Si ringrazia Giulia Franceschini per la collaborazione

I The Mysternies, giovanissima band inglese, dopo aver pubblicato l’album d’esordio “Reeling” a marzo non si sono più fermati, girando tutto il mondo in tour. Abbiamo avuto l’occasione di parlare con la cantante Lia Metcalfe e con il batterista Paul Crilly della genesi dell’album e delle aspettative per il tour europeo, nello specifico per la data italiana, che si terrà questo venerdì al Circolo Arci Bellezza di Milano.

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Il vostro tour europeo è appena partito, come vi sentite a riguardo?

Paul: Non vediamo l’ora! Abbiamo avuto qualche settimana di riposo e tornare sul palco è fantastico.

Lia: Sì, non suonavamo da un po’, quindi è bello tornare sul palco e vedere i fan.

Facciamo un passo indietro. Il vostro disco di debutto, “Reeling”, è uscito a marzo, lo avete portato sul palco negli Stati Uniti e nel Regno Unito, avete fatto diversi festival estivi e ora è il momento dell’Europa. Come vi sentite pensando a quello che è successo quest’anno?

Lia: Sì, fino ad ora è stato un anno incredibile, abbiamo fatto un sacco di cose. Da quando è uscito l’album praticamente non ci siamo mai fermati. Abbiamo viaggiato in tutto il mondo per suonare la nostra musica, incontrare un sacco di persone e ci siamo divertiti tantissimo.

Reeling” è il vostro disco di debutto, ma è davvero solido e consapevole. Come è nato questo disco?

Lia: È un po’ difficile da dire, essendo il nostro album di debutto le canzoni sono nate in modi diversi e soprattutto in momenti diversi. Ma una cosa che accumuna il modo in cui sono nate è che suoniamo tantissimo live, quindi immagino che la risposta possa essere questa, è nato suonando live. A quel punto è stato divertente cercare di portare quel modo di scrivere e suonare su disco.

L’album ha atmosfere abbastanza cupe, in quale stato emotivo eravate quando lo avete scritto?

Lia: Alcune delle canzoni sono state scritte diverso tempo fa, quindi non è semplicissimo ricordare come mi sentissi di preciso in quel momento [ride, ndr]. Tante sono nate nel periodo delle restrizioni, quindi si può dire che derivino da un periodo di solitudine, in cui era difficile avere connessioni con altre persone. Quindi in diversi pezzi c’è questo sentimento, il voler comunicare con gli altri, le relazioni e cose simili. Ripensandoci direi che mi trovavo in uno stato emotivo strano [ride, ndr].

“Reeling” è stato subito apprezzato da molte persone, quali sono secondo voi le caratteristiche che hanno fatto presa su un pubblico così vasto?

Paul: Non so, è difficile da dire, ma forse credo che uno dei motivi principali sia la varietà delle canzoni. Ci sono i singoli, pezzi più duri e tutto quello che si po’ trovare tra questi estremi. Quando ascolto un album mi piace avere queste sensazioni ed essere sorpreso da questo punto di vista. Forse il motivo è questo.

Lia: Io non ne ho la minima idea, sono solo contenta che piaccia alla gente [ride, ndr].

Questo venerdì suonerete a Milano. So che non è la vostra prima volta in Italia, visto che avete suonato a Firenze Rocks lo scorso giugno, ma questa volta si tratta di uno show da headliner. Quali sono le vostre aspettative?

Lia: A Firenze ci siamo divertiti un sacco, c’è una bella atmosfera e il pubblico era fantastico.

Paul: Sì, decisamente. Quindi siamo sicuri che a Milano sarà altrettanto caldo.

Parlando invece di progetti futuri, state scrivendo nuova musica? Cosa vi piacerebbe fare dopo il tour?

Lia: Per prima cosa credo che dormirò tantissimo [ride, ndr]. Oltre a ciò, credo che lavoreremo sul secondo album e farò quello che mi piace, tipo andare in snowboard e altre cose.

Gli ultimi anni visto l’ascesa di molte rock band britanniche – come voi – molto giovani, ma già in grado di affermarsi e di avere molto successo. Da dove pensi che derivi questo movimento?

Paul: Secondo me da questo punto di vista va sempre a ondate, quindi probabilmente prima di questo periodo c’era stato un momento poco prolifico, mentre ultimamente tantissime band fanno cose simili.

Lia: Credo che derivi molto da quello che succede. Molto spesso c’è un’esplosione di musica alternative rock o indie quando le cose nel mondo non vanno bene. Gli ultimi anni sono stati molto difficili per tutti, quindi le persone possono ritrovare molti dei sentimenti che provano in questo tipo di musica.

Grazie mille per questa intervista! Volete lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Lia: Facciamo festa! [in italiano, ndr]

Paul: Io non so nessuna parola in italiano, ma posso dire che non vedo l’ora di incontrare di nuovo i fan italiani venerdì.

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