Quando al termine di un concerto, ti senti leggero come se ti fossi appena risvegliato da un’esperienza extracorporea, vuol dire che la band è riuscita a prendere per mano la tua anima e, insieme, volare in una nuova dimensione fatta di suoni e colori. I Placebo sono gli sciamani che al Rugby Sound Festival di Legnano sono riusciti a creare quell’atmosfera di unione e connessione che tanto bramano in ogni loro live.

A salire sul palco in apertura, i Peaks!, energico duo torinese che da qualche anno sta attirando l’attenzione del pubblico internazionale con un sound riconducibile al rock alternativo con un sacco di influenze: emo, pop/punk, rock, elettronica. Sono coinvolgenti, lanciano messaggi sociali tra un brano e l’altro e trasmettono il tipico entusiasmo delle band a inizio carriera.

Nel tempo del cambio palco, gli ultimi ritardatari raggiungono una platea già gremita di gente e una sfilata di magliette di gruppi anni ’90 avanza, birra in mano, verso il palco in attesa che i legittimi proprietari degli strumenti, che lo staff sta così meticolosamente disponendo, prendano posto. Il cielo è ancora chiaro, c’è un vento piacevole che sparge un misto di odori tra sigarette, salamelle e Autan, sono le 21.15 e, finalmente, dal palco risuona il riff di “Taste in Man” che cattura immediatamente l’attenzione di tutti.

Se l’obiettivo è organizzare e partecipare ad un viaggio astrale, la cosa migliore e più utile da fare è quella di non utilizzare troppo il cellulare durante il concerto. Se c’è una cosa su cui i Placebo non transigono è la distrazione che comporta il fare video o foto durante l’intero spettacolo: Brian Molko ha bisogno di connettersi con il suo pubblico e può farlo solo se non ci sono interferenze tra le parti. Diversamente potrebbe interrompere il live, come già successo in passato.

Placebo Spaziorock
Placebo

La scaletta viene studiata con cura, alternando pezzi nuovi a brani storici, dando corpo allo spettacolo ora con sonorità cupe e spinte, ora con ballate lente. Un’ora e mezza di rock puro, potente, incisivo, vettore di messaggi importanti e più attuali che mai. Con ogni loro canzone i Placebo comunicano al pubblico l’importanza di esprimere sé stessi e non limitarsi per vergogna o per conformarsi alla massa. Dal vivo questo messaggio lo percepiamo in modo più intenso, con il basso che ti entra nel petto e il ritmo scandito dalla batteria. “Beautiful James” è il brano con il quale Brian accarezza i cuori della platea e abbraccia tutti: accettazione di sé e inclusione contro ogni forma di intolleranza e un bel fanculo a ciò che dicono o pensano gli altri.

Ogni singola canzone viene eseguita in modo impeccabile, evidenziando il lavoro di precisione della band britannica nella ricerca del suono perfetto, valorizzata dall’ottimo impianto del Rugby Sound. Tra i brani nuovi, “Happy Birthday In The Sky” che, eseguita al tramonto, conferisce maggior carica emotiva alla performance, esaltandone il significato e rendendola ancor più struggente.

Ma i Placebo sono anche artisti ribelli e disobbedienti, paladini della libertà di espressione e dei diritti civili, che considerano inderogabili. Ricordate che lo scorso anno il frontman è stato denunciato per diffamazione dalla Presidente Giorgia Meloni? Nonostante questa volta non si esponga in maniera altrettanto aggressiva, su “Dry Your Eyes” Brian decide comunque di apportare un piccolo cambiamento al testo, aggiungendoci un “fuck governments, fuck your killing” sottolineato da esibizione di dito medio.

Il concerto finisce, ma Brian Molko e Stefan Olsdal devono riportare le anime nei corpi dei legittimi proprietari e concludono l’esperienza con distorsioni, riverberi e suoni contorti che escono prepotenti dagli amplificatori e si fanno strada nella platea. Saluti e via nel backstage.

Diciannove canzoni in scaletta, nessuna pausa: per un’ora e mezza i Placebo non hanno smesso di suonare, né hanno parlato con il pubblico, ma sono riusciti comunque a creare una profonda connessione con l’intera platea perduta nel flusso del rock alternativo.

Setlist

Taste In Men
Beautiful James
Scene of the Crime
Happy Birthday in the Sky
Bionic
Surrounded by Spies
Soulmates
Every You Every Me
Sad White Reggae
Try Better Next Time
Too Many Friends
Went Missing
For What It’s Worth
Slave to the Wage
Song to Say Goodbye
The Bitter End
Nancy Boy
Infra-red
Running Up That Hill (Kate Bush cover)

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