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Solo pochi giorni fa a Galstonbury Banksy metteva in atto la sua ultima performance artistica: un gommone riempito di manichini con giubbotto di salvataggio naviga sulle teste del pubblico verso il palco sul quale, in quel momento, gli Idles stanno suonando la loro “Danny Nedelko”. Una storia che ha come sfondo uno dei festival musicali più grandi e amati del mondo e che coinvolge uno degli artisti più sovversivi e noti della nostra epoca. Il trait d’union? Gli Idles.

In un batter d’occhio la band di Bristol si ritrova in tutt’altro luogo: siamo lontani dalla grandiosità dei palchi del festival britannico. Ci troviamo nella periferia torinese, più precisamente nel Parco della Certosa Reale di Collegno dove, ormai da qualche anno, il Flowers Festival riesce a portare grandi nomi italiani e internazionali nella cornice di una manifestazione che è una piccola rivelazione.

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Principale act internazionale di questa edizione e unica band che vedremo sul palco questa sera, gli Idles portano tutta la loro tanta, ribelle e rivoluzionaria essenza, quella che ci farà cantare all’unisono già dopo pochi minuti dall’inizio del set “il nuovo inno nazionale britannico”, ci spiega Joe Talbot, “Fuck the king”, con una platea di dita medie alzate, prima di attaccare “Gift Horse”. 

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La festa punk degli Idles è un concentrato di gioia, rivoluzione e decostruzione. Tra costanti tributi alla Palestina, diverse “anti-fascist songs”, invettive rivolte ai Reali britannici, accenni al tema delle migrazioni e della comunità con “Denny Nedelko” – questa volta senza Banksy -, dichiarazioni d’amore ai propri compagni di band con “I’m Scum”, allegoriche e intense rappresentazioni del sentirsi persi con “The Beachland Ballroom”, capiamo che l’immaginario degli Idles è quanto di più profondo, lucido e umano nello sguardo verso la società e dentro se stessi.

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Pugni sul petto, sculettamenti, chitarre che volano: l’ora e mezza con gli Idles vola in soffio tra i brani tratti principalmente dall’ultimo “TANGK” e da “Joy As An Act Of Resistance”. Dopo tanto mosh, cori e braccia al cielo, ci rendiamo conto che forse il senso è proprio qui. “Love is the thing”, canta Joe in “Grace”, uno dei brani di “TANGK”, che però questa sera, a malincuore, non compare in scaletta. Ma è proprio il concetto di amore come chiave che permea l’ultimo lavoro in studio della band, rappresentando il loro più contemporaneo modo di rivolgere il proprio sguardo sul mondo.

In questo turbinio di emozioni e con una tempesta che si avvicina sempre più minacciosa, ma che è rimasta per tutta la sera soltanto di sfondo, arriva il momento dei saluti. Con Talbot al centro, ancora aggrappato al suo microfono, chiudiamo questa serata con una delle più grandi band degli ultimi tempi.

“You’ve been perfect, we’ve been Idles”.

Setlist

IDEA 01
Colossus
Gift Horse
Mr. Motivator
Mother
Car Crash
I’m Scum
Jungle
The Wheel
Gratitude
Benzocaine
POP POP POP
Divide and Conquer
The Beachland Ballroom
Never Fight a Man With a Perm
Dancer
Danny Nedelko
Rottweiler

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