I Cradle Of Filth arriveranno presto in Italia con un’unica data il 20 novembre al Live Club di Trezzo dell’Adda, Milano. Per l’occasione abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Dani Filth, che ci ha rivelato come si sta preparando per il tour e cosa ne pensa del pubblico italiano. Nel corso dell’intervista abbiamo ripercorso tutta la carriera dei Cradle Of Filth, tra pensieri nostalgici ed aneddoti di ogni tipo. Si è poi parlato del singolo che uscirà a breve e del nuovo album in arrivo nel 2025: sicuramente per i fan della band ci saranno un bel po’ di sorprese.

Ciao Dani, benvenuto su SpazioRock. Come stai?

Ciao a te, piacere di conoscerti. Tutto bene, grazie.

Allora, voi avete cambiato tante volte line up, eppure siete ancora in giro a fare tour. Qual è il vostro segreto?

Abbiamo sempre avuto un ottimo management e un’etica del lavoro molto forte. Anche come band abbiamo un’identità molto forte. Trovo che questo aiuti le persone che si uniscono a noi, perché in genere chi si unisce a noi conosce già il nostro materiale oppure è già stato un fan o sta diventando un fan della band. Voglio dire, non è facile sostituire qualcuno. Non possiamo semplicemente dire: “Oh, qualcuno se n’è andato”. No, no, certo che no. E anche se la gente dice: “Oh, c’è stato un altro cambio di formazione”, beh, quel cambio di formazione è avvenuto due anni e mezzo fa. E in quel periodo abbiamo suonato circa 500 concerti o giù di lì e siamo diventati una famiglia. Capisci cosa intendo? Vivi su un autobus insieme a loro e quindi sì, diventano una famiglia, si integrano ed in pratica condividi la tua anima con queste persone. Scrivi musica che viene dal profondo della tua psiche insieme, si attraversano momenti difficili insieme, si è negli aeroporti e sugli autobus insieme, si suonano concerti e si attraversano paesi strani e meravigliosi insieme. Sono tutte esperienze che creano un legame molto profondo.

Insomma arrivi a condividere tutto con il resto della band.

Sì, beh, nei limiti del possibile.

Il mese prossimo sarete in Italia per un’unica data a Trezzo dell’Adda, come ti senti a riguardo? Ti sei preparato in qualche modo?

Si. Sono stato a Milano non molto tempo fa, in realtà, per un matrimonio. Il posto era proprio non molto lontano dal Live Club, è stato fantastico. Quindi non vedo l’ora di tornare, soprattutto per il cibo.

Eh si, il cibo italiano è fantastico! Quindi sei emozionato all’idea di tornare in Italia?

Emozionato ed anche un po’ depresso in verità.

Perché depresso?

Perché non faremo altri concerti. Vorrei suonare a Firenze, vorrei suonare a Roma. Invece solo uno! Questo è l’unico motivo. Mi piace venire in Italia per il cibo, la cultura, i fan sono sempre fantastici. Ci trattano sempre molto bene. Ho anche molti amici in Italia. Amo la cultura. Adoro i film… È sempre bello poterci tornare. Il concerto sarà fantastico, con una grande line up. Poi suoneremo il nostro nuovo singolo, che uscirà la prossima settimana, ma anche cose vecchie.

Ecco è esattamente quello che volevo chiederti, se avreste suonato qualche nuova canzone.

Soltanto una, ovvero il singolo che uscirà martedì 22 ottobre.

Puoi dirci qualcosa al riguardo? Cosa devono aspettarsi gli ascoltatori da questo singolo?

In realtà non posso. Solo che è abbastanza in tema con questo periodo dell’anno. Ha un legame molto forte con la vigilia di Ognissanti. Questo vi sarà evidente quando vedrete il video e ascolterete la canzone, ma è molto difficile da descrivere. Il video è straordinario. È stato girato da Vicente Cordero, responsabile di She Is A Fire e Crawling King Chaos, Necromantic Fantasies. Ha anche girato il video quando ho collaborato con i The 69 Eyes. In effetti, è stato lì che l’ho incontrato per la prima volta. Si, è una grande canzone, molto orecchiabile, ma lo saprete tra cinque giorni che non voglio rovinarvi la sorpresa!

Ok, siamo molto curiosi! Arriverà anche un nuovo album…

Sì, il nuovo album uscirà, credo, all’inizio di aprile. Da qui ad allora, ci saranno tre o forse quattro singoli che lo precederanno, in modo che la gente possa farsi un’idea di cosa si tratta. È un grande disco. Non posso dirvi di cosa parla, qual è il titolo, o descriverlo davvero. Non posso neanche descriverlo completamente, perché racchiude così tanti elementi che non potrei farlo semplicemente.

Almeno puoi dirci che sound dobbiamo aspettarci dal nuovo album?

Non direi che abbiamo cambiato direzione. È molto moderno, ma ha anche dei richiami, degli elementi del precedente materiale dei Cradle. È molto atmosferico. La produzione è straordinaria e credo che proprio questa gli conferisca un suono distinto, che ti fa capire che si tratta di questo album e non di quell’altro. Credo che sorprenderà molte persone. Probabilmente sorprenderà anche molte persone sapere che abbiamo già iniziato a scrivere il nostro prossimo disco, ma, sai, ci stiamo arrivando lentamente. È un processo. Volevamo iniziare presto. Beh, siamo musicisti ed è quello che facciamo.

Oh fantastico! Siamo davvero curiosi di ascoltare sia il nuovo singolo che il nuovo album. Si è parlato tanto anche di una collaborazione con Ed Sheeran, la ritroveremo nell’album? Come è nata questa idea?

Non farà parte del nuovo album. Uscirà a parte in un altro momento. È una canzone straordinaria. Solo una decina di persone l’hanno sentita e la adorano. Ha il suono di Ed Sheeran, c’è la sua chitarra acustica, ma ha anche il suono dei Cradle Of Filth. Ci sono urla, è pesante… È veramente grandioso. È difficile descrivere cosa sia. Bisogna solo immaginare.

La vostra musica è molto diversa da quella di Ed, pertanto mi chiedevo come foste riusciti a combinare insieme i vostri generi…

Ed era un fan della band ed è così che siamo arrivati a collaborare. È venuto nel nostro studio. Non vive molto lontano da me o dal nostro studio qui in Inghilterra. In linea d’aria, forse 20 miglia, 25 miglia. Quindi è venuto da solo, senza entourage, senza sicurezza, solo lui, la sua chitarra, una felpa, guidando l’auto della moglie. Come ho già detto, è molto riservato. Ha fatto le sue cose, ci siamo divertiti, siamo rimasti con i piedi per terra e abbiamo riso un po’ di tutto. Poi siamo andati a bere e a mangiare qualcosa in un pub e da allora sono rimasto in contatto. È un bravo ragazzo.

Bella storia. E come pensi reagiranno i vostri fan a questa collaborazione e alle vostre nuove canzoni?

Beh, non si può mai sapere. Penso che i nostri veri fan lo ameranno. Ovviamente ci saranno persone che diranno: “Oh, è una merda”, perché è sempre così. Potresti scrivere la migliore canzone del mondo e loro la odieranno. Ma credo che i nostri fan la ameranno. È molto orecchiabile. Ma orecchiabile non significa necessariamente che sia una commercialata. Non è una canzone per vendere. È molto orecchiabile e dopo ti ritrovi a canticchiarla. Il video anche è fantastico! Per quanto riguarda il nuovo album, invece, non penso che ascoltandolo si possa dire: “Bene, suona in questo modo”, perché come ho detto, nell’album ci sono canzoni lunghe, canzoni veloci, canzoni che hanno ritmi lenti, è atmosferico, è romantico, è anche molto duro, ci sono molti elementi che compongono l’album.

Quindi non riusciresti a definirlo con un’unica parola?

No, nemmeno con un singolo solo. Penso che forse ascoltandone tre o quattro potresti farti meglio un’idea della direzione che sta prendendo l’album. Il primo singolo è fantastico. Mi piace molto. La gente capirà perché l’abbiamo pubblicato prima di Halloween.

Voi siete considerati pionieri del symphonic black metal, cosa ne pensi di come si è evoluto il genere negli anni?

Beh, non sono un fan sfegatato del black metal. Voglio dire, ci sono passato, l’ho visto, l’ho fatto. Sono ancora molto amico di molte persone che fanno parte di gruppi black metal. Ascolto ancora il black metal. L’altro giorno ho ascoltato i Mayhem, ad esempio. Ma voglio dire, mi piace la musica in generale. Mi piace il thrash metal, mi piace l’elettronica, il pop, la dark wave, mi piacciono le colonne sonore, mi piace l’heavy metal tradizionale, mi piace il death metal, mi piace il black metal. Insomma, ciò che è buono è buono a prescindere dal genere.

La penso esattamente come te sotto questo punto di vista! Quest’anno è il 30esimo anniversario del vostro disco di esordio. Come ti fa sentire il fatto che siano passati 30 anni e stai festeggiando in qualche modo?

Sinceramente? Mi fa sentire vecchio! 30 anni sono tanti. E sì, mi ricordo come se fosse solo ieri. Anzi, no, non mi ricordo nemmeno cosa ho mangiato per cena ieri sera! Ma sì, ricordo le sensazioni che provavamo e il fatto che fosse un periodo musicale molto spirituale e mistico. Sai, era quando il black metal stava appena nascendo e molte persone si stavano avvicinando al genere. Poi era prima di Internet, quindi tutto avveniva ancora tramite scambio di nastri, e pochissime persone, sai, credo forse una sola persona che conoscevo avesse un telefono cellulare. Erano tempi magici, tempi che forse si sono persi, perché molto di ciò che riguarda il black metal e la scena dell’occulto riguarda il mistero e le cose nascoste. Oggi tutto è così immediato. Se volevi trovare una cazzo di foto di Count Grishnak, ai tempi c’era solo una foto in ombra. Oggi puoi trovare foto di lui a cena e, sai, le cose sono cambiate. Non dico che siano cambiate in peggio, penso solo che siano cambiate e tutto il resto. Esistono ancora band che si fanno le foto con le spade o le mazze chiodate, che vogliono fare depressive metal ed è ok. Ma come scena si sviluppa è sviluppata, come tutte le scene, e si è fusa ad altre. Non so nemmeno quale sia la definizione di alcune scene. Ci sono il black shoegaze e l’astro metal. Non lo so, tutto si mescola. Ma ci sono ancora i pionieri e ci sono ancora band che erano lì all’inizio e hanno superato la prova del tempo, magari provando a fare cose nuove.

Quindi ti senti anche un po’ nostalgico di quei tempi?

Bisogna essere nostalgici. Credo che la nostalgia faccia parte dell’essere artista. Sì, penso che sia un bene essere nostalgici. Pensi “Oh, mi ricordo quando è uscito questo. Oh, mi ricordo quando stavo facendo questa cosa. Ricordo che frequentavo questa ragazza o che siamo andati in vacanza qui o che c’era una cometa quell’anno”. La nostalgia è una cosa meravigliosa e può dare forma e aiutare a creare opere future.

Avete avuto una lunghissima carriera, ma c’è ancora qualche tema di cui non avete parlato nelle vostre canzoni che ti piacerebbe trattare?

È buffo perché proprio ieri qualcun altro me lo ha chiesto. La risposta sarà la stessa ovvero che non lo so. Abbiamo fatto 14 album, due EP, innumerevoli B-sides e collaborazioni. Non lo so ancora. Ho alcune idee in testa, ma non si sono ancora realizzate. Voglio anche scrivere un libro, ma non l’ho ancora fatto perché è molto difficile. E’ complicato essere totalmente originali al giorno d’oggi. Si può dare la propria interpretazione di originale, ma era molto più facile un tempo esserlo. Per esempio, quando abbiamo fatto Cruelty And The Beast, molte persone non sapevano nemmeno chi fosse Erzsébet Bathory. Così siamo stati in grado di raccontarla e a volte di trasformarne alcune parti in una specie di favola. Voglio dire, so che non era una vampira. So che non si immergeva in vasche di sangue ogni giorno. Sarebbe semplicemente impossibile. Poi innumerevoli film, innumerevoli altri gruppi musicali hanno esplorato la tematica. E questo è solo un esempio. Quindi bisogna fare attenzione quando si vuole provare a fare qualcosa e ad essere il più originali possibile.

L’ultima domanda e ti lascio andare. C’è un messaggio che vorresti lanciare ai lettori di SpazioRock?

Assolutamente sì. Grazie mille per essere sempre fan sia miei che dei Cradle Of Filth. È un onore e un privilegio avere persone che ci seguono da sempre, soprattutto in quest’epoca caratterizzata dall’AI e moltissime altre band. Il concerto in Italia sarà incredibile. Abbiamo una grande line-up, con anche i Butcher Babies e Mental Cruelty come supporter. Poi anche il pubblico italiano è fantastico, lo amo! Ci fanno sempre un sacco di regali. Credo che ogni pubblico poi abbia una sua identità. Gli italiani ad esempio sono molto passionali e leali. Non vediamo l’ora di tornare in Italia e, ripeto, il concerto sarà fantastico! Abbiamo un sacco di ricordi legati all’Italia. Siamo stati arrestati in Vaticano, ho avuto una rissa con un club in Italia anni fa… Ma anche un sacco di belle esperienze. Ho fatto delle belle vacanze lì. Sì, mi sono divertito molto con la mia ragazza a Roma l’anno scorso. Amo il cibo italiano, la cultura italiana, e non vedo l’ora di tornare in Italia così come anche la band non vede l’ora di suonare per voi il 20 novembre al Live Club di Trezzo sull’Adda a Milano.

Ti ringrazio davvero per il tempo che mi hai dedicato, è stato davvero un piacere e speriamo di rivederci presto!

È stato un piacere anche per me! Grazie mille e a presto!

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