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Godspeed You! Black Emperor – No Title as of 13 February 2024 28,340 Dead

“Quali gesti hanno senso mentre i corpicini cadono inermi? Quale contesto? Quale melodia spezzata?”

C’è una certa rassegnazione nelle parole che accompagnano il nuovo album dei Godspeed You! Black Emperor. C’è una cupa malinconia, che non ci è totalmente ignara, ma che da un certo punto di vista sorprende quando proviene da una delle band più sovversive dal rock moderno. Non che dalle parole non si percepisca il furore causato da quello che sta – ancora – succedendo e dall’indifferenza del nostro mondo nei confronti di tali crimini, ma questa volta non abbiamo liste di intenti, solo quelle che sembrano rassegnazione e malinconia. E un (non) titolo che si limita a dare un numero (purtroppo ancora da aggiornare giorno dopo giorno), che rappresenta la crescente pila di corpi inermi e senza nomi, senza bisogno di ulteriori spiegazioni. Sappiamo tutti benissimo di quale massacro i canadesi stiano parlando.

Sono passati tre anni da “G_d’s Pee AT STATE’S END!”, terrificante affresco di una società in fiamme e in ginocchio davanti ad una crisi sanitaria – e non solo – troppo difficile da affrontare. Questa volta, la chiamata alle armi per la band viene causata da crimini che si perpetrano da decenni, ma che nell’ultimo anno sono diventati ancor di più insostenibili e inarrestabili. E come ogni volta, ai Godspeed You! Black Emperor non servono parole per esprimere l’angoscia e il terrore cieco sotto il cui giogo sono costretti a vivere degli essere umani. I denti digrignati, i pugni stretti e le teste basse per l’impotenza davanti alla morte e alla devastazione vengono chiaramente dipinti nella nostra mente, con la consueta maestria, da pezzi articolati che si sviluppano e cambiano, come cambiano le nostre sensazioni – comunque sempre negative – davanti a scenari simili.

Per arrivare a ciò, il collettivo rinuncia alla consueta formula che l’alternarsi di due lunghissime suite e due intermezzi. Questa volta il viaggio è costante e, anche se il lavoro viene diviso in 6 pezzi, prevale la sensazione di immergersi in una traccia unica, che si evolve insieme alle sensazioni evocate dalle note. È lo smarrimento a destarci dal sonno, sembra quasi di masticare la polvere ascoltando l’arpeggio e le atmosfere desertiche di “Sun Is a Hole Sun Is Vapors”, uno smarrimento che prima si trasforma in angoscia (“Babys in a Thundercloud”) e poi in puro terrore (“Raindrops Cast in Lead”). Due brani in cui troviamo perfettamente incastonati tutti i dettami su cui si fonda il sound e la poetica dei canadesi e che vengono sapientemente costruiti, alternando quiete, malinconia ed esplosioni terrificanti, soprattutto nel secondo di questi due pezzi, che ha forse il suo apice nelle parole recitate prima nel finale colmo di rabbia e distorsioni; mentre le note fischiano nelle nostre orecchie come bombe sganciate dal cielo, possiamo vedere chiaramente gli “innocenti che ridevano e rimarranno per sempre addormentati senza poter vedere la bellezza dell’alba”. Dopo la quiete del funereo intermezzo “Broken Spires at Dead Kapital”, le sensazioni di impotenza svaniscono e fanno spazio alla furente cavalcata di “Pale Spectator Takes Photographs”, prima della solenne “Grey Rubble – Green Shoots”, che conclude il viaggio con un titolo emblematico, che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.

“La guerra sta arrivando. Non cedete. Scegliete un lato.”

Come nella musica, anche nelle parole che accompagnano l’album, mentre procediamo la rassegnazione fa posto alla rabbia, la malinconia si trasforma in un’esortazione a non soccombere davanti all’indifferenza e a non ignorare il cumuli di macerie e di corpi. I Godspeed You! Black Emperor danno vita al loro album probabilmente più politico – e questa affermazione fa già riflettere di per sé – e più in generale ad una delle pubblicazioni più intense, viscerali e romantiche della loro carriera. E tutta l’incomprensibile e contraddittoria valanga di emozioni negative (molte) e positive (poche) che ci fanno esplodere il petto mentre ci abbandoniamo totalmente a questi 54 minuti di estasi viene perfettamente riassunta nell’ultima parola dei messaggio che i canadesi ci affidano:

“Amate.”

Tracklist

01. Sun Ia A Hole Sun Is Vapors
02. Babys In A Thundercloud
03. Raindrops Cast In Lead
04. Broken Spires At Dead Kapital
05. Pale Spectator Takes Photographs
06. Grey Rubble – Green Shoots

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