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Un ritorno in grande stile come solo la regina Shirley Manson sa fare. Insieme ai suoi Garbage tornano in Italia dopo 5 anni, al Circolo Magnolia alle porte di Milano, con la prima data del loro tour europeo, che si apre con un pubblico che abbraccia diverse generazioni: i fan arrivano da un background punk rock e non gli interessa uniformarsi alla massa – ma siamo tutti contenti così.

Ad aprire la serata troviamo una bravissima Romina Falconi, evidentemente emozionata per aver avuto la possibilità di esibirsi prima di una band di questo calibro. Ma nonostante ciò, la cantante romana riesce intrattenere e divertire il pubblico con la sua musica dai testi particolari, ma comunque originali.

Dopo una breve pausa, alle 21.20 salgono sul palco uno alla volta Duke Erikson, Steve Marker e Butch Vig, insieme alla bassista Ginger Pooley e naturalmente lei, Shirley Manson, con la sua iconicità che già dalle prime note di “#1 Crush” fa riconoscere. C’è subito spazio per il grande successo “I Think I’m Paranoid”, tratto dal loro secondo album del 1998, dopo la quale la cantante si prende un momento per salutare il pubblico e ricordare a tutti quanto sia straordinario tornare dal vivo in Italia dopo tanti anni.

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La serata viene caratterizzata dalla sensualità nella voce e nei movimenti di Shirley e dal suono deciso degli strumenti, un mix tra alternative rock, pop ed elettronica e si prosegue con “The Men Who Rule the World”, “Run Baby Run”, fino al debutto dal vivo di “The Creeps”, tratto dal loro ultimo album “No Gods No Masters” (2021). Manson, oltre ad essere un’icona del rock e una bravissima cantante, si trova anche a suo agio nell’intrattenere il pubblico, raccontando aneddoti sulle loro canzoni più famose – oltre che personali – come quello del grande successo del 2005, “Bleed Like Me”, che ci insegna a comprendere la sofferenza altrui, perchè ognuno di noi ha le proprie stranezze, ma siamo tutti cool e possiamo essere tutti amici.

Tocca poi alla fantastica “Stupid Girl”, accolta trionfalmente da tutto il pubblico, che salta e canta in coro il ritornello, oltre ad una carrellata di canzoni attente al tema della salute mentale, pezzi che criticano la società delle apparenze, in cui la cosa più importante sembra dover compiacere gli altri o competere per raggiungere un ideale irrealistico.

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C’è anche spazio per “Cities in Dust”, cover di Siouxsie and the Banshees, sulla quale la cantante spende parole al miele per i britannici, affermando quanto siano stati importanti per la sua vita e quella della band. Su “Why Do You Love Me” parte invece il ringraziamento della band al contributo decisivo di Dave Grohl (acclamato in coro da tutto il pubblico), mentre la band snocciola un pezzo che ci fa capire ancora di più quanto siano al di sopra della massa e come non abbiano mai ceduto (“questa canzone racconta chi siamo, dove andiamo e perché”).

Lo show si chiede con “Only Happy When It Rains”, sul cui finale Duke, Steve, Butch e Ginger Pooley ringraziano uno alla volta, a modo loro, il pubblico, mentre Shirley ci ricorda di rimanere sempre cool e coraggiosi: “we love you” – e questo amore è sicuramente contraccambiato. In una serata perfetta sotto ogni punto di vista, i Garbage ci ricordano che esistono band che, pur non navigando troppo nel mainstream, siano riusciti ad avere una ricca carriera con un pubblico che li ama, scolpendo il proprio nome nei ricordi di più generazioni.

“Siamo una pillola difficile da mandar giù, ma una volta entrati nel vivo della questione, vi faremo sentire bene.”

E così è stato.

Setlist

#1 Crush Godhead
I Think I’m Paranoid
Cherry Lips (Go Baby Go!)
Special
The Men Who Rule the World
Metal Heart
Run Baby Run
Hammering in My Head
The Creeps
The Trick Is to Keep Breathing
Bleed Like Me
Stupid Girl
Wolves
No Gods No Masters
Cities in Dust (Siouxsie and the Banshees cover)
Push It
When I Grow Up
Why Do You Love Me
Vow
Milk
Only Happy When It Rains

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