cutouts
NUOVE USCITERECENSIONITOP ALBUM

The Smile – Cutouts

Parlavamo di incontenibilità, di esigenza, di gioco, di avanscoperta. Parlavamo di una via secondaria, di uno sterrato buio, intrapreso di getto e convertito in un’autostrada irradiata da lampioni caleidoscopici. È l’effetto Thom Yorke che stenta ad esaurirsi, ancor di più se ad alimentarlo c’è quella poderosa alchimia che sorregge i The Smile, tanto da metter quasi da parte la dirompente ombra dei Radiohead, inevitabilmente aleggiante sulle capocce dei Tre, e permettergli di mandare a quel paese le tempistiche che, volente o nolente, governano la pubblicazione dei dischi.

Cutouts” ce lo aspettavamo, non così fulmineamente, ma ce lo aspettavamo: dai precoci battesimi live di “Instant Psalm”, “Eyes & Mouth” e “Bodies Laughing” – quest’ultime già parte integrante delle setlist del primissimo tour, nel (non) lontano 2022 – e da “Wall Of Eyes”, che pareva modificare il tourbillon di “ A Light For Attracting Attention”, ammansendone lo straripante vigore e modellando il flusso su frequenze più placide, sentivamo che c’era qualcosa di ancora aperto, da cui sbuffava forte il respiro di una creatura desiderosa di mutare nuovamente.

E per certi versi “Cutouts” assolve il compito, tenendosi anch’esso un po’ a distanza dall’eterogeneità scoppiettante del debut e rimestando le correnti atmosferiche che si gonfiavano nel sophomore, trascinandole ancor di più in una cripticità che si infiltra alle radici dei synth (“Don’t Get Me Started”) e di un groove sempre più corpulento e labirintico.

È Jonny Greenwood a continuare a tessere instancabilmente, a ingabbiare le vocals di Thom Yorke in strutture tanto catchy quanto prog-ressivamente più intricate. Il turbinio a spirale dell’ipnotica “Zero Sum”, l’orientaleggiante inquietudine che governa “Colours Fly”, il clean riff che sale e scende di tonalità in “No Words”, elementi in costante metamorfosi che radicano cautamente dall’ambient (“Foreign Spies”), fioriscono sotto l’ala contenitrice dell’art folk (le succitate “Instant Psalm” e “Bodies Laughing”) e volteggiano sotto quella più libera dell’art rock (“Eyes & Mouth”, “The Slip”), con un Tom Skinner sempre più al centro del progetto – in “Cutouts” è racchiusa la miglior prova dell’ex Sons Of Kemet.

Un’energia inesauribile, che sgorga da un trittico discografico a cui è davvero complicato trovare difetti. Parliamoci chiaro: Thom Yorke e derivati possono non piacere, e chi siamo noi per forzarvi ad apprezzarli. Ma rimanere impassibili – o addirittura irritati – dinanzi al repentino susseguirsi di questi pezzi d’arte nasconde una mancanza: non di gusto, bensì di volontà di ascoltare e analizzare i dati oggettivi. Poiché pare alquanto innegabile che i The Smile sono, a tutti gli effetti, una delle realtà migliori – se non la migliore in assoluto – del post covid e “Cutouts” ne suggella magnificamente un’ideale fine per il primo giro di giostra, lasciandoci ancora aggrappati a questo circolo da cui non vogliamo più staccarci.

Tracklist

01. Foreign Spies
02. Instant Psalm
03. Zero Sum
04. Colours Fly
05. Eyes & Mouth
06. Don’t Get Me Started
07. Tiptoe
08. The Slip
09. No Words
10. Bodies Laughing

Comments are closed.

More in:NUOVE USCITE

0 %