Kasabian - Happenings
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Kasabian – Happenings

I Kasabian sono da poco stati in Italia per una serie di concerti, occasione perfetta per presentare al pubblico le canzoni del loro ultimo lavoro. Tuttavia ciò non è successo e la band, attualmente capitanata da Serge Pizzorno, ha preferito aspettare l’uscita dell’album per far ascoltare ai fan le nuove canzoni. “Happenings” è stato rilasciato il 5 luglio ed è il secondo disco del gruppo dall’abbandono del frontman storico Tom Meighan. Come per il precedente “The Alchemist’s Euphoria”, la differenza rispetto ai primissimi lavori della band con Meighan si sente parecchio e non solo perché lo stile del gruppo si è evidentemente evoluto.

Ad aprire il la tracklist sono i due singoli già noti al pubblico “Darkest Lullaby” e “Call”, entrambi brani dal ritmo ballabile dove il rock si mischia all’elettronica. E, forse, c’è più elettronica che rock. Immediatamente si ha l’impressione di stare ascoltando qualcosa di più simile al progetto solista di Serge, The Slp, piuttosto che ai Kasabian. In ogni caso i singoli, per quanto diversi da quello a cui i fan della band erano abituati, sembrano funzionare. Peccato che la stessa formula sia usata un po’ per ogni singola traccia dell’album e non sempre i risultati sono positivi, come nel caso della debole “How Far Will You Go”, che porta a skippare e passare direttamente alla successivamente “Coming Back To Me Good”. Anche quest’ultima era già nota ed è uno di quei pezzi che, soprattutto dal vivo, riescono a coinvolgere.

A metà album la band cerca di proporre qualcosa di leggermente diverso con le più calme “G.O.A.T.” e “Passengers”, più vicine nello stile alle canzoni dei primi lavori dei Kasabian in cui Pizzorno sostituiva Meighan alla voce. Soprattutto la seconda sarebbe stata bene in uno dei primi album e suona come un tuffo nel passato: sicuramente uno dei pezzi meglio riusciti del disco. Dopo una breve parentesi si torna al rock elettronico più ballabile con “Hell Of It”, “Italian Horror” e la skippabile “Bird In A Cage”. Ma la vera perla dell’album viene lasciata per la fine: chiude difatti la già nota “Algorithms”, una dolcissima ballata dal testo terribilmente attuale che parla del rapporto con la tecnologia e del sentirsi diversi. La frase “This one’s for the weirdos, one day will be heroes” sembra difatti parlare ad una generazione che spesso si sente inadeguata o emarginata, ricordandole che non è poi così male essere dei “weirdos” ma che, anzi, la diversità può essere un valore aggiunto. Il coro del ritornello, poi, è già diventato un inno da stadio durante i live. Lasciarla fuori dall’album sarebbe stato un vero peccato.

Nel complesso, tranne qualche breve parentesi, “Happenings” non si mostra un album destinato a diventare un classico dell’alternative rock come i primi lavori dei britannici. Certo, l’energia tipica della band è presente ma si ha comunque la sensazione, per chi segue la band dagli inizi, che manchi l’essenza vera dei Kasabian. Che sia l’assenza di Tom Meighan? Probabile. Quando un membro va via, soprattutto se è il frontman, la differenza di sente e, per chi è un fan storico della band, accettarlo non è poi così facile. Bisognerebbe soltanto mettersi il cuore in pace e pensare che si sta ascoltando una band diversa, ma con lo stesso nome, in quanto dei vecchi Kasabian è rimasto ormai ben poco.

Tracklist

01. Darkest Lullaby
02. Call
03. How Far Will You Go
04. Coming Back To Me Good
05. G.O.A.T.
06. Passengers
07. Hell Of It
08. Italian Horror
09. Bird In A Cage
10. Algorithms

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