Therion (Christofer Johnsson)
In occasione della pubblicazione del nuovo album "Leviathan", abbiamo avuto la possibilità di parlare con Christofer Johnsson, leader dei Therion. Il talentuoso compositore ci ha raccontato la sua visione attuale del mondo e della musica, oltre a darci anche qualche anticipazione riguardo il futuro della band.
Articolo a cura di Fabio Polesinanti - Pubblicata in data: 02/02/21

Ciao Christofer. Per prima cosa, benvenuto su SpazioRock e grazie di essere qui con noi. Come stai? 

 

Io sto bene, ti ringrazio!

 

Come stai vivendo questo periodo influenzato dal Coronavirus, come uomo e soprattutto come artista? Il vostro ovviamente è stato uno dei settori più penalizzati dall'attuale pandemia.

 

Non è il massimo dover portare sempre una mascherina in ogni posto in cui si va, però io sono un musicista, buona parte del mio lavoro la svolgo a casa, per cui attualmente non è così male per me. Ma sono comunque preoccupato per come vanno le cose nel mondo attualmente. La gente sta vivendo costantemente spaventata e credo ci siano da fare delle riflessioni sullo stato attuale della democrazia. Sicuramente il virus c'è, è presente, ti puoi ammalare se sei a contatto con persone che hanno il virus, e sfortunatamente si può morire. Ma non è la prima volta che accade, ogni anno ci sono tante morti per svariati motivi. Certo ora è sicuramente una situazione più grave, ma penso che le misure di restrizione siano state a volte esagerate. Se fai un paragone con l'influenza spagnola, che ha causato milioni di morti, in quel caso non ci fu la fine della democrazia. Io so che la situazione è grave certo, ma sono convinto che quando la gente è così spaventata, chi governa si può permettere molte misure indicate come di "sicurezza", ma che forse potrebbero essere chiamate in altro modo. E quando una famiglia o un piccolo imprenditore a causa di un periodo del genere finisce in bancarotta, dall'altra parte ci sono multinazionali che si possono arricchire su questo. Grandi gruppi come Apple o Amazon si stanno arricchendo notevolmente durante la pandemia. Credo che le persone debbano riflettere molto su questo aspetto, perchè riguarda anche la loro vita. So che questa è una webzine musicale e non vorrei entrare troppo nello specifico di discorsi politici, ma vedi, anche il settore musicale è completamente devastato da questa situazione. Non parlo di me, io sono fortunato e riesco a continuare ad avere i miei introiti dagli album, dai diritti d'autore e dagli ascolti in streaming. Anche perchè se ci pensi, in un momento del genere, con le restrizioni che ci sono, se hai problemi con il lavoro, hai bisogno di cultura e di intrattenimento ancora più del solito. Se tutto va a rotoli magari hai bisogno ancora di più di leggere un libro, di ascoltare la tua collezione di dischi o Spotify, o di guardare Netflix. Cos'altro puoi fare? Questa parte di business in questo momento è abbastanza sicura, ma c'è un'altra parte di questo business che è completamente distrutta, ed è quella che riguarda i tour. Le band non vedono l'ora di poter tornare in tour, ma tutto l'ecosistema che gira intorno a questa attività è in completa difficoltà: le compagnie di tour bus, i locali e le location per i concerti, i roadie, i tecnici del suono e delle luci, che hanno dovuto trovare un altro lavoro e per i quali sarà comunque rischioso ritornare appena si potrà. E poi chi gestisce e produce il merchandise delle band, che rappresenta l'80% di tutto il merchandise di un gruppo quando è in tour o in fase di promozione. Anche questo settore rischia seriamente di scomparire e costringe a far passare gli ordini attraverso ad esempio Nuclear Blast, che è una delle label più importanti in Europa, ma che comunque rimane in difficoltà per gestire tutte le richieste. So che tutti non vedono l'ora che riprendano i tour, ma non sarà assolutamente così facile ripartire. Prima di tutto, qualsiasi band del pianeta, appena si potrà vorrà andare in tour, quindi in pratica vorranno farlo tutti nello stesso momento. Ci sarà grande confusione, anche perchè molte location saranno sparite a causa della crisi, non ci saranno tour bus per tutti, sarà difficile reperire una crew, sarà difficile gestire il merchandise, insomma ogni cosa sarà completamente nel caos. Con i Therion potremmo avere due strategie. La prima è quella di vedere quando queste restrizioni finiranno e provare ad organizzare un tour da co-headliner con un'altra band, cercando di sfruttare magari delle location più grandi che potrebbero essere ancora presenti. Normalmente sarebbero band che fanno da sole un tour da headliner ma in questo caso sarebbe un compromesso per ripartire. Oppure l'altra ipotesi è di rimanere ancora fermi, se le cose non potessero ripartire anche con la giusta professionalità. Come ti dicevo, se tutti vogliono ripartire allo stesso momento, senza i giusti strumenti, mi immagino come se ci fossero tantissime persone affamate che cercano di accaparrarsi tutte una singola patata e davvero non vorrei essere parte di questa situazione, quindi potremmo arrivare alla decisione di non fare nessun tour per questo album e farlo per il prossimo che faremo uscire. Se suoneremo, se potremo tornare in tour, lo vogliamo fare in maniera assolutamente professionale, altrimenti rimarremo fermi. 

 

Hai sicuramente spiegato benissimo un concetto che magari non viene subito in mente a tutti. C'è davvero il desiderio di tornare ai live, ma come dici tu non sarà affatto semplice. Pensavo anche a quello che potrà accadere per i festival estivi.


Purtroppo credo che molti festival hanno il rischio concreto di andare in fallimento perchè non hanno la possibilità di posticipare nuovamente di un'altro anno. I festival più grandi come Wacken sicuramente no, visto che hanno molti più soldi a disposizione, ma per i più piccoli sarà molto dura perchè si sono già esposti molto economicamente, hanno già pagato le band lo scorso anno. Noi siamo stati ingaggiati per un festival la scorsa estate e siamo già stati pagati, ma il festival è stato rinviato di un anno. I festival non possono fare da banca per l'eternità, hanno già sostenuto parecchie spese. Certo non tutte, ma sicuramente hanno anticipato parecchi soldi e per alcune cose, quando posticipi di un anno ti ritrovi ad avere dei costi doppi. Non so, da questo punto di vista rimango molto pessimista. Penso che il festival che dovremmo fare in Russia, precisamente a Mosca, potrà essere confermato, perché là la campagna dei vaccini è partita in anticipo, a dicembre, e sta procedendo. Ma davvero non so cosa potrà accadere per il resto.

  therionchristopher

 

Parlando del nuovo album "Leviathan", ti chiedo subito del Leviatano che ritroviamo nella bellissima copertina. Una figura biblica e mitologica. Cosa rappresenta per voi e come si inserisce nell'album?


L'idea di intitolare un album "Leviathan" è molto vecchia. Ogni volta che realizziamo un album, quando viene portato al termine, dopo il processo di mixaggio, penso sempre all'idea che ci sarà dietro il futuro prossimo album, a quale direzione prenderà l'aspetto musicale e spesso nasce già il titolo nella mia testa. Nel 1999, ho pensato ad un album chiamato "Leviathan" ed immaginavo nella mia mente che sarebbe stato un disco molto pomposo. Ma poi il percorso di scrittura mi ha portato in altre direzioni molto diverse, ho lavorato su "Secret of the Runes", quindi ho dimenticato tutte le idee riguardanti "Leviathan". Per questo nuovo album desideravo avere delle classiche hit dei Therion. Ho cercato di connettere certi aspetti delle canzoni più vecchie e anche più amate della band, cercando anche di capire il motivo per cui erano così popolari e mi sono ricordato che avevo in mente di fare un album di questo tipo, proprio dal titolo "Leviathan". Questa è la storia.

 

Nelle note di presentazione hai affermato che quest'album è quasi un dono ai fan. Avete voluto dare a loro quello che richiedevano maggiormente. Ci puoi spiegare un po' meglio questo concetto e da dove nasce?

 

Normalmente noi abbiamo sempre fatto quello che volevamo. Non ascoltiamo la casa discografica, non ascoltiamo i fan, ma cerchiamo di fare sempre quello che desideriamo. Questo è il motivo per cui quando esce un album è un po' come essere sulle montagne russe, a volte risulta molto popolare, altre meno. Ma è una cosa che non ci ha mai preoccupato, proprio perché per noi è importante la libertà di poter fare di testa nostra. Ma dopo "Beloved Antichrist" ho sentito che non avevo altri desideri, avevo in pratica esaurito tutti i miei sogni, non c'era altro che desideravo fare che non avessi già fatto. Dopo 16 album posso dire di aver sperimentato tutto quello che c'era da provare a livello musicale, per cui l'ultima cosa che mi era rimasta da fare, l'ultima sfida era quella di provare a realizzare un album di grandi hit, cercando di accontentare i fan. E non è che sia una cosa così semplice. Non è che prendi la chitarra, cominci a suonare e riesci automaticamente a fare grandi canzoni, per questo era una sfida interessante. È anche molto semplice salire su un piedistallo e dire: "Eccoci, siamo una grande band originale, non ascoltiamo quello che ci chiedono i fan e facciamo quello che ci pare", ma non deve essere una semplice scusa. Davvero, non credo tu possa sempre fare tutto quello che ti chiedono i fan. Ma in questo caso era probabilmente l'ultima sfida che potevo affrontare, la interpreto in questo senso. Anche il discorso riguardo all'originalità è particolare, ci sono due aspetti. Il primo riguarda il tempo: se crei qualcosa di veramente originale in un determinato momento, dieci anni più tardi diventerà musica "normale". Quando i Celtic Frost nel 1987 fecero uscire "Into The Pandemonium" fu un album incredibilmente creativo, che lasciava a bocca aperta grazie a tutti quegli elementi innovativi e sinfonici. Ma dieci anni dopo i Therion o altre band come Nightwish o Epica sono divenute molto popolari grazie a quel tipo di sound. È un pò quello che è accaduto a Jimi Hendrix, che forse è stato uno degli artisti più rivoluzionari del rock in tutti i sensi, e che a metà degli anni '60 ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica. La prima generazione di band di hard rock ha trovato il mondo completamente rivoluzionato dalla musica di Jimi. Band come Deep PurpleLed ZeppelinUriah Heep e anche i Judas Priest che sono arrivati più tardi, ti potranno dire che Jimi Hendrix ha completamente cambiato tutto. Mentre se chiedi ora ad un giovane fan del rock e del metal, se conosce il personaggio e la storia della musica, magari ti dirà solamente che è stato un grande chitarrista che ha scritto delle grandi hit come "Foxy Lady". Queste persone non possono capire quale fantastica ed incredibile rivoluzione abbia creato Jimi. E questo, a causa del tempo che passa, capita a tutti. Negli anni '90 eravamo sicuramente una grande band caratterizzata dall'originalità e magari i media mi indicavano come un "genio sinfonico" o cose del genere, ma dieci anni dopo sono diventato solamente un ragazzo che suonava del classico symphonic metal. Questo alla fine è ciò che accade per ogni band. Ma devo dirti che si è comunque persa nel tempo questa voglia e questa capacità di essere originali. Se penso agli ultimi dieci anni, non riesco a trovare qualcuno che è stato veramente innovativo e questo per me non è positivo. Ci sono tantissime nuove band che sono molto valide e brave, sono usciti moltissimi bei dischi e continua ad esserci davvero buona musica, ma sembra che il momento delle grandi innovazioni sia definitivamente passato. Se guardi alla storia, puoi vedere certo Jimi Hendrix, poi il primo hard rock, l'heavy metal, il thrash metal, e poi death metal, black metal, symphonic/gothic metal negli anni '90, il progressive metal dieci anni dopo, il folk metal, ma poi tutto si è fermato. L'ultima volta che ho sentito davvero una band innovativa sono stati i Diablo Swing Orchestra, ma ti parlo ormai di 15 anni fa. Negli ultimi dieci anni davvero non ho trovato nulla. Certo ci sono state delle combinazioni, come il deathcore. Ma in realtà cos'è il deathcore? È semplicemente un intreccio di due stili che già esistono, non c'è originalità o qualcosa di realmente innovativo. Mi sembra che ci sia ormai nell'aria l'idea che l'intrattenimento abbia sorpassato l'originalità. Scrivi belle canzoni e i fan saranno contenti. Ad esempio i Judas Priest hanno fatto uscire "Firepower", che è un grande album, mi piace, lo compro, lo ascolto, i fan lo ascoltano e sono felici e anche la band è felice.

 

Nel passato della tua carriera, hai avuto l'impressione in certi momenti di aver creato qualcosa di veramente originale ed innovativo, che potesse lasciare un segno importante, proprio alla luce di quanto mi hai detto? Magari proprio un album o il tipo di approccio musicale utilizzato. Come hai già detto, negli anni '90 eravate davvero una band innovativa e molti hanno seguito il vostro modo di fare musica.

 

I nostri esordi sono stati un po' particolari. Nel nostro secondo album nel 1992 "Beyond Sanctorum" abbiamo introdotto nel nostro sound molti elementi nuovi, come tastiere, voci femminili, voci pulite maschili e alcune persone ci hanno dato dei "poser" solamente poiché utilizzavamo le tastiere. Credo che a quell'epoca noi e forse i The Gathering usavamo un suono significativo utilizzando le tastiere. Anche i Nocturnus dagli Stati Uniti, anche se non era una band molto amata e ricordo ancora tante storie sul suo tastierista. Negli anni '80, le grandi band che erano cool, come Dio,  tenevano le tastiere dietro al palco e anche quando le utilizzarono i Maiden, ricordo persone che dovevano per forza sottolinearlo come una cosa negativa, nonostante ascoltassero un grande album. Quando abbiamo realizzato il terzo disco avevamo moltissimi strumenti orientali, che magari adesso risultano molto comuni, ma all'epoca ci additavano come "kebab metal" o "camel fuck metal". Credo sia stato con l'album "Theli" che abbiamo avuto la fortuna di arrivare con un certo sound operistico nel momento giusto. Forse se fosse uscito due anni prima avremmo avuto ulteriori critiche, ma in quel momento c'era una sorta di voglia di qualcosa di nuovo. Molta gente era stanca di alcuni tipi di suoni, dal grunge che stava morendo, al death metal stava diventando noioso, anche perchè molti dei grandi album death metal erano già usciti. Il black metal aveva fatto il suo tempo, anche se ha vissuto una nuova fase grazie ai Dimmu Borgir, che hanno portato un aspetto sinfonico al black metal. Insomma, in questo desiderio di novità sono cresciute band come Therion, TiamatMoonspell, Amorphis. Credo sia tutta una questione di tempistica corretta, di arrivare nel momento giusto. Per farti un esempio, anche gli Hammerfall, che sono sicuramente diventati uno dei gruppi di punta della Nuclear Blast, sono arrivati nel momento giusto. Se il loro primo album fosse uscito nel '93 sicuramente avrebbero avuto vendite differenti. Rimane tutta una questione di tempo, come lo è stato per "Theli". Credo che anche gli Amorphis con "Tales From The Thousand Lakes" abbiano aperto notevoli porte, così come i Tiamat, e così è stato "Theli", per la decisa impronta operistica.

 

therionleviathan

 

Qualche anno fa hai avuto dei seri problemi alla schiena, che ti hanno molto limitato nel poter suonare. Ricordo bene alla 70000 Tons Of Metal, nel 2017, c'era anche la sensazione  che la tua carriera potesse essere a rischio. Come sono stati quei momenti?

 

È stato un periodo davvero orribile per me e molto duro. C'erano dei momenti in cui non riuscivo proprio a suonare o a tenere in mano la chitarra. Quando sono stato in Russia ho fatto delle cure private, mi sono anche riempito di farmaci e grazie al collare piano piano sono riuscito a riprendermi, cercando di ripartire dalle cose più semplici e poter pian piano a riprendere a suonare, pur con molti accorgimenti. È stata una vittoria. Ho fatto sei mesi di fisioterapia molto intensi, per vedere se le cose potessero migliorare e soprattutto per evitare un intervento chirurgico molto delicato alla schiena. Sai, ci sono tre posti nel corpo dove proprio non è il caso di avere un'operazione: il cervello, il cuore e la schiena. Se devi operarti al ginocchio di sicuro andrà bene e puoi stare tranquillo, ma in quei posti è meglio evitare. Per fortuna le cure hanno funzionato. Sicuramente rimarrò per sempre con un handicap e per quanto riguarda i live non riuscirò a suonare tante canzoni molto heavy con foga e costanza, dovrò sempre limitarmi. Non posso portare più grandi pesi ed è un po imbarazzante perché quando sono a fare shopping con la fidanzata, deve portare lei i pacchi. Devo stare attento con i pesi purtroppo, pur essendo in grado di sollevare qualcosa, è sempre un rischio che non voglio correre. Ma non mi lamento. Ho scampato l'intervento chirurgico e sto continuando a fare concerti. Nello scorso tour abbiamo diminuito leggermente la durata del set, 1 ora e 45 minuti invece di 2 ore, ma è stato l'unico compromesso che abbiamo dovuto fare per questa situazione, quindi sono contento.

 

Direi che è un ottimo compromesso per poterti vedere ancora suonare nella band!


Per alcuni mesi ho comunque davvero temuto di non poter più suonare, anche se questo non avrebbe voluto dire lasciare la musica, perchè tutte le composizioni nascono e si sviluppano nella mia testa. Se non avessi più le braccia, continuerei a scrivere le canzoni suonando con i piedi sulla tastiera! La musica troverebbe sempre il modo di uscire, ma non essere più in grado di andare in tour sarebbe stato davvero difficile.

 

Durante l'ultimo vostro tour in Italia, nel 2018 ci sono stati dei problemi con la data di Brescia a causa della neve. Voi siete riusciti ad arrivare al locale ma il concerto è stato annullato a causa delle condizioni meteo. È stata una situazione davvero strana ed insolita, che ricordi hai di quella situazione?

 

Sì, è stato abbastanza triste. Era la seconda volta che ci capitava di dover cancellare uno show in tutti questi anni di live. Ricordo che c'era stata una tempesta di neve, ma eravamo comunque riusciti ad arrivare al locale ed è stato abbastanza stupido non permetterci di suonare. Ricordo che abbiamo invitato i fan tramite internet a raggiungerci per bere qualcosa insieme. C'erano però problemi legati alla neve ed arrivò solamente un fan, mi pare di ricordare fosse un ragazzo cinese che alla fine si trovò a vivere una gran bella esperienza, una sorta di meet and greet privato.

 

Volevo chiudere l'intervista chiedendoti, dopo tutti questi anni e questi album, dove vuole andare ancora Christofer? C'è ancora qualcosa da esplorare?

 

Credo di avere ancora qualche canzone davvero originale da portare alla luce, ma sicuramente il tempo delle grandi innovazioni è passato per i Therion e per la musica in generale. "Leviathan" è il primo album di una trilogia alla quale stiamo lavorando in contemporanea. Non potendo andare in tour attualmente abbiamo possibilità di continuare a registrare in studio e abbiamo più di 40 nuovi pezzi già scritti. Nei prossimi due anni penso perciò faremo uscire un album all'anno di questa trilogia e poi vedremo quanto e come potremmo tornare in tour. Attualmente non ne ho davvero idea. Però non è un problema per me passare a livello musicale dall'essere un innovatore a diventare un intrattenitore. Ho sempre fatto finora ciò che desideravo, sono sempre stato affamato nella mia vita e perciò ho continuato costantemente a mangiare e mangiare e mangiare, quindi ad un certo punto mi sono ritrovato sazio. Non sarà per me un problema assaggiare solamente il dessert per il resto della mia carriera. Per 34 anni sono stato affamato di tutto e magari per i prossimi 30 sarà solamente il tempo del dolce, che vuol dire rendere le persone felici. Perché anche le canzoni che cercano di venire incontro ai gusti dei fan, rimangono per me delle ottime canzoni, come tutte quelle che ho cercato di fare nella mia carriera e che mi hanno sempre reso fiero di ciò che facevo. Anche la volontà di intrattenere e regalare belle canzoni che incontrassero i gusti delle persona ha alimentato in me la gioia e la volontà di scrivere ancora pezzi e di registrare nuova musica.

 

Grazie per la disponibilità! Per concludere, vuoi mandare un saluto ai lettori di SpazioRock e ai vostri fan italiani?


Ciao a tutti, spero di vedervi presto in tour! Forse non già da quest'anno ma probabilmente nel prossimo! Grazie a voi!




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool