbe di essere riscoperto. La maggiore interazione della band con il pubblico avviene con i brani che sono stati metabolizzati da più tempo. L’accoppiata di canzoni “Armata Strigoi” e “Blessed & Possessed” rende bene l’idea, con Attila a giocare col pubblico sulla prima, e con Schlegel a smuoverlo nella seconda portando in giro bella alta la solita bandiera della band. Momenti ormai divenuti standard all’interno delle esibizioni dei Powerwolf ma che riescono bene a cementare quel legame tra gruppo sul palco e fan che molto porta alla differenza tra un buon concerto ed un ottimo concerto. I classici, perché con ormai 15 anni di carriera alle spalle di classici si può ben parlare, ci sono tutti, dalla sempre gustosissima e irriverente “Resurrection By Erection” da “Bible Of The Beast” all’accoppiata emofila “All We Need Is Blood” e “We Drink Your Blood” da “Blood Of The Saints”. Sono brani ormai ascoltati in dozzine di setlist provenienti dai più disparati tour ma sono come dei vecchi amici con cui è sempre un piacere passare qualche momento ogni tanto. La chiusura della setlist ufficiale è lasciata a “Lupus Dei” e Attila non può non lanciarsi nella sua personale versione della messa metal, con orazioni verso il pubblico ed esibizione con acuti meno elevati del solito, forse segnale di un tour già bello impegnativo con poche pause tra un live e l’altro. Il bis viene lasciato ad un trio di canzoni che cercano di ottenere quanto più ritorno possibile di coinvolgimento da parte del pubblico. La parte del leone la fa Schlegel, sempre pronto a correre lungo il palco per sobillare gli spettatori a farsi sentire con urli e cori. Da solo in “Sanctified With Dynamite” o insieme ad Attila in “Werewolves Of Armenia”. Non manca nemmeno un ultimo contributo del pubblico, nel più classico uomini contro donne, all’interno di “Coleus Sanctus”, brano già molto trainante di suo.

I Powerwolf dal vivo sono sempre una sicurezza, dal punto di vista musicale - brani potenti e pensati per conquistare i fan -, e d’intrattenimento, con la coppia Dorn/Schlegel che riesce immancabilmente a trovare la giusta comunione con gli spettatori, in qualsiasi nazione si trovino. Vista la formula già vincente della loro proposta musicale, basta ben poco - una ballad o l’utilizzo di strumenti folk - per riuscire a variare e a rinnovare con successo il richiamo del pubblico. Il Live Club si è rivelato ancora una volta perfetta cornice per le discese in Italia della band teutonica, con un chiaro successo su due fronti: economico per il combo tedesco, che sarà così invogliato a farsi invitare nuovamente nella nostra nazione, e di soddisfazione per gli spettatori, deliziati con una setlist che non poteva essere pensata meglio.

 

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Guarda QUI la gallery completa!
 
Setlist
Lupus Daemonis (Intro)
Fire And Forgive
Army Of The Night
Incense & Iron
Amen & Attack
Let There Be Night
Demons Are A Girl's Best Friend
Killers With The Cross
Armata Strigoi
Blessed & Possessed
Where The Wild Wolves Have Gone
Resurrection By Erection
Stossgebet
All We Need Is Blood
We Drink Your Blood
Lupus Dei
Encore
Agnus Dei (Intro)
Sanctified With Dynamite
Coleus Sanctus
Werewolves Of Armenia
Wolves Against The World (Outro)

 




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