cavalera schizophrenia 2024 recensione ita
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Cavalera – Schizophrenia

Che goduria sentire Max e Iggor, ora sotto il moniker Cavalera, risuonare tutto “Schizophrenia”, quello che fu il secondo full-length dei Sepultura, uscito nel 1987. Oltre gli interessi commerciali, sempre presenti dietro questo tipo di operazioni, qui c’è anche la voglia di ribadire un concetto ben preciso: No Cavalera No Sepultura. La qualità audio originale era indubbiamente un po’ scadente, ma malgrado ciò quel sentore lo-fi conferì al disco un certo fascino che rappresentava perfettamente gli inizi della band brasiliana. Era, in fin dei conti, un ottimo biglietto da visita per un nuovo gruppo che si presentava al grande pubblico come grezzo e feroce. Con questa ri-registrazione il tutto suona più potente, senza fruscii, coi bassi più presenti, con dinamiche migliori, ma al tempo stesso il sound ci arriva più compresso all’orecchio. Upgrade anche per la copertina, rivisitata dall’artista Eliran Kantor, sempre pronto a griffare ottimi dischi metal. La formazione include al basso Igor Amadeus Cavalera, figlio di Max – buon sangue non mente – e Travis Stone alla chitarra solista.

Per i due fratelloni la Third World Trilogy, composta da “Schizophrenia”, “Bestial Devastation” e “Morbid Vision” è ora al completo e tutte e tre le gemme del vecchio underground brasiliano sono salve e pronte per essere appetibili alle nuove generazioni di metallari. Le altre due opere sono state anch’esse riregistrate e pubblicate nel 2023. “Schizophrenia” è stato inteso come un esperimento death con sonorità quasi black, ma con un indirizzo thrash; tra le influenze nella sua composizione potremmo facilmente ritrovare Slayer, Mercyful Fate e Bathory. A giovare del rifacimento moderno sono soprattutto “Escape the Void” , “War” e “To The Wall”, dove adesso tutti gli strumenti sono ben distinti, soprattutto la batteria, qui più nitida e incisiva. Chiude il disco “Nightmares Of Delirium”, song inedita, un regalino finale che non sfigura nella tracklist. La traccia è stata composta da Max per omaggiare il disco durante le nuove registrazioni.

Fosse stato un album di inediti, si sarebbe meritato un voto altissimo, perché pur non essendo la punta di diamante di quel periodo, rimane comunque un disco monumentale che fu trampolino di lancio per il gruppo verso la maturità artistica e la successiva fama internazionale che culminò con “Roots” nel 1996. I Sepultura di oggi, quelli con Andreas Kisser e Paulo Jr., sono ormai agli sgoccioli e hanno da poco annunciato tour d’addio e scioglimento della band, quindi è lecito sognare l’agognata quanto discussa reunion, per un evento dalla portata planetaria e noi vogliamo sognare, perché è possibile commuoversi anche sentendo metal estremo. Il fatto che Max si reputi possibilista di questo ricongiungimento alimenta la nostra speranza e, date le premesse, non sarà certo difficile trovare le condizioni economiche e artistiche per fare almeno un tour mondiale.

Tracklist

01. Intro
02. From the Past Comes the Storms
03. To the Wall
04. Escape to the Void
05. Inquisition Symphony
06. Screams Behind the Shadows
07. Septic Schizo
08. The Abyss
09. R.I.P. (Rest in Pain)
10 Nightmares of Delirium

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